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Archive for the ‘Cucina’ Category

Ho appena terminato la prima parte del raccolto dalla mia pianta di cedri: 11 kg di profumatissimi cedri del Garda cresciuti solo a sole e acqua, oltre ogni bio.

Cedri del Garda

Sono contento perché dopo la forte gelata di due inverni fa avevo dovuto potare la pianta fino alla base nel disperato tentativo di salvarla. Pensavo fosse morta e invece la primavera successiva erano spuntati getti nuovi, da cui puntualmente dopo due anni sono nati questi bei cedri.

Come sempre preparerò un po’ di marmellata. Mi piacerebbe però fare anche qualcos’altro, visto che sono tanti e altri ne sono rimasti sulla pianta.

Accetto consigli e idee su nuove ricette!

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Il pranzo del villaggio

Ieri si è tenuto l’annuale Pranzo del Villaggio, il classico appuntamento di fine estate che riunisce tutti gli abitanti del nostro villaggio per un bel pomeriggio in allegra compagnia mangiando tanti buoni piatti e bevendo del buon vino, con i bambini che scorrazzavano con biciclette e tricicli oppure giocavano a pallone, ed i cavalli ci osservavano incuriositi e affamati.


Ognuno aveva il compito di preparare qualcosa: Silvio si è superato con delle gustosissime focacce alla genovese e con una suntuosa e meravigliosa torta alle rose con ben 19 rose, Alessandra ha fatto il tiramisù, Alessandro le salamine, Fiore ci ha deliziatto con i suoi ottimi polli ai ferri cotti in verticale all’argentina, Edoardo ha pensato alle costine, Paola a crostata e polenta, Susy la pasta pasticciata, Patrizia ha portato salame e una ottima pasta, Janette un’ottima torta a cioccolato e nocciole, e poi c’era riso freddo, un sacco di altre cose che certamente avrò dimenticato, vini di vario tipo, fino a spumante e caffé finale preparato dall’anima dell’annuale pranzo Rosy.


Assaggia questo, assaggia quello, chiacchiera di questo, chiacchiera di quello, si sono fatte ben le 19.

Proprio un bel pomeriggio in cui fortunatamente anche il meteo ci ha graziato!

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Un ottimo Spiedo

Come tutti gli anni in autunno, indossato il mio immancabile grembiule blu “Uomo con Motosega cerca Donna con Bosco” (Mann mit Motorsäge sucht Frau mit Wald) sabato ho preparato un ottimo Spiedo (a parte le patate che si sono un filo seccate ai bordi per averlo dovuto tenere un po’ in caldo a seguito del colpevolissimo ritardo di Roby 😉 ); ovviamente anche Camilla come si vede ha voluto controllare di persona le varie fasi della cottura ed ha preparato i segnaposti per ognuno degli 11 invitati.

Polenta e Spiedo a tavola davanti a un caminetto acceso sono sempre una bella occasione per ritrovarsi con tutta la famiglia. 😛

E’ vero, il lavoro è tanto, però dai, un paio di volte all’anno si fa volentieri, ed è anche una bella occasione per una mattinata uggiosa autunnale dai ritmi lenti della cottura, trascorsa anche a chiacchierare con i vicini che vengono in processione attirati dal profumo di spiedo che si diffonde nell’aria.
🙂

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La mia povera nonna ogni volta che si era in procinto di impiattare la polenta (rigorosamente consistente, non quelle molli per intenderci) soleva dire che il taglio ideale lo si sarebbe dovuto fare con un filo di refe di qualità, meglio se del Garda.

Io questa cosa non l’ho mai capita in realtà, ma non ho mai chiesto cosa intendesse con quel del Garda.

L’arcano mi è stato svelato proprio ieri leggendo su AreaBlu (una freepress locale gardesana) questo articolo di Tullio Ferro intitolato “A partire dal prezioso filo di refe.

Attraverso questo articolo ho scoperto con mia sorpresa che il Garda è stato per secoli famoso per la qualità del filo di refe prodotto sulle sue rive, e già “intorno al Mille il refe della Riviera di Salò viaggiava alla volta di Venezia, quindi sistemato in grandi depositi commerciali. Il lino grezzo giungeva a Salò proveniente da Crema, Cremona, Bergamo. Da Salò a Fasano si stendevano le ‘cure’, dove il filo torto e innaspato, si stendeva sulla ghiaia per renderlo candido al sole, appunto per candeggiarlo.
Dall’antichissimo commercio del refe ci sono testimonianze conservate negli Statuti di Salò e Riviera dove si parla di quantità e qualità: ‘se ne tira di tanto sottile che avanza la seta di bellezza e di prezzo’, tanto da essere ricercatissimo in Italia e in molti altri Paesi”.
L’importante economia del refe del Garda resistette fino verso la fine del 1700 quando con l’arrivo della chimica giunse anche il declino di questa produzione naturale.

Certamente mia nonna non era a conoscenza di questa produzione, però è curioso come una memoria si sia tramandata comunque per secoli.

Ad ogni modo, con refe, spatola, paletta, cucchiaio, mestolo o coltello, Viva la Polenta!
😛

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Complice anche il tempo un po’ piovoso, quest’anno la rucola del mio orto è particolarmente profumata e tenera.
Sabato scorso Paola ha quindi improvvisato un piatto particolarmente buono e semplice da fare:

FUSILLI RUCOLA FETA E NOCI

Cuocere normalmente i fusilli (noi abbiamo usato in particolare quelli bio al miglio acquistati alla cooperativa agricola di San Felice).
Intanto tagliare a pezzi la rucola con la mezzaluna e metterla in una terrina con olio d’oliva, feta sbriciolata, pezzettini di noci e mescolare il tutto.
Scolare la pasta e farla saltare in padella a fuoco lento insieme al preparato precedente finché la feta non comincia leggermente a sciogliersi.
Quindi impiattare e divorare!
Io ho usato anche un filo di olio al peperoncino.

Un piatto estivo veramente squisito. 😛

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Nell’orto sono pronti dei saporiti ravanelli rossi.

Sinceramente fino ad ora io avevo sempre tenuto il ravanello e gettato le foglie in quanto così dure non pensavo neppure fossero commestibili.

Con mia sorpresa ho scoperto che stufando le foglie in padella coperta con un filo d’olio e a fuoco lento per circa 10 minuti sono molto tenere, saporite e gustose.
Volendo insaporirle poi si può completare la cottura facendole velocemente saltare in padella con un po’ di grana grattuggiato e/o dei semi di sesamo.

Quando si dice la cucina povera!

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In giardino ho un paio di ulivi e lo scorso anno non ha preso la mosca, quindi le olive erano tutte particolarmente belle e sane, allora ho deciso di provare a conservarle in salamoia.

Sinceramente non avevo molta fiducia, però in questi giorni le stiamo mangiando e devo ammettere che sono assolutamente strepitose, buonissime.
Ecco quindi come le ho preparate prendendo spunto qua e là da varie ricette:

OLIVE NERE DEL GARDA IN SALAMOIA

Servono olive nere del Garda, acqua, sale, pepe, alloro, limone.

Appena raccolte le olive dalla pianta mettetele in un recipiente (meglio se di terracotta, ma se avete anche una bacinella da bucato va benissimo) a bagno in acqua fredda, coprite e lasciate riposare per 3 o 4 giorni mescolandole una volta al giorno.

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L’altra mattina Paola era in biblioteca a San Felice e la bibliotecaria (che lavora anche nel Comune di Moniga del Garda) le ha passato il programma dei corsi che hanno in previsione di avviare e uno è veramente molto interessante:

I LABORATORI DEL GUSTO
I fiori e le piante spontanee nella cucina naturale

Tutti i mercoledì dal 25 febbraio 2009 dalle 20.30 alle 22.30
presso il Centro Sociale di Moniga del Garda
4 incontri più un’escursione con laboratorio di cucina, in data da definirsi.

Finalità degli incontri:
Riconoscere alcune piante spontanee nel contesto locale, apprendere l’uso culinario e terapeutico delle più importanti piante spontanee ed il loro corretto utilizzo, promuovere la conoscenza delle tradizioni del nostro territorio.

Relatore: Roberto Sarasini, Erborista diplomato presso la facoltà di Farmacia di Urbino
Costo: € 50,00, comprendente il materiale didattico e una degustazione.
Iscrizioni entro lunedì 23 febbraio 2009

Veramente molto interessante, il problema è che se non raggiungono il numero minimo il corso non parte.
Quindi se qualcuno è interessato si iscriva entro lunedì prossimo!

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La puntata di Mondo Agricolo di ieri era sul Garda Bresciano e in particolare sulle nostre zone della Valtenesi ed è stata molto bella!

Sembra quasi abbiano letto il mio post di qualche tempo fa su questo splendido programma televisivo e li abbiano chiamati.

Sono tra l’altro stati anche a San Felice dove hanno visitato il bel Santuario della Madonna del Carmine.

Hanno però ovviamente parlato soprattutto di gastronomia e di vini, in particolare hanno presentato i due vini più rappresentativi della nostra zona: il groppello e il chiaretto.
Mi ha incuriosito una nuova produzione delle cantine Pasini, a 2 km da casa mia, che mi sa che proverò: lo spumante di groppello.

E poi cheddire, molto belle le immagini del lago d’autunno e del pescatore che va a vendere il pesce pescato ai ristoratori direttamente sulla spiaggia arrivando con la barca.

Ottimi anche i piatti presentati soprattutto quelli a base di pesce, anche se personalmente non sopporto le presentazioni eccessivamente elaborate dei piatti.
Inoltre i bicchieri sono fatti per bere, quindi per favore evitate di metterci dentro zuppe o altre preparazioni, usate piatti e fondine, e poi fate porzioni decenti e non quelle minuscole formine tonde che in un boccone sono già “partite”: siamo uomini e donne, mica uccellini! 
🙂

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La partecipazione a Profumi di Mosto 2008 non era cominciata sotto dei buoni auspici, infatti anche Fabio doveva unirsi a noi ma segnandosi l’appuntamento sul suo cellulare, usando lui quella funzione inutile che è il T9 gli era uscito un malaugurante Profumi di Morto! 😐
Tra l’altro si è auto-portato sfiga perché domenica era a casa con l’influenza.

Poi essendo in giro in motorino, un uccello ha pensato bene che la mia camicia fosse un bersaglio perfetto (come si può vedere nella foto sostenuta da Sandro)! 😐

Però Profumi di Mosto si è dimostrata una gran bella manifestazione, e complice il sole splendido un’occasione per trascorrere una giornata all’aria aperta incontrando varie persone e godendo del piacere di buoni piatti e di buon vino.
Ovviamente ho fatto qualche fotografia volante che ho raccolto in un bell’album.

A dire il vero quest’anno l’ho trovata personalmente un po’ sotto tono rispetto alle precedenti edizioni a cui ho partecipato.
Innanzitutto non mi è piaciuta la decisione di concentrarsi sui vini rossi, visto che io non sono molto amante, mentre preferisco bianchi e chiaretti.
Inoltre quest’anno è stato fissato un limite a 8 come numero massimo di cantine per degustare, mentre gli altri anni volendo si potevano far passare anche le oltre 20 cantine coinvolte. Intendiamoci, 8 è più che sufficiente, ma è il principio di limitarmi che non mi va.

Però dai, basta lamentarsi, e andiamo con le mie personali classifiche, che quest’anno ho fatto su luoghi, vino e pacchetto completo (luoghi, vini, abbinamenti, servizi).

LUOGHI
Per quanto riguarda la bellezza delle cantine, un ex aequo:

Cantina La Basia di Puegnago del Garda


La Basia

Le Chiusure di San Felice del Benaco
Che tra l’altro ha un’ottimo chiaretto che però aimé non era in degustazione.


VINI
Beh, dopo la premessa è ovvio che nessun rosso mi ha impressionato, mentre mi sono piaciuti due vini:

LA MIGLIOR CANTINA IN ASSOLUTO
La cantina che però a mio avviso ha interpretato al meglio lo spirito della manifestazione è stata in assoluto la Cantina Avanzi di Manerba del Garda, azzeccata la decisione di consentire la degustazione di tutta la produzione (e non solo di uno o due rossi), ottimo il suo spumante rosé, ottimo il suo chiaretto, superlativo il “Pestom” con polenta alla brace, molto piacevole il tour guidato degli spazi delle cantine e dei luoghi di degustazione, molto disponibile il proprietario.
Proprio bravi, complimenti!

Ed ora non mi resta che dire: all’anno prossimo! CIUK!
😀

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Visto che in questi giorni c’è la “luna buona” (calante) ed anche se siamo un po’ troppo avanti con la stagione, ieri pomeriggio ho raccolto la voglia a quattro mani, ho preparato la terra arricchendola con del compost (che come residente ho preso gratuitamente presso la discarica comunale di San Felice) ed ho piantato nell’orto le colture invernali che negli anni dopo varie sperimentazioni mi hanno dato i migliori risultati e in particolare:

  • radicchio rosso di Verona
  • cicoria pan di zucchero
  • verze (che lo scorso anno abbiamo scoperto essere buonissime cotte al vapore e condite con olio e sale)
  • cavoli cappuccio
  • cavolfiori
  • cavolini di Bruxelles
  • broccoli
  • porri

Nell’orto delle vecchie colture estive ho lasciato piantato solo i vecchi porri (che sono quasi pronti), le erbe coste (che stanno ancora producendo bene) e il prezzemolo che coperto con tessuto-non-tessuto riesce a passare indenne l’inverno.

In tutto ieri avrò quindi acquistato una sessantina di piantine da trapiantare delle varie specie per un totale di meno di 10 euro, che però ci daranno buone e sane verdure fino a primavera inoltrata, con in più un impressionante risparmio economico considerando se le avessimo invece acquistate al supermercato.

Evvai di filiera cortissima, anzi nulla!

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La domenica a casa nostra ad ora di pranzo alle 12.40 c’è un appuntamento fisso, quello con Mondo Agricolo, a giudizio della nostra Auditel famigliare il più bel programma della televisione italiana.

Oramai è diventato un rito e la domenica da noi a pranzo la tavola si apparecchia con il lato rivolto verso la tele libero e tutti noi disposti ad anfiteatro per meglio goderci la visione.

Il programma, prodotto dalla veronese TeleArena (ma viene trasmesso anche su varie tv locali del nord Italia, noi infatti lo guardiamo su Brescia PuntoTV) dura circa 1 oretta ed è una rubrica settimanale dedicata ad agricoltura ambiente e territorio, con approfondimenti sugli aspetti caratteristici che lo contraddistinguono: gastronomia, tradizioni, cultura, imprenditorialità agricola, bellezze naturali, sport.

Ogni puntata è dedicata ad una zona particolare, e il programma copre soprattutto le aree del Garda, del Veneto, del mantovano e del Trentino Alto Adige.
Domenica scorsa sono terminate le repliche ed è iniziata la nuova stagione con una puntata sul Monte Baldo e in particolare sulla zona di Ferrara di Monte Baldo (ecco sotto un paio di foto, la qualità è un po’ scarsina perché ho fotografato fisicamente la televisione 🙂 ).

Mondo Agricolo è condotto da Stefano Cantiero un bravissimo ma soprattutto simpaticissimo giornalista, “uno di noi”, che si veste con vestiti casual come chiunque farebbe andando in campagna o in montagna, che ogni tanto ci piazza qualche frase in dialetto veneto, che è goloso ed ha sempre una gran voglia di mangiare e sedersi a tavola, che fa le domande come farebbe un turista qualunque, che ha un po’ di pancetta e non ha paura di mostrarla e che ogni tanto “spara qualche vaccata” come chiunque fa: fantastica la battuta sulle “frittole” di domenica!

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Insalata greca

C’è un piatto che in estate a casa nostra non manca mai, l’insalata greca (forse l’unica cosa che Paola sopporta della Grecia).

I greci la chiamano χωριάτικη σαλάτα (che si pronuncia horiàtiki salàta), vale a dire insalata rustica, ed è semplicissima da preparare.

Gli ingredienti sono: pomodori, cetrioli, cipolle rosse dolci (io solitamente prendo le cipolle di tropea che si trovano senza problemi in estate), olive nerefeta (si trova tranquillamente in tutti i supermercati ed è un formaggio tipico greco, preparato tradizionalmente con latte di pecora o misto pecora 80% e capra 20%, viene conservato in salamoia sotto forma di pani rettangolari) e origano, volendo si possono aggiungere anche dei peperoni verdi ma la ricetta tradizionale non li prevede.

La preparazione è semplice, si tagliano infatti tutte le verdure (a parte le olive) a pezzi (a me piacciono un po’ grandi), si sala e si mescola, poi sopra si adagiano tanti blocchetti di feta quante sono le persone che dovranno servirsi da quel piatto, si spolvera il tutto con l’origano, si bagna infine con olio d’oliva e il piatto è pronto. 
In tavola poi ognuno porta nel proprio piatto un pezzo di feta e quindi si condisce l’insalata.

Un piatto fresco, leggero, estivo e di sicuro successo!
😛

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Nel mio piccolo da qualche anno sto applicando il concetto di filiera corta, ovvero acquistare il più possibile direttamente dai produttori (tagliando così i ricarichi di vendita), e il più possibile locali (risparmiando così lunghi e inutili viaggi alle merci).

Beh, avendo deciso qualche anno fa di cimentarmi con l’orto devo dire che la mia filiera è cortissima, praticamente nulla, basta andare in giardino e vedere qual è la produzione del giorno.

Raccolto dall\'orto

Ad esempio, come si può vedere ieri c’erano due zucchine, due cetrioli, qualche pomodorino, e un bel po’ di erbe coste da far saltare in padella o per dei buonissimi capponi (ripieno avvolto in foglie di erbe coste, cotti al forno): direi che ce n’era a sufficienza per un bel pranzettino sano con ortaggi appena raccolti.
E ogni giorno è così, estate e inverno, ogni stagione ha le sue verdure: radicchio, insalata, cavoli, verze, porri, ecc.
Tra l’altro come si può vedere anche per Camilla è un bel passatempo educativo ed ogni tanto mi dà una mano a legare i pomodori o per i raccolti.

In questo modo copriamo circa il 90% del fabbisogno di verdura di famiglia, con un notevole risparmio anche economico, e quando ci manca qualcosa andiamo da un contadino di Portese che ha dei prezzi bassissimi oltre che del miele ottimo.

Penso che le Amministrazioni Locali dovrebbero incentivare la filiera corta ad esempio con dei mercati agricoli locali, da tenersi un paio di volte a settimana, dove i produttori locali potrebbero vendere direttamente i loro prodotti.

Pensiamoci!

P.S. – Guardando la foto mi sono accorto che devo tagliare l’erba. 🙂

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Dolci Acque GardesanteDolci Acque Gardesane

Sabato scorso ho provato l’esperienza del mio primo Salotto Gastronomico, Dolci Acque Gardesane, organizzato a Cisano di San Felice da Slow Food e dal Comune.

Serata iniziata malino, Paola e Camilla erano infatti ko con l’influenza e quindi mi sono detto “perché non andare a provare questa nuova esperienza?“.
Anche se ero solo ho preso lo scooter e sono andato ed ho trovato comunque gente con cui passar parola.

La formula è particolare, mentre infatti si degustano vini e buoni assaggi di piatti a base di pesce di lago, sul palco si sono alternati la sommelier che ci ha descritto i vini che stavamo bevendo, lo chef che ci ha parlato dei piatti proposti, una dottoressa in tecnologie alimentari ci ha aggiornato sullo stato di salute delle acque del Garda e il pescatore Marco Cavallaro ci ha allietato con simpatici racconti di pesca di generazioni passate.

I miei assaggi preferiti?

  • Il Chiaretto dell’Azienda Agricola “Le Chiusure” di Alessandro Luzzago (con cui complice anche qualche bicchierino di vino bianco a stomaco vuoto abbiamo disquisito su tematiche “profonde” ad ampio raggio, toccando il fondo impegnandoci nel classico dei classici “ma dove sono i giovani di oggi?” … ovvio, a farsi i cazzi loro, come noi a nostra volta ci siamo fatti i nostri quando eravamo più giovani, però è stato carino parlare anche di questa domanda senza risposte), in particolare mi ha colpito l’estrema piacevolezza e freschezza del profumo al bicchiere.
  • Il Coregone in carpione rivisitato condito con olio extravergine di oliva Garda D.O.P. dell’Azienda Agricola Rocca di Salò.

Alla fine pappa poca, bere tanto e diversificato, quindi alle 1 di notte gli occhi erano ancora belli aperti ed ovviamente mi sentivo amico del mondo e quindi ho “smaronato” gli amici di sempre Alessandro (che immaginavo essere insonne dopo due settimane a Cuba) e Davide che stavano già andando a dormire e … chiacchiera chiacchiera a casa di Davide si sono fatte oltre le 3 di notte:
beh, per uno che alle 10 di sera è già a nanna è un vero record!

Serata diversa ma molto piacevole.
🙂

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OLEA 2008Nel tardo pomeriggio siamo andati a fare una passeggiata ad OLEA 2008 (Rassegna Regionale dell’Olio Extravergine di Oliva di Qualità DOP) in Piazza a San Felice per l’happy hour con La Strada dei Vini e dei Sapori del Garda.

Il migliore assaggio è stato un’abbinamento casuale tra vini del Garda e gustosissimo gorgonzola (di un produttore della Franciacorta) che ho fatto semplicemente per la vicinanza dei due banchi: Groppello con un gorgonzola dolce, un Terre del Garda con un gorgonzola piccante, fino a un Rosso Superiore con un gorgonzola al tartufo su crostino di pane, molto buoni!

Poi me ne sono andato, comunque temo che ancora un assaggio e mi avrebbero cacciato.
🙂

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Per il pranzo di Pasqua come vino ho scelto un Chiaretto.

ChiarettoLeggo oggi che nella top 24 dei migliori vini rosati italiani recensiti nella guida “Rosati d’Italia“, ben tre sono Chiaretto Garda Classico, quindi prodotti nella riviera bresciana del Lago di Garda: Chiaretto di Visconti, Molmenti di Costaripa, Chiaretto di Provenza.

Il Chiaretto è un vino che mi ha sempre incuriosito, in quanto è romanticamente chiamato il Vino di una Notte.
Il nome deriva dalla particolare tecnica di vinificazione delle quattro uve gardesane legate alla D.O.C.Garda Classico, Groppello (dona finezza, eleganza e sapidità), Marzemino (dona fragranza ed armonia nei profumi), San Giovese (dona struttura e longevità) e Barbera (dona freschezza e vivacità), che avviene con un leggero contatto del mosto con le proprie bucce solamente per una notte.
Se il tempo di contatto è troppo breve, il vino è scialbo, incompleto, di colore non ben definito. Se si eccede, anche per poco, il vino diventa un mezzo rosso impersonale, troppo vinoso, senza particolari caratteristiche.
Si capisce quindi che l’uomo debba saper cogliere “l’attimo fuggente” per separare il mosto dalle bucce: di anno in anno questo varia in funzione dell’andamento stagionale e quindi del grado di maturazione e sanità delle uve stesse.
In pochi altri processi produttivi è tanto fondamentale la sensibilità dell’uomo.

Imbottigliato entro il dicembre successivo alla vendemmia riposa poi in bottiglia per almeno quattro mesi.

Come Abbinamento la tradizione vuole il Chiaretto come vino ideale da abbinarsi ai piatti di pesce di lago. Questo vino però sta acquisendo sempre maggiore successo per la sua versatilità con i sapori più disparati, che possono andare dai salumi non eccessivamente stagionati, alle formaggelle dell’Alto Garda Bresciano, fino ai primi, dove la preferenza va ai piatti con base di pomodoro, la cui acidità crea il giusto contrasto con la freschezza del vino.

Il Colore è rosa chiaro tendente al cerasuolo, con leggerissimi riflessi rubino.

Il Profumo è equilibrato di fiori e frutta leggermente matura di crescente intensità.

Il Sapore è asciutto, armonico, con leggero retrogusto di mandorla amara, ottima persistenza e carattere. Si riscontra al sapore la nota sapidità (salato), caratteristica che contraddistingue unicamente i Chiaretti di questo territorio.

Questo vino è un invenzione di Pompeo Gherardo Molmenti, uomo di cultura, senatore veneziano, carattere forte e determinato, il quale sposa Annalisa Brunati, che in dote porta una splendida villa a Moniga del Garda con terreni a discendere fino alle rive del lago. In un viaggio a Bordeaux, si innamora della viticoltura di qualità. Assume due consulenti d’Oltralpe e a Moniga trasferisce nel 1896 la filosofia della ricerca. Nasce nel 1904 da una vigna di 5000 piante per Ha e allevata a Guyot un vino, quello che un tempo si chiamava Moniga. 

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Uomo con Motosega …

Uomo con Motosega ...Martedì ero in montagna e finalmente l’ho trovato!
L’avevo visto indossato da Stefano Cantiero in Mondo Agricolo, ed ora il mitico grembiule blu ce l’ho anch’io!

La scritta è eloquente:

Mann mit Motorsäge
sucht Frau mit Wald

Uomo con Motosega
cerca Donna con Bosco

Ogni volta che d’ora in poi cucinerò, non mancherò di indossarlo.

Dove ho trovato una tale rarità?
mmmhh, è un segreto che solo ai più fidati svelerò di persona.
Come indicazione posso solo dire che è a nord di Bolzano.
😀

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Uova colorate PasqualiIeri ho trascorso una giornata di assoluto riposo a casa con Camilla che non è andata all’asilo vista la forte tosse.

Devo ammettere che non è sempre facile inventare continuamente qualcosa da fare per farla divertire, però, ispirato dalla vacanza sulle Dolomiti, abbiamo sperimentato insieme la preparazione delle uova colorate Pasquali.

Beh, è facile: basta preparare delle uova sode, farle raffreddare e poi colorarle a piacimento.
Il risultato, con l’ausilio di un po’ di rosmarino e di mimosa è stato di sicuro effetto coreografico in tavola ed a cena ognuno ha avuto il proprio ovetto sodo personalizzato da sbucciare e mangiare.

Magari per Pasqua ne prepariamo di più carine e curate da mettere in tavola.

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Oggi, giornata grigia e piovosa, siamo andati a pranzo al Ristorante Scovolo a San Felice, subito dopo il Santuario della Madonna del Carmine.

La loro specialità è il pesce di lago e oggi volevamo proprio gustare il loro rinomato (ehm, quantomeno a San Felice) Luccio alla Lucianina (dal nome del proprietario e cuoco Luciano) con olio del Garda, veramente eccezionale.
Questa ricetta particolare viene direttamente dal passato, dal quaderno delle ricette della nonna del cuoco, così come il brasato e altri piatti del menu.
Abbiamo quindi telefonato ieri per chiedere se avevano il luccio (eh sì, perché il pesce disponibile dipende da cosa pescano in giornata i pescatori della zona).

Ristorante ScovoloRistorante Scoolo

Gli interni ed esterni del ristorante sono un po’ alla buona, ma la cucina è veramente buona.

Tortelli zucca e funghi, Luccio alla Lucianina, polenta, puré, torta, acqua, chiaretto Scolari e caffè, 25 euro.

Spesso per non so per quale motivo si snobbano i locali del proprio paese, invece devo dire che è stato piacevole andare al ristorante a piedi da casa (lasciando a casa la tanto odiata automobile), ed abbiamo mangiato piuttosto bene spendendo il giusto, proprio una bella sorpresa.

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