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Archive for the ‘Curiosità’ Category

26 settembre 2013, dopo aver accompagnato Cami a scuola faccio una passeggiata fino al porto di San Felice, dove quattro attempati signori tedeschi stanno nuotando pacificamente nel lago.

Purtroppo non conoscendo il tedesco, con le due parole che so azzardo un “kalt?“, e loro, belli convinti “nein, lieber warm!“.

Beh, se lo dicono loro?
Il lago con la nebbiolina autunnale del mattino che nasconde la sponda veronese e con l’acqua calmissima è una vera meraviglia. La temperatura esterna è ottima pur essendo fine settembre, ormai autunno.
Massì, mi convinco, il mio underwear può tranquillamente essere scambiato per costume. Mi spoglio, entro in acqua convinto fino alla coscia e penso “azz, lieber warm un cavolo! E’ gelata!“.

Ma oramai sono giù e dopo un po’ ci si abitua.
Sul lago non c’è nessuno, solo silenzio finalmente, una immensa goduria!

Lago di Garda a settembre

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Pedalando in riva al mare in questi giorni mi sono imbattuto in una spiaggia con centinaia di composizioni di pietre in equilibrio (rock balancing).

Mi ha sempre incuriosito questa forma d’arte, non solo esteticamente, ma anche il suo sfidare la fisica, con giochi di equilibrio al limite, in grado pure di contrastare vento teso dall’oceano come quello da me incontrato.

Rock balancing

Non oso immaginare quanta pazienza ci vuole …

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E’ già neve

Mammamia, che fine settimana meteorologicamente terrificante. Questa mattina il Pizzoccolo e il Baldo sono belli imbiancati. Il panorama è questo …

Cliccare sull’immagine per ingrandirla

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Dolci dall’Iraq

Ieri sono arrivati in casa nostra direttamente dall’Iraq dei buonissimi datteri ripieni di frutta secca in una bella e originale confezione.

E’ una bella sensazione vedere segni di sana normalità dall’Iraq, un paese che nel mio immaginario è ciò che di più lontano c’è dalla nostra pacifica parte di mondo in cui viviamo.

Bene, spero verrà presto il tempo in cui ci si dirà con assoluta normalità: “cosa ne dici? quest’anno andiamo in vacanza in Iraq?“, sì, proprio così come ora si dice “andiamo a Sharm?“.

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Da tempo rifletto su un assurdo apparentemente inspiegabile:

stessa bicicletta, stesso percorso, magari con un po’ di salita, stessa condizione fisica, stessa preparazione atletica, insomma stesse condizioni in tutto e per tutto.

Non riesco a spiegarmi perché, percorrendo quella stessa strada in compagnia la fatica risulta molto minore rispetto ad essere soli.

Metafora forse della vita?
Mah, io l’ho chiamato l’assurdo della fatica in compagnia.

Sono certo che è capitato a chiunque di viverlo …

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Ai ristoranti pasta con cappuccino, al bando le medie chiare, radler a profusione, pizze con sopra spaghetti, una babele di lingue, troupe televisive, bandierine, palloncini: non c’è dubbio, a Brescia it’s Millemiglia time.

Come al solito come si vede a me piace soprattutto il contorno …

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Domenica pomeriggio a Tremosine, da quest’ottica la visione della terrazza del brivido mi ha ricordato le Meteore greche, quindi ho provato a metterle a confronto qui sotto (foto di Tremosine mia, foto delle Meteore by peperoni), da qui la citazione cinematografica:
Tremosine Meteore, mìa fazza mìa razza, una faccia una razza“. 🙂

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L’alba di stamattina è particolarmente bella, le nuvole sembrano una coperta che protegge il cielo azzurro …

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Non mi posso definire un vero rider, per me la moto è solo un mezzo e non il fine. Però lo ammetto, soprattutto l’estate con la mia moto da strada “naked” posso essere anche un po’ tamarro, lo confesso mi è pure capitato di arrotolarmi la maglietta fin sopra la spalla, anche se al finto pacchetto di Marlboro dentro la manica non sono mai arrivato. 😀

Quando giro in moto, il saluto tra motociclisti è la cosa che più mi diverte e dà il senso di un gruppo chiuso e solidale di cui immeritatamente mi sento di far parte. Premetto subito che gli scooteristi sono esclusi, per “noi” non esistono proprio! 😀

Oramai mi sono fatto una cultura. Quando ci si incrocia, ci si fa un segno con la mano sinistra.

  • Il saluto classico lo si fa scambiandosi una “V”, spesso per sicurezza senza staccare la mano dal manubrio alzando indice e medio.
  • Il saluto di tendenza è invece con braccio teso verso il basso e dito indice che punta sempre verso il basso e sta a significare: “ti stimo fratello, sei figo come me!
  • Il saluto amichevole è la mano aperta con palmo rivolto in direzione di marcia, ma è spesso riservato a riders dello stesso “branco” di marca.
  • Il saluto in sorpasso, apprendo da questo sito che in caso di sorpasso ad altri riders si allarga il piede destro, utile anche per avvisare per tempo chi segue di un ostacolo davanti in modo che possa evitarlo.

Scopro anche in quest’altro sito che esistono tutta una serie di segni convenzionali tra motociclisti, e l’origine antica molto buffa del “saluto classico” e quindi il perché è sempre meglio contraccambiare, onde evitare di essere un “cavaliere cornuto” … 😀

Comunque la regola principe è: i motociclisti non salutano mai gli Scooteristi!

… mi fa troppo ridere ‘sta storia! 😀

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La chiesa di Saint-Sulpice a Parigi si trova nel vivace quartiere di Saint Germain. Ha le dimensioni imponenti di una cattedrale e noi passeggiando entriamo a visitarla, non solo per la sua bellezza, non solo per la particolarità delle sue due torri laterali tra loro differenti, ma anche noi come altri incuriositi dal romanzo di Dan BrownIl Codice Da Vinci“.



Nel romanzo infatti Saint-Sulpice viene indicata come luogo di passaggio della cosiddetta Linea della Rosa, che nella romanzata esoterica interpretazione dell’autore dovrebbe essere il primo meridiano del mondo, il meridiano di Parigi, contrassegnata da una linea in ottone che attraversa il centro di Parigi con dei medaglioni con la scritta “Arago” a distanze regolari, fino ai sotterranei del Louvre, al di sotto della cosiddetta piramide rovesciata, dove si troverebbe l’ultima dimora del Santo Graal.
Il film di Ron Howard tratto dal romanzo ha poi dato ovviamente maggiore potenza a questa invenzione consentendone la visualizzazione.

Tale linea all’interno di Saint-Sulpice esiste veramente, ma la sua funzione era solamente di carattere scientifico-astronomico.
La cosa buffa è che non pochi devono aver creduto veramente veramente all’esistenza della Linea della Rosa, tanto che i reggenti della chiesa di Saint-Sulpice hanno ritenuto di appendere questo testo di spiegazione all’interno della chiesa, eccovi la mia traduzione:

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Ogni volta che passavo davanti al Prato della Fame (Pra’ de la Fam, un lembo esteso di spiaggia a 6 km a nord di Gargnano) mi sono sempre chiesto l’origine di questo curioso nome. Così mi è successo anche in occasione dell’ultima passeggiata.

La risposta l’ho trovata sbirciando un libro che ho a casa:

Quando i fieri venti e le burrasche del Garda costringevano barcaioli e pescatori ad approdare sulla spiaggia di detriti trasportati a lago dai monti di Tignale dalle piene del torrente Baès, ed a rimanere per più giorni, la Fame veniva a tener loro compagnia.

Al Prato della Fame, oggi anche porto di Tignale, mancavano i mezzi di sostentamento e ci si poteva allontanare solo così come ci si era arrivati: via lago. Le alte pareti rocciose impedivano il passo ed i collegamenti con i paesi dell’entroterra. Prima che fosse costruita la Gardesana (1931) le merci viaggiavano sull’acqua ed erano molte le imbarcazioni che solcavano il lago. Erano anche molte le barche dei pescatori che dal lago ricavavano un piccolo ma sicuro reddito; inoltre, il pesce invenduto serviva a sfamare la famiglia.

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Le campane sono indubbiamente il simbolo della festa e qualche giorno fa stavamo passeggiando tra la neve in paese con Camilla, quando sentiamo che i Campanér de San Filìs (campanari di San Felice del Benaco) stanno iniziando un mini-concerto di campane.

Ci infiliamo quindi di soppiatto nella torre campanaria dove, salendo le anguste scalette che portano al primo piano sentiamo … quattro, due, sette, terzine, tre …

Appena raggiunto il piano capisco subito che è il maestro che chiama in anticipo di una battuta il numero delle campane (se non sbaglio a San Felice sono otto) che devono suonare, leggendo lo spartito fatto di numeri: curioso, molto curioso!

Non deve essere facile, oltretutto per suonare le campane più grosse è necessario infilare i piedi in apposite foot straps, immagino per non essere risucchiati verso l’alto dal peso della campana.

Scopro dal Mazzoldi che ciò che abbiamo visto con Camilla è in realtà un pezzo di storia secolare che si sta perpetuando sino ai giorni nostri.

Le prime notizie storiche risalgono infatti al 17 aprile 1408. Era il periodo durante il quale il territorio di Scovolo veniva diviso tra le due comunità di Portese e San Felice. Portese pretendeva la campana del castello, ma San Felice preferì tenersi lo strumento musicale e cedere al suo posto il campo denominato “Ciliegia”.

Scopro che addirittura nel 1600 fu redatto uno Statuto dei Campanari.

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Il Gruppo di Lettura Libriamoci di San Felice del Benaco organizza un ciclo di serate dedicate ad autori e cultura locali.

Si comincia venerdì 14 gennaio alle 20.30 al Palazzo ex Monte di Pietà di San Felice con “Cülmartei en dialetStorie e aneddoti … de quand che sirem picinì“, un appuntamento interamente dedicato al dialetto.

“Mattatore” della serata il Prof. Claudio Mazzacani, in arte Boletus Satanas (indovinate il perché! vabbé, un aiutino, Boletus Satanas è il nome di un fungo che nel nostro dialetto viene chiamato “Masacà“, da cui “Mazzacani“) , studioso e grande cultore del dialetto e dei costumi della nostra zona, il quale ci intratterrà con storie ed aneddoti … del tempo che fu, ma anche di quello attuale.

Ovviamente ci sarà spazio per interventi da parte di tutti quelli che vorranno porre domande, commentare, aggiungere aneddoti e ricordi personali, rendendola così ancor più viva e gradevole.

Per finire, una piccola sorpresa prima di augurarci la buonanotte … ed un sereno 2011 !

Se ricordate con affetto le storie, i rumori e gli odori di casa quando eravamo piccoli, non potete mancare.

Vi aspettiamo!

Claudio Mazzacani è l’autore in particolare di due libretti oramai introvabili (… ma che io ho e custodisco preziosamente) rispettivamente del 1994 e del 1997 dal titolo “èl dialèt de Salò” che sono delle pietre miliari per chiunque voglia conoscere il dialetto, i personaggi, l’origine degli scötöm, i mestér, gli aneddoti, le contrade di Salò, insomma dei romantici ed esileranti spaccati di vita di paese del ‘900. Questi due libretti in particolare sono raccolte della rubrica che il nostro Boletus Satanas teneva su La Civetta, un glorioso “giornalino” locale che ora non c’è più.

So di far torto a tutti gli altri racconti, ma  ecco un paio di aneddoti esemplificativi dei molti reali ma troppo divertenti che si possono trovare:

Nel terzo capitolo dedicato alla contrada di Vìla e Cünitù (Villa e Cunettone):

Una famiglia un giorno si vide recapitare dal pustì Gregorio (quello che, a cavallo della sua vecchia bicicletta, si faceva preannunciare dal suono di una trombetta) una scatoletta di latta. Provenendo dall’America, riportava delle scritte in inglese per cui non si riuscì a capire cosa fosse.
Il contenuto (della polvere abbastanza scura) si rivelò, all’assaggio, di gusto un po’ strano e salaticcio ma abbastanza saporito. Si convenne che non poteva essere altro che un aroma esotico, fatto di spezie … “che ghè sul èn Mèrica” …
A quei tempi vi era scarsità di formaggio per cui “le dróghe” furono usate soprattutto per insaporire la pastasöta.
La scatoletta era quasi vuota quando, circa un mese più tardi, arrivò in Comune, da non so quale Ente americano, la comunicazione che il signor Tal dei Tali era deceduto e le ceneri erano stato inviate ai parenti più prossimi.

Fantastico! Omama, si sono mangiati il parente sulla pastasciutta! 🙂

Nel capitolo dedicato agli scötöm si può leggere:

… il Néga-signùr. Costui faceva il sagrestano e, durante i funerali, era incaricato di occuparsi della croce che precede il corteo. C’è da notare che, fino a qualche decennio fa, il corteo funebre si recava al cimitero in barca (c’era una bissa nera, appositamente attrezzata per trasportare la bara).

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Lo so, con il solstizio d’inverno astronomicamente parlando il giro di boa c’è già stato, ma io ho sempre bisogno di segni tangibili che mi diano la speranza che stiamo risollevando la china verso la primavera e poi l’estate.

Questa mattina ero in giro in bicicletta e finalmente ne ho avuto la prova: i cigni stanno tornando! 🙂
Al lago ce n’erano a decine …

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La Baia del Cuore

Pomeriggio in mountain bike su sentieri nell’Egeo, da oltre un’ora non vedo case ne esseri umani, niente di niente, solo natura e tante api. Mi fermo un attimo per riposarmi, un’ape mi punge dietro il ginocchio. Mi abbasso per cacciarla e il mio sguardo va verso il declivio e il mare appena sotto.

Incredibile! Nella baia sottottostante il mare e la poseidonia disegnano un bellissimo cuore!

Ne parlo in giro ma nessuno pare conoscerla.
Al mio ritorno verifico su internet ma non ne trovo traccia.
Bene dai, voglio sentirmi uno scopritore e quindi la battezzo:

Baia del Cuore

Un luogo meraviglioso e incontaminato, ma dove si trova … 😉

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The Heart Bay

I am spending my afternoon biking on uncontaminated paths  in the Aegean Sea.
I haven’t seen houses nor human beings for more than an hour, absolutely nothing. Nature only, and many bees.
I stop to rest a moment, a bee stings me on the rear of my knee. I bend down to throw it away and my eyes catch the view over the slope, of the sea down below.

It is incredible! In the bay below, the sea and the posidonia draw a most beautiful heart!

I talk about that all the rounds, but nobody seems to know it.
When at home, I make a search in Internet, but cannot find any trace of it.
Very well, I feel myself a discoverer, hence I christen it

The Heart Bay

An uncontaminated place, but where is it … 😉

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Après-midi en vélo tout terrain sur sentiers dans la Mer Egée.
Depuis une heure à peu près, je ne rencontre ni d’êtres humains ni de maisons, seulement la Nature et… beaucoup d’abeilles !
Je m’arrête un tout petit moment pour me reposer, une abeille me pique derrière mon genou. Je me baisse pour l’éloigner et mon regard se perd sur la pente et la mer là-dessous.

C’est incroyable! Dans la baie, la mer et la posidonie ont esquissé un coeur merveilleux!

J’en parle aux gens mais aucun ne semble la connaître.
Quand je retourne chez moi, je cherche sur Internet mais je n’en trouve aucune allusion.
Bon, je me sent alors un découvreur, et je vais la baptiser

Baie du Coeur

Un lieu sans tache, idéal pour les amoureux, mais où elle se trouve … 😉

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Lungolago di Salò, zona Carmine, immediato dopoguerra, anni ’50, un anziano signore straniero distinto ed elegante con la barba e un vistoso Panama bianco allestisce la propria postazione da artista (sedia e tavolino) con vista sul Golfo di Salò.
Sì, è un artista, ma non un pittore, realizza opere d’arte semplicemente ritagliando con le forbici cartoncini bianchi che poi sovrappone ad altri neri: ritratti, nature morte, paesaggi, scene di vita quotidiana.

Le immagini che riporto qui di seguito sono alcune sue opere e quello qui a destra è un suo autoritratto, ovviamente intagliato, con firma …

Chi sia quest’uomo è un mistero, nessuno lo sa, ma tutti sono incuriositi da questa presenza gentile e riservata. Chi dice che sia uno svizzero, chi un tedesco.

Il ricordo di quest’uomo da parte di mio papà, allora bambino, mi ha sempre molto incuriosito. Un personaggio d’altri tempi, quasi di un altro pianeta, romantico, da Gran Tour, un tocco di poesia in un paese come Salò (come del resto l’Italia) appena uscito dalla guerra, in cui la fame e la povertà erano ancora ben presenti e si faceva fatica a mettere in tavola un piatto.

Un giorno poi quest’uomo scomparve e nessuno seppe più nulla di lui.

In realtà nella mia famiglia è rimasta una traccia di quest’uomo, un piccolo libretto da cui ho preso queste opere, arrivato in casa nostra in modo misterioso visto che mio papà non si ricorda che qualcuno lo avesse acquistato, edito nel 1943, dal quale ho scoperto che il suo nome era Georg Herrmann (anche se si firmava Giorgio Herrmann), era un igienista, e che con tutta probabilità viveva o era solito alloggiare in Riviera Ligure nella zona di San Remo.

Il libretto si intitola “La piccola Cucina Vegetariana“, La cucina della salute, 100 ricette scelte per mangiar bene senza carne, razionalmente spendendo poco.
Da notare il prezzo: costava 7 lire!

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Cosa dovrebbe riportare la ricevuta di pagamento dell’autostrada?
Dove sono entrato, dove sono uscito, quando, quanto ho pagato e al limite con che modalità.

Beh, la ricevuta che rilascia il casello autostradale di Desenzano del Garda dell’autostrada A4 ogni volta mi fa troppo ridere, non si capisce niente, guardare un esempio per credere:

A parte che ho pagato 16,20 euro per il resto non si capisce nulla.
L’opera d’arte poi è come viene scritto il giorno, non con la data scritta normalmente, ma indicando il numero del giorno partendo dal 1° gennaio dell’anno!!!
😀

Chiedo scusa in anticipo alla categoria, ma nessuno mi può togliere dalla testa che questa è opera di un ingegnere!
😀

Ah, per informazione questa è la ricevuta di ritorno da un viaggetto in Romagna per l’ultimo sole della stagione, ritorno avvenuto appunto il 27 settembre, che se contate bene è il 270° giorno dall’inizio dell’anno. 🙂

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Dog Parking

Qualche giorno fa stavamo passeggiando a Salò quando fuori da un negozio di abbigliamento all’inizio del centro storico abbiamo notato questo intelligente e curioso punto di parcheggio e ristoro per cani con acqua e biscotti.

Qui i proprietari possono lasciare i cani mentre entrano nel negozio per gli acquisti.

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