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Archive for the ‘Emozioni’ Category

… che incredibile botta di emozioni @attr.action! That was tremendous!

attraction shadowdance

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Leggerezza è …

Passeggiando in riva all’oceano mi imbatto in questi ragazzi, e la mia testa inizia a “vagare” sulla leggerezza che passa dai miei occhi (qui sotto le mie foto) e dalla mia pelle …

lievitazione

leggerezza è l’inizio di Costruire (Niccolò Fabi):

Chiudi gli occhi, immagina una gioia,
molto probabilmente, penseresti a una partenza

ah si vivesse solo di inizi, di eccitazioni da prima volta,
quando tutto ti sorprende e nulla ti appartiene ancora

penseresti all’odore di un libro nuovo, a quello di vernice fresca,
a un regalo da scartare, al giorno prima della festa

al 21 marzo, al primo abbraccio, a una matita intera, la primavera,
alla paura del debutto, al tremore dell’esordio

leggerezza è ammirare incantati la bellezza del deserto dal cielo …

Deserto e mare

leggerezza è avere fame e gustarsi un tozzo di pane e delle banane fresche seduto sulla sabbia in riva al mare all’ombra delle palme …

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Guardare il lago da un aereo sopra le nuvole?
Beh, ieri dalla Rocca di Manerba la sensazione era proprio quella, con la penisola di Sirmione sullo sfondo.

Rocca di Manerba

Nel fine settimana un sottile cuscino di nebbia si è adagiato sul lago dando luogo ad atmosfere molto affascinanti, …

Rocca di Manerba

… atmosfere da Highlands scozzesi, …

Rocca di Manerba

… ma anche sorprendenti contrasti di colori …

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Mmmhh, stamattina ha cominciato a piovere e il meteo prevede l’arrivo del freddo nel fine settimana.
Peccato, fino a qualche giorno fa il tempo era bello, splendido, 25 gradi a fine ottobre: sul Garda sembrava di essere in estate!

Al mattino rilassante e rigenerante giretto in bici in riva al lago e lungo le strade sterrate in mezzo ai campi della Valtenesi; le immagini che si potevano vedere riprese direttamente dal mio telefonino erano queste:

Sabato pomeriggio eravamo a Sirmione e le immagini erano quelle classiche estive con i turisti, sole, cielo terso, gente in shorts, sandali e maniche corte, barche nel lago  …


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Come molti, anch’io negli anni ’80 portavo le espadrilles, ovviamente e inspiegabilmente come tutti a mo’ di ciabatta, rigorosamente non calzate sul tallone.

Qualche giorno fa, passeggiando con amici verso il Monte Pizzoccolo ricordavamo buffe vicende legate a questa strana calzatura fatta di corda e tela, e soprattutto alla fastidiosissima sensazione di quando per sbaglio si bagnavano, decretandone irrimediabilmente la morte.

Ricordavo che negli anni ’80 da adolescente squattrinato mi trovavo in tenda in campeggio nelle Marche. Al risveglio al mattino mi infilo le mie espadrilles “ex-bianche” (il bianco durava solitamente al massimo 10 minuti dopo l’acquisto) e vado a lavarmi nei classici bagni comuni al centro del campeggio: un classico lungo corridoio con decine di lavandini sulla sinistra (sulla destra c’era la fila dei bagni), disposti lungo un muro sul cui lato esterno si trovava, come al solito, la fila di vasche dove lavare le stoviglie.
Già era un azzardo entrare con le espadrilles in quei bagni perennemente bagnati. Ad un certo punto però entra una arcigna anziana signora delle pulizie con in mano la lancia di un’idropulitrice.
La guardo con terrore, ma non ho neppure il tempo di aprire bocca che la “vecchiaccia”, noncurante della mia presenza, spara un getto potentissimo verso il pavimento ed anche direttamente sulle mie gambe, inzuppando all’istante le mie espadrilles le quali si sfaldano totalmente e immediatamente come ghiaccio al sole, ritornando allo stato originare di semplice corda e lasciandomi di fatto scalzo: ah, l’evanescenza del piacere!
🙂

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Stavo riguardandomi il video fresco fresco dell’interpretazione di Paola di “Professor Bartleboom“, tratto dal romanzo Oceano Mare di Alessandro Baricco, in occasione dello spettacolo dello scorso 21 giugno “Pandora, le Storie del Vaso” a Cisano di San Felice del Benaco.

Devo dire che insieme alle percussioni di Aligi Colombi, Paola con la sua interpretazione ha saputo decisamente far viaggiare il pubblico in un’altra dimensione emozionale. Sono certo che anche lo stesso Alessandro Baricco apprezzerebbe.

Anche il video, a parte la scarsa qualità delle telecamerine che avevamo a disposizione, e a parte io che ogni tanto passo sullo sfondo, rende abbastanza l’emozione trasmessa.

Anche le altre lettrici sono state molto brave e con le loro interpretazioni ci hanno fatto fare dei piccoli viaggi. Per chi fosse interessato è possibile vedere anche i video delle altre interpretazioni.

Questa serata era la versione live di un podcast letterario http://pandoralestoriedelvaso.wordpress.com che Barbara, Paola e altre amiche stanno curando da qualche mese.

Proprio una iniziativa interessante!
Brava Barbara, brava Paola, brave tutte!

Ascoltando voi mi è venuta in mente una citazione che calza a pennello:

Chi è analfabeta, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria;
chi legge avrà vissuto 5000 anni:
c’era quando Abele uccise Caino, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito … perché la lettura è un’immortalità all’indietro.
(Umberto Eco)

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Un amico che si occupa di video ieri stava commentando i test di slow motion della nuova telecamera Sony FS700 su evoluzioni di freestyle motocross, con riprese fatte da un elicotterino radiocomandato.
Io non sono solito emozionarmi per la tecnologia, ma in questo caso il risultato è veramente impressionante e toccante!

Ecco qui sotto il video, che potete trovare anche a questo indirizzo http://vimeo.com/45762381.
Vi consiglio di guardarlo a tutto schermo!

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Ordine umano

Giorni fa in Croazia passeggiavo tra le viuzze di un paesino quando mi imbatto in questo pittoresco vicolino con tutti i panni stesi e mi chiedo: questo è ordine o disordine?

Dopo una breve riflessione giungo alla conclusione che per me è ordine umano. Amo infatti il modo in cui i panni stesi movimentano le vie, colorandole e dando familiarità anche a luoghi sconosciuti, amo il calore e l’aria di casa che trasmettono.
Mi fa riflettere però che certamente nessun regolamento condominiale considerato “serio” lo consentirebbe, nell’ottica del mantenimento di un serioso pseudo decoro che però mi priva dell’emozione di questi colpi d’occhio.

Io amo come molti il rigore, l’ordine e la serietà dei paesi mitteleuropei che mi donano sempre una positiva sensazione di serenità e tranquillità di vita, ma amo altrettanto l’emozione e il calore che sa donarmi il nostro meridione d’Italia o la Grecia, luoghi molto divertenti e stimolanti ma in cui non mi verrebbe istintivo vivere per la carenza di rigore organizzativo e rispetto delle regole.

Vorrei dei luoghi che uniscano da un lato il rigore e l’ordine mitteleuropei, e dall’altro l’emozione dell’estetica mediterranea. A me non pare impossibile, eppure nella realtà sembrano dimensioni inconciliabili.

E’ il solito apparente contrasto tra forma e libertà, e la convinzione che la forma tolga libertà: tutt’altro!
Una delle lezioni dello Zen ad esempio è che la forma (regole o struttura) è necessaria affinché la libertà esista. Se tu hai forma puoi esercitare grande libertà. Certo, è pur sempre necessario usare il buonsenso per non lasciare che le regole divengano una sorta di prigione.
Tutto ciò è quello che viene chiamato il Paradosso della scelta, per il quale avere un numero illimitato di scelte e poche limitazioni, non solo non ci libera o “abilita”, ma è invece una sorta di fardello.
Muoversi all’interno di una struttura ben congeniata per garantire ampi gradi di libertà, non solo non significa vivere in modo rigido o noioso, ma può essere grande sorgente di soluzioni creative e libere.

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L’alba di stamattina è particolarmente bella, le nuvole sembrano una coperta che protegge il cielo azzurro …

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Serena ha pubblicato sul suo blog il video qui sotto che mi ha molto colpito e mi ha fatto ripensare con forza a quella che in passato ho chiamato l’indispensabilità dell’inutile.

Oh, the Places You’ll Go! è il titolo del video, ed è ispirato alla omonima poesia e libro di Dr. Seuss, un dono che pare molto in uso in Stati Uniti e Canada agli studenti che terminano la high school o il college.

Questo video ha il grande potere di mettermi di buon umore, farmi sentire leggero e donarmi entusiasmo. I personaggi, reali, sembrano letteralmente usciti da un libro di fiabe …

Lo so, sono strano, ma non so perché vedendo persone giovani esprimersi così liberamente e con creatività non riesco a non essere ottimista per il futuro se ne saranno protagonisti, ed è paradossale come personalmente li senta sensibili, coscienti e attenti ai valori e ai bisogni “reali” e all’importanza della condivisione e delle emozioni, percezione che invece non ho con le nostre classi dirigenti.

Il video è stato girato al Burning Man 2011, un festival che si tiene negli Stati Uniti e che fa della creatività e della libertà di espressione i suoi tratti principali.

Per meglio seguirlo ho cercato il testo in rete, e visto che leggevo non essere mai stato tradotto in italiano, per farlo godere al meglio ho chiesto a Paola di tradurmelo.
Buona lettura e Buona ispirazione! 🙂

Oh, the Places You’ll Go!

by Dr. Seuss

Congratulations!
Today is your day.
You’re off to Great Places!
You’re off and away!

You have brains in your head.
You have feet in your shoes
You can steer yourself
any direction you choose.
You’re on your own.
And you know what you know.
And YOU are the guy who’ll decide where to go.

Oh! I Luoghi in cui andrai!

by Dr. Seuss

Congratulazioni!
Oggi è il tuo giorno.
Sei in viaggio verso Grandi Luoghi!
Sei via, in viaggio!

Hai cervello in testa,
Hai piedi nelle scarpe,
Puoi condurre te stesso
In qualsiasi direzione tu voglia
Sei solo.
E sai ciò che conosci.
E sei TU a decidere dove andare.

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Il piacere di uno jagertee bollente sulla neve, fuori da un rifugio, l’ultimo sole che intiepidisce il viso. Attendendo il momento in cui tutti se ne vanno, i rumori si placano e si resta soli, in mezzo alla natura.
Si riesce finalmente a percepire la leggera brezza della sera tra le fronde degli abeti, e poi l’ultima lunga discesa in solitaria alle ultime luci del giorno.
Ogni tanto mi fermo ad ascoltare il fragore del silenzio, intorno è tanto, è troppo, è bello, provo sempre una sensazione di inquietudine: è vero, non siamo più abituati a restare soli e silenti semplicemente ad ascoltare.
Prendo un respiro, sono sereno, riparto, che splendore!

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Beh, mi fa un certo effetto passeggiare in Raekoja plats qui a Tallinn e poter entrare nella farmacia più antica d’Europa, ancora in attività ininterrottamente dal 1422 ancora nel Medioevo, ancor prima che Cristoforo Colombo scoprisse l’America.

Se si pensa poi che il 1422 è la data della prima documentazione scritta dell’esistenza della farmacia, ma che la cita come appartenente al terzo proprietario, certamente è qui da ben prima, in pieno Medioevo: cavolo che emozione!

A riflettere su cosa hanno visto questi muri (la peste, il freddo, le malattie, la storia che di qui è passata) mi vengono i brividi!

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Tallinn è una vera perla sul Mar Baltico, sono rimasto assolutamente folgorato dal suo fascino, la città vecchia (Old Town) è un autentico gioiello, perfettamente conservata e con una enorme vitalità, ragazzi ovunque e di tante nazionalità, una babele di lingue, locali per tutti i gusti e palati, energia.

Passeggiare poi di notte per le sue vie è un vero incanto, una splendida illuminazione ne esalta le atmosfere medievali …
(tutte le fotografie sono ingrandibili cliccandoci sopra)


… varcare poi la porta del ristorante Olde Hansa è un intenso tuffo nel Medioevo che mi ha emozionato …

… luce solo dalle candele, tavoloni in legno, decorazioni medievali, piatti e boccali di birra in terracotta smaltata, musica medievale dal vivo, personale in costume d’epoca, pietanze sostanziose e buonissime (si può mangiare a qualsiasi ora): io consiglio come antipasto le aringhe affumicate della casa, come piatto principale “Delicacy of Old Reval”, birra la estone “Saku Originaal” (lager), dolce “Rose pudding savoury, Velvet Delight of the Nobility”: consumati in quel magnifico locale magico ne sono uscito iper-sazzio ed estasiato, eccone alcune immagini …



… ed ecco anche un piccolo video (sorry per la qualità, ma l’ho ripreso con una piccola macchina fotografica compatta) delle tre suonatrici che allietano il pranzo, sempre con musica e strumenti medievali ..

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Il grave terremoto che ha colpito il basso lago di Garda alle 23.59 del 24 novembre 2004 è stato analizzato nei dettagli dalla scienza, poco o nulla però si sa dell’aspetto umano, delle paure, dei disagi, delle difficoltà, della ricostruzione.

Il nostro personale racconto di quella notte è uno di quelli che Camilla ama sentirsi periodicamente raccontare e noi ogni volta siamo quindi costretti a ripercorrere quei minuti, quelle ore, quei giorni, quelle settimane.

Nei giorni scorsi, dopo l’ennesima replica, Cami l’ha improvvisamente visualizzato in un disegno che mi è parso particolarmente completo per i suoi 6 anni, la nostra Tapisserie de Bayeux dell’evento 🙂 …

Cliccare sull'immagine per ingrandirla

Sì, lo so, forse così non è immediato, ecco quindi in breve il nostro personale racconto, così poi guardando il disegno tutto sembrerà chiarissimo:

Il nostro terremoto del Garda del 24 novembre 2004

24 novembre 2004, è sera, ora di dormire, Paola ed io ci infiliamo sotto le calde coperte.
Camilla è in pancia di Paola da 6 mesi allegramente scalciante, gliene mancano ancora 3 prima di vedere la luce, o almeno così pensavamo, visto che ha voluto poi bruciare i tempi di oltre 1 mese.

Alle 23.59 il letto trema in modo morbidamente energico, come fossimo su un materasso ad acqua (saprò dopo che tale effetto è dovuto alla natura argillosa del terreno su cui poggia la nostra casa). Tempo di riprendersi dal brusco risveglio e tutto è già terminato.

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6 ottobre ultimo bagno della stagione, beh, direi un’estate 2011 da ricordare, quasi sei mesi di bella temperatura, iniziata quest’anno già il 10 aprile!

L’altro giorno l’acqua era veramente pulitissima, nessuna persona, nessun motoscafo rumoroso, anche gli uccelli migratori sono già partiti quasi tutti, che bellezza!

Dai, voglio farla tragica …

… ed io che pensavo di aver fatto l’ultimo bagno a fine settembre in Grecia …

Dai, voglio farla ancor più tragica …

… il freddo, soprattutto al mattino è oramai arrivato, oggi 6°, SIG SIG, si va verso la stagione fredda che non amo per nulla, ho bisogno di una degna colonna sonora in cui crogiolarmi per qualche secondo in una consolatoria autocommiserazione …

… sì, trovata! Perfetta! The Call by Regina Spektor, eccola ..

… bon dai, mi sono autocommiserato abbastanza, ora sono pronto ad immergermi nell’autunno e poi nell’inverno: castagne arrivo!
😀

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C’è differenza tra nutrirsi oppure farsi un rilassante massaggio dell’anima attraverso il cibo, in un luogo dall’eleganza semplice e raffinata, dal panorama unico sull’Egeo, con una dolce musica da viaggio della mente, con la brezza della sera che ti accarezza il viso: è questa la differenza tra i normali ristoranti greci e Agnadio (Αγνάντιο).

Lavoro, diletto, in questi anni sono tornato molte volte in Grecia, isole ed entroterra, e sono stato in decine di ristoranti. Non ho alcun dubbio nel dire che Agnadio è probabilmente il miglior ristorante che io ho trovato in Grecia.

Come l’ho scovato? Beh, casualmente.
È una giornata in cui ho fatto molto, sono decisamente soddisfatto e penso: “mi voglio premiare: cena nel miglior ristorante!
Sono di passaggio da Skiathos, cerco quindi su Tripadvisor i ristoranti nelle prime posizioni e poi d’istinto scelgo Agnadio.
Non è facile da raggiungere, si trova in collina sulla strada per il bellissimo Monastero di Evangelistria.

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Senza casco c’è più gusto …

… anche se non si dovrebbe!

Uno dei passatempi preferiti in Grecia, soprattutto nelle isole, è affittarsi un motorino e girovagare, e anch’io lo faccio.

Premetto che in Grecia è obbligatorio il casco, però non lo indossa quasi nessuno e anch’io, ahimè, non mi sottraggo all’insana pratica, ove non pericoloso.

Nuoce grave alla salute” forse dovevo scrivere questo all’inizio, però cosa volete mai, andare in motorino senza casco anche a fine settembre in riva al mare con il tiepido vento dell’Egeo che ti scompiglia i capelli e con il sole in fronte è un vero immenso piacere!
🙂

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Un bel sonnellino …

Photo by Fabio Serenelli (cliccare per ingrandire)

Un bambino che dorme pacificamente su una coperta distesa sulla sabbia di una spiaggia in Uruguay, fotografato dal mio amico Fabio Serenelli, in viaggio con la sua famiglia.

Questa immagine mi è sempre piaciuta sin da quando Fabio me l’ha mostrata e mi conferma come i bambini per stare bene abbiano solo bisogno della presenza serena dei genitori, di tanta tantissima compagnia e amore, di vivere in un luogo salubre e di nutrirsi in modo sano; dove, come, quando, cosa e con che mezzi, sono poi dettagli totalmente ininfluenti, l’ho sperimentato in prima persona.

… dedicato a chi pensa che i bambini per stare bene abbiano bisogno di SUV, monovolumi, ville, hotel di lusso, estenuanti e innumerevoli attività sportive e artistiche, videogames, merendine, ecc. … fronzoli

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Prima di partire per un viaggio di solito penso ad una cosa, una sola, che a pelle senza rifletterci mi piacerebbe fare e la faccio.
Così ad esempio mi capita di ritrovarmi in Germania d’inverno sul lungo Danubio in rollerblade senza quasi saperci andare, oppure sulle coste dell’Egeo a cavallo essendoci andato una sola volta in vita mia, e così avrei altre storie.

Domenica scorsa a Campèi de Sìma, ispirato da altri ciclisti ho avuto una di queste illuminazioni: “vorrei arrivarci in bicicletta e godermi il magnifico panorama gustandomi una birra con le gambe e i piedi in ammollo nella fontana di acqua gelata“.

Mmmhhh, non ho proprio resistito ed eccomi qui …

Partenza di prima mattina da San Felice, alle 9.30 ero già a Campèi de Sìma. Il giro è di circa 60km, partendo dai 120 mslm di San Felice del Benaco, raggiungendo un’altezza massima di poco meno 1300 mslm che si raggiunge più o meno a metà strada. I primi 30 km sono strada normale, mentre la parte centrale è di sterrato, cemento e sentieri, l’ultima parte invece è strada normale.

Sono salito seguendo il primo tratto della Cavallino, quindi da Vobarno, Degagna, Eno, Cavallino della Fobbia. Direzione poi Coccaveglie, inizia la strada sterrata, e dopo un paio di chilometri deviazione per Dosso Corpaglione.

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Fare il pieno vivendo

Ma dove sei finito?“, questa è la domanda che in questi giorni ogni tanto mi viene rivolta da alcuni lettori.

Antonello Venditti, presentando il suo nuovo album ha recentemente detto: “per fare un disco è necessario vivere, amare, mangiare, fare l’amore, andare in tram, stare tra la gente, andare allo stadio… dopodiché le cose da dire sono tante“.

Beh, a mio modo ho in questi giorni ho semplicemente fatto questo: mangiato, giocato, passeggiato, dormito, pedalato in bicicletta, fatto bagni, ascoltato musica, incontrato amici, fatto bricolage, … ma soprattutto ho tenuto spento il computer!

Ora ho nuove esperienze e sensazioni da raccontare.

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