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Archive for the ‘Casa’ Category

Autunno … io ce l’ho profumato

Autunno, tempo di catturare gli ultimi profumi dell’estate prima che svaniscano.

Sgraniamo la nostra lavanda fatta essiccare a testa in giù, e la mettiamo in questi variopinti sacchettini che andranno a profumare i cassetti della nostra biancheria intima.

Sacchetti di lavanda

Cami monda il prezzemolo appena raccolto dal nostro orto, e dopo averlo lavato e asciugato per bene lo mettiamo in freezer nei sacchetti, pronto per insaporire i nostri piatti durante l’inverno.

Io denudo la pianta del basilico da tutte le belle e profumate foglie e le mettiamo in un vaso sott’olio, bello pronto per i sughi al pomodoro durante la stagione fredda.

Raccolgo i pomodori verdi rimasti sulle piante e che oramai non giungeranno più a maturazione; devo ancora decidere se metterli sotto aceto o fare una marmellata di pomodori verdi.

E poi altri profumi dell’orto: le ultime erbe coste, gli ultimi peperoncini verdi da mettere sotto aceto e condire poi con sale olio e grana, gli ultimi peperoncini rossi tondi da fare ripieni al tonno, …

… intanto i nuovi profumi invernali sono già quasi pronti!

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Dopo un piccolo screzio verbale tra me e Cami sui compiti, lei si rifugia nella sua cameretta e appende fuori dalla porta questo cartellino di protesta …

Troppo buffo il post-it posticcio! 😀

Si accettano coccole! ... non da Maurizio

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Cami disegna Mediterraneo

Mediterraneo, film del 1991 diretto da Gabriele Salvatores. Ne ho giusto parlato pochi giorni fa a proposito delle sue diverse versioni in circolazione.

Uno dei miei film del cuore, ma anche uno dei preferiti di Camilla, nata ben 16 anni dopo, ma tant’è: quando un film è bello non ha età.
Una delle scene che a Cami piace di più è la partita di pallone con l’arrivo dell’aereo del tenente Carmelo La Rosa. Ecco come l’ha disegnato …

Cliccare sul disegno per ingrandirlo

… ed ecco invece la scena originale …

Fantastica! Brava Cami!
🙂

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La scorsa settimana stavo riflettendo sulla nostra gestione familiare dei rifiuti, in considerazione della nostra bolletta di 187 euro, folle per le nostre abitudini.

Ecco infatti nella foto qui sotto l’80% dei rifiuti della nostra famiglia degli ultimi 6 mesi:

Sì, è semplice terriccio, ottimo per coltivare molte buone verdure. Quindi oltre l’80% dei nostri rifiuti sono rimasti in casa nostra. Considerando che abbiamo un orto medio, un bel giardino e alcune piante che vengono potate ogni anno, abbiamo risparmiato al sistema di raccolta e smaltimento rifiuti parecchio lavoro.
Come abbiamo fatto? Beh, semplice: con una compostiera (che si vede nella fotografia) e con il biotrituratore qui a fianco per sminuzzare gli scarti vegetali grossi (in modo da facilitare la generazione del compost), acquistato in offerta in un hard discount.

La parte restante dei nostri rifiuti viene ovviamente differenziata (carta, plastica, vetro e lattine), rimanendo infine un piccolo sacchettino ogni 8-10 giorni di rifiuto indifferenziato.

La mia domanda è: ma è giusto che una famiglia come la nostra paghi 187 euro?

Generalizzando: ma è giusto che la fatturazione dei rifiuti venga ancora fatta sulla base del numero dei componenti del nucleo familiare e della dimensione dell’abitazione?
Ovviamente No!

A mio avviso il futuro, anzi, direi il presente dei rifiuti è la responsabilizzazione dell’utenza attraverso un sistema di raccolta porta a porta stretto, associato alla tracciatura e pesatura di ogni singolo bidoncino all’atto dello svuotamento, e ad una una tariffazione puntuale, correlata alle effettive quantità e qualità (differenziazione) dei rifiuti prodotti da ogni singola utenza, potendo così parlare di “eco-fiscalità”.

La tecnologia già esiste, così come pure varie applicazioni. In particolare la soluzione maggiormente utilizzata è quella dell’RFID (o Radio Frequency IDentification o Identificazione a radio frequenza), già ampiamente impiegato ad esempio nei settori dell’abbigliamento o degli alimentari.
Esistono già infatti dei bidoncini con integrati dei tag RFID (dal valore di pochi centesimi di euro). Ognuno potrebbe quindi avere un proprio bidoncino personale. Grazie a questo sistema, dotando i mezzi di un tutto sommato economico sistema di rilevazione, sarebbe possibile pesare i rifiuti all’atto della raccolta, acquisendo contemporaneamente i dati del peso e della tipologia di rifiuto raccolto (carta, plastica, vetro, indifferenziata, ecc.), oltre che la posizione attraverso un sistema di georeferenziazione.

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Cami, ieri mattina: “Papi, papi, posso guardare “My little pony”?!?!? Dai, dai!!!”
(… ehm, per chi non lo sapesse è un cartone animato)

Vista la bella giornata provo a rilanciare con un “perché piuttosto non esci in giardino al sole oppure in bicicletta?”.

Niente da fare! “Nooo, dai, è il mio cartone preferito, possooo?”, come fosse l’unica e più preziosa cosa che volesse fare in quel momento al mondo.
Vabbé, penso, è domenica, e quindi “va bene dai”.

Intanto vado nell’orto a tagliare il prezzemolo, pronto per preparare poi i sacchettini da conservare in congelatore per l’inverno.
Al mio rientro mi rivolgo a Cami in tono scherzoso: “Cami, quando è finito il cartone devi venire a pulire tutto il prezzemolo”, certo della risposta …

… e invece “Sìììììì!!! Bellissimo pulire il prezzemolo!!!”, spegne “My little pony” a metà e per un’ora monda una grossa bacinella di prezzemolo, prima da sola e poi in compagnia della nonna.

Mah, una cosa è certa, i bambini sono gente strana, io non li capirò mai, eccola al lavoro. 😐

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Il grave terremoto che ha colpito il basso lago di Garda alle 23.59 del 24 novembre 2004 è stato analizzato nei dettagli dalla scienza, poco o nulla però si sa dell’aspetto umano, delle paure, dei disagi, delle difficoltà, della ricostruzione.

Il nostro personale racconto di quella notte è uno di quelli che Camilla ama sentirsi periodicamente raccontare e noi ogni volta siamo quindi costretti a ripercorrere quei minuti, quelle ore, quei giorni, quelle settimane.

Nei giorni scorsi, dopo l’ennesima replica, Cami l’ha improvvisamente visualizzato in un disegno che mi è parso particolarmente completo per i suoi 6 anni, la nostra Tapisserie de Bayeux dell’evento 🙂 …

Cliccare sull'immagine per ingrandirla

Sì, lo so, forse così non è immediato, ecco quindi in breve il nostro personale racconto, così poi guardando il disegno tutto sembrerà chiarissimo:

Il nostro terremoto del Garda del 24 novembre 2004

24 novembre 2004, è sera, ora di dormire, Paola ed io ci infiliamo sotto le calde coperte.
Camilla è in pancia di Paola da 6 mesi allegramente scalciante, gliene mancano ancora 3 prima di vedere la luce, o almeno così pensavamo, visto che ha voluto poi bruciare i tempi di oltre 1 mese.

Alle 23.59 il letto trema in modo morbidamente energico, come fossimo su un materasso ad acqua (saprò dopo che tale effetto è dovuto alla natura argillosa del terreno su cui poggia la nostra casa). Tempo di riprendersi dal brusco risveglio e tutto è già terminato.

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La cura e la passione degli inglesi per la casa, il giardino e le aste sono note a tutti.

Guardando però i canali BBC che vengono trasmessi solo in Inghilterra (che ricevo con la mia parabola rotante) è molto curioso vedere come queste passioni siano in modo incrociato alla base di vari programmi televisivi che occupano una buona percentuale dei palinsesti, programmi che sono tra l’altro molto carini e una grande fonte di ispirazione per gli amanti della casa.

Eccone solo alcuni che vengono trasmessi quotidianamente a titolo di esempio:

Escape to the Country
Veramente meraviglioso, il mio preferito. Ogni sera c’è una famiglia che ha deciso di trasferirsi dalla città alla campagna inglese in una zona d’Inghilterra e quindi un agente immobiliare li accompagna nella scelta di un casale da acquistare, tra tre sempre meravigliosi che gli vengono fatti visitare, di cui uno per la sua struttura particolare viene detto “the mistery house”.

Cash in the Attic
C’è una famiglia che ha bisogno di denaro per realizzare un’opera. Un esperto valutatore quindi ricerca nella loro casa oggetti, antichità che poi verranno messi all’asta al fine di raccimolare il denaro necessario.

Homes under the Hammer
In ogni puntata vengono seguite due o tre case acquistate all’asta in cattive condizioni. Queste case vengono poi ristrutturate, risistemate e rivendure. Interessante osservare il guadagno ed anche le soluzioni adottate con il miglior rapporto qualità-prezzo.

Bargain Hunt
In ogni puntata a due team viene affidato un budget con cui acquistare delle antichità accompagnati da un esperto. Il materiale acquistato viene successivamente venduto ad un’asta pubblica e vince chi ha guadagnato di più.

Flog It
In ogni puntata vengono scelti degli oggetti antichi, i più promettenti a detta degli esperti tra quelli  portati dal pubblico, oggetti che vengono poi venduti ad un’asta pubblica.

Mad about the House
Questo è un programma crudele. Ad una coppia che non hai i soldi per risistemare la propria casa viene dato un budget per farlo, ma con l’unica condizione che sia solo uno dei due a prendere tutte le decisioni su come farlo. Crudelissimo!

To Buy or not To Buy
In ogni puntata ci sono dei partecipanti che hanno bisogno di acquistare una casa ai quali viene concesso di testare in anticipo l’abitazione in previsione dell’acquisto.

Insomma, potrei continuare facendo ulteriori esempi di programmi come Antiques Roadshow o altri ancora.

Certo è che stavo riflettendo su come è strano che invece dei format del genere non vengano realizzati in Italia, la patria della “casa di proprietà”.
Secondo me avrebbero successo, anzi, io un’ideuzza ce l’avrei proprio …
😉

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Milla è tornata a casa dall’asilo con il “book” dei suoi lavoretti sull’autunno fatti con varie tecniche pittoriche, e questa simpatica mini-composizione di tre di essi mi è piaciuta. Appiccicati con delle calmitine sul frigorifero faranno una bella figura. 🙂

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Protetto: I 90 anni della Nonna

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Quando mi capita di andare in Alto Adige prima di tornare a casa c’è un appuntamento fisso, quello con la forneria dove faccio incetta di buonissimo pane integrale ai semi di finocchio e papavero.
Sì, però mica vado tutti i giorni in Alto Adige e quel pane mi piace molto, quindi mi sono detto: “Ah sì? E allora lo faccio io in casa!

Sono partito da questa ricetta di Michele Castellano (che tra l’altro ha una ricca sezione dedicata alle ricette del pane fatto in casa) e dopo alcuni affinamenti della preparazione rispetto all’originale, finalmente mi è riuscito un pane buono e bello, guardare per credere (il colore rossiccio è dato molto dal sole che batteva):

Devo dire un’esperienza rilassante, se poi l’accompagnate con della buona musica direi quasi mistica.

Ecco quindi la ricetta con le mie modifiche (nella ricetta originale si possono vedere anche le foto con i risultati intermedi e finale).

La sera prima si prepara la biga (occhio alla consonante 🙂 ):
200 gr farina Manitoba
120 gr d’acqua
6 gr di lievito fresco fatto sciogliere nell’acqua tiepida
Si copre con una pellicola e si lascia lievitare per almeno 12 ore (io di solito metto la ciotola con la biga nel forno spento per evitare sbalzi di temperatura).

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Il foglio di neve d'agosto

Riguardando le fotografie di gite fatte nei giorni scorsi in montagna, mi ha fatto molta tenerezza questa immagine di Camilla che disegna con un bastone su un mucchio di neve ancora presente ad agosto sul Maniva, ricordo delle intense nevicate dello scorso inverno.
Il titolo che ho dato alla fotografia?

Il foglio di neve d’agosto

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Notizia di ieri la Signora Michelle Obama sta allestendo alla Casa Bianca un bell’orto con broccoli e zucchine, così in casa mangeranno meglio, più sano ed eviteranno il colesterolo.
Oltretutto gli Obama mangeranno prodotti locali, ovvero prodotti o allevati a distanza “sostenibile” da casa.

Cara Michelle, volevo dirti che anch’io la scorsa settimana mi sono fatto prestare la motozappa da Piero il signore ultra 80-enne che abita di fronte a me, ho concimato e fresato per bene tutta la terra del mio orto facendola diventare morbida e ben dissodata, e infine ho piantato per ora una nuova pianta di salvia a foglie larghe (l’altra mi è morta quest’inverno), 

ed ho seminato po’ di prezzemolo, rucola, rapanelli rossi giganti, cicoria zuccherina di trieste (radicchio) e una lattughina tenera primaverile.
Il rimanente lo pianterò più tardi a stagione avanzata.
Ho inoltre tolto la copertura alle piante di limoni.

Cheddire, grande Michelle, evvai di filiera corta, anzi, cortissima è per me un grande segno di speranza!
🙂 

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Mattinata montessoriana

Sabato, dopo una stancante intera giornata all’aperto, il programma per la sera era di godermi in pieno relax sul divano la serata finale di San Remo in tv, e così ho fatto.

Durante una pubblicità facendo zapping ho però notato che su Canale 5 stavano ripetendo la fiction su Maria Montessori.
Ho cominciato a guardarla a tratti e devo ammettere che la vita di questa donna mi ha appassionato, tanto che ho gradualmente abbandonato San Remo.

Confesso che fino a sabato sera a me il nome Montessori ricordava quasi unicamente la via dove si trovano le scuole elementari “Teresio Olivelli” di Salò che io ho frequentato.
Dopo sabato però ho avuto modo di intuire la portata del suo “metodo” e i motivi per cui si è diffuso così prepotentemente nel mondo.

Mi ha fatto riflettere anche sugli errori che commetto con Camilla, quindi al mattino seguente quando io e lei siamo scesi per la colazione le ho fatto preparare liberamente la tavola, in completa autogestione, io le passavo solamente tazze, cucchiai, tovaglioli, biscotti, fette, marmellata, miele, ecc.

Ho poi pensato che non le avevo mai fatto versare il latte nel padellino con il brico, sempre pensando per pigrizia che era troppo piccola e quindi l’avrebbe rovesciato, dovendo poi io di conseguenza pulire tutto.
Risultato?
Ha rovesciato un bel po’ di latte sul bancone, però quanto era soddisfatta di se per aver preparato il tavolo e riempito da sola il padellino.

Ho quindi capito di aver applicato uno dei cardini del “metodo” montessoriano:

La maestra non insegna al bambino la sua verità, non cerca di travasare in lui il suo sapere ma dirige (viene, infatti, chiamata direttrice ) le attività del bambino, quelle attività che gli permettono di sviluppare il suo spirito in modo libero e di libeare le sue immense energie e potenzialità che la società e la scuola tradizionale invece comprimono implacabilmente.

Ora mi riprometto di prestare più attenzione a questi aspetti.
Insomma, una curiosa mattinata montessoriana.
🙂

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Un battito per papà

C’è un evento nella mia vita il cui ricordo è sempre straordinariamente emozionante e che il racconto del sogno di mia nonna mi ha riportato alla mente.

Della nascita di Camilla non ho esattamente un buon ricordo, anzi tutt’altro, infatti tutto ciò che poteva andare per il verso sbagliato ci è andato, a parte ovviamente il lieto fine che ora c’è e sta bene.
Nacque infatti prematura di oltre un mese, e dopo molte ore di tentativo di farla nascere in modo naturale, vista la sofferenza di mamma e figlia decisero un cesareo di emergenza.
Non vidi neppure Camilla in quanto date le sue condizioni un po’ precarie la portarono immediatamente in terapia intensiva neonatale dove rimase in incubatrice per giorni bendata, sotto le lampade a raggi ultravioletti, con vari sensori collegati e per i primi giorni addirittura intubata per aiutarne la respirazione viste le difficoltà.

In quei giorni di gennaio 2005 anche il meteo non ci fu d’aiuto, nebbie fitte mai viste sul lago e una mega-nevicata.
In una delle prime notti, era abbondantemente passata mezzanotte, guidando nella neve ero andato all’ospedale di Desenzano a portare un po’ di latte che Paola si era tolta perché lo dessero a Camilla, e rimasi lì dentro la terapia intensiva con medici e infermieri a chiacchierare e ad osservare il loro incredibilmente amorevole lavoro con quei bambini sofferenti che sembravano quasi dei ragnetti viste le loro dimensioni e come si dimenavano.

Osservavo anche continuamente Camilla che si dimenava nell’incubatrice e il grafico terribilmente irregolare del suo battito cardiaco e il ritmo altrettanto irregolare della sua respirazione.

Ad un certo punto chiesi l’autorizzazione al medico di aprire l’incubatrice e di dare per qualche secondo il mio enorme dito nelle manine di Camilla, e autorizzato così feci molto intimorito.
Vidi all’improvviso medici e infermieri avvicinarsi velocemente a me e Camilla con occhi stupefatti, solo lì capii che era successo qualcosa di assolutamente straordinario: il battito cardiaco e la respirazione di Camilla con il mio dito in mano si erano incredibilmente regolarizzati!
Togliendo il mio dito invece ritornavano irregolari e anche sostituendolo con quello di medici e infermieri rimanevano irregolari.

Solo in quel momento ho capito che c’è qualcosa di potente che ci sfugge e che va oltre i nostri 5 sensi, perché sono certo che nessuno mai con la scienza riuscirà a spiegarmi perché una bambina di qualche centinaio di grammi, bendata, intubata ed in quelle condizioni così precarie, che oltretutto non mi aveva mai visto ne toccato, riusciva a capire che quello era il dito di papà.

Con emozione, Buon Anno

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Aggiungi un posto a tavola

 Camilla in arrivoIeri sera ero da mia nonna Carmela (quasi 90-enne) che purtroppo in questi giorni si trova in ospedale.

Insieme ricordavamo una cosa molto curiosa: ad ogni “arrivo” di una o un nipote il mio povero nonno Pietro le è apparso in sogno dandole degli indizi.

Quando era in arrivo Camilla in particolare si è sognata che era in cucina con mio nonno e lei stava preparando il pranzo ed aveva apparecchiato per due, quando mio nonno le ha detto di aggiungere un altro posto a tavola e di “buttare” un po’ più di pasta in pentola che c’era una persona in più a mangiare.

Al che mia nonna sorpresa gli ha chiesto chi era, ma lì il sogno è terminato … ed è arrivata Camilla.

Buon Natale

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Il nostro simpatico Presepe

Se li guardi da lontano tutti i presepi si assomigliano molto, ed ecco quindi quello di casa nostra:

Se però ti fermi e lo guardi al buio, da vicino e ti immergi nella sua atmosfera, beh, in quel fazzolettino puoi scoprire un caldo ambiente ricco di particolari, di personaggi, di rocce, con il fuoco, una fontana con acqua corrente, ecc …

Beh, non vuole essere mancanza di modestia, ma a fare il presepe sono proprio bravino!
😛

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La palla lava!

Alla fine la famosa Biowashball, la palla che consente di lavare in lavatrice senza detersivo, è arrivata, ma volevamo fare un po’ di test prima di esprimere un giudizio, che vi preannuncio essere decisamente positivo: la palla lava veramente!

Dopo alcune prove abbiamo trovato una buona soluzione utilizzare la palla per il lavaggio di circa 4 Kg di biancheria, associandogli l’inezia di 10 ml di detersivo liquido bio per avere anche la piacevole sensazione del profumo sulla biancheria, utilizzando il programma Eco a 40° senza centrafuga.

Il detersivo liquido bio che usiamo è Ecosì lana e delicati nella bottiglia da 1 litro, acquistato in un negozio di prodotti bio a Salò alla cifra di 5,25€; il prezzo non è certamente poco ma se si considera la quantità che serve di 10 ml, di fatto serve per circa 100 lavaggi, quindi alla fine il costo è quasi nullo, annulliamo praticamente l’inquinamento e la nostra biancheria non conterrà più i residui chimici dei detersivi.

Per quanto ci riguarda Biowashball promossa, ovviamente ci riserviamo di utilizzare i detersivi tradizionali per lo sporco più tosto, però se solo riusciremo ad abbatterne l’uso di almeno l’80% saremo già ampiamente soddisfatti.

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La crisi

E’ di qualche anno fa il film “La caduta”, io invece in questi giorni sto sperimentando “La ricaduta” di una brutta influenza che mi sta inchiodando a letto da giorni con febbre alta.

Uffa, una vera palla!
Non riesco a leggere, non riesco a pensare, non riesco a stare davanti ad un computer, riesco solamente a guardare un pochino di televisione.

Certo è che facendo un po’ di zapping i programmi sono quasi oramai monotematici: “la crisi economica“.
Non ci ho capito molto in quanto per me la finanza è un qualcosa di oscuro, certo però ho capito che la crisi finanziaria sta avendo chiaramente effetti sulla economia reale, vedasi tutte le persone in cassa integrazione ed i licenziamenti.

Cosa stia succedendo nella finanza è difficile da capire, certo è che mi ha impressionato l’intervista a un italiano che lavora in una banca d’affari nella City londinese, il quale ha detto che una volta assumevano ragazzi con una preparazione economica aziendale, che quindi fossero in grado di analizzare dall’interno le potenzialità delle società, da una decina d’anni invece si sono assunti quasi esclusivamente laureati in matematica, quindi con nessuna base per analizzare le aziende, trasformando così i mercati finanziari in un mero gioco d’azzardo basato sul calcolo delle probabilità, con un totale scollamento dall’economia reale, distruggendo così magari realtà imprenditoriali con notevoli potenzialità ancora inespresse all’interno.


Vabbé, però che palle, già sono qui inchiodato a letto, ho voglia di svago allo stato puro, e quindi la sera mi godo le immagini di mare dell’Isola dei Famosi (quanto vorrei essere lì a farmi un bagno in quel mare), mi faccio due risate osservando il goffo sederone della Contessa De Blanck, i siparietti con l’ufo Carlo Capponi, e mi risollevo guardando Belen Rodriguez che entra in acqua.

Puro svago per puro svago sono pure arrivato a leggermi I love shopping di Sophie Kinsella, in condizioni normali l’avrei abbandonato quasi subito, ma in questo stato devo dire che mi sono pure un po’ svagato.

Ora torno di nuovo a letto ma ho voglia di riprendere la mia vita normale!

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Visto che in questi giorni c’è la “luna buona” (calante) ed anche se siamo un po’ troppo avanti con la stagione, ieri pomeriggio ho raccolto la voglia a quattro mani, ho preparato la terra arricchendola con del compost (che come residente ho preso gratuitamente presso la discarica comunale di San Felice) ed ho piantato nell’orto le colture invernali che negli anni dopo varie sperimentazioni mi hanno dato i migliori risultati e in particolare:

  • radicchio rosso di Verona
  • cicoria pan di zucchero
  • verze (che lo scorso anno abbiamo scoperto essere buonissime cotte al vapore e condite con olio e sale)
  • cavoli cappuccio
  • cavolfiori
  • cavolini di Bruxelles
  • broccoli
  • porri

Nell’orto delle vecchie colture estive ho lasciato piantato solo i vecchi porri (che sono quasi pronti), le erbe coste (che stanno ancora producendo bene) e il prezzemolo che coperto con tessuto-non-tessuto riesce a passare indenne l’inverno.

In tutto ieri avrò quindi acquistato una sessantina di piantine da trapiantare delle varie specie per un totale di meno di 10 euro, che però ci daranno buone e sane verdure fino a primavera inoltrata, con in più un impressionante risparmio economico considerando se le avessimo invece acquistate al supermercato.

Evvai di filiera cortissima, anzi nulla!

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Piove, ma guarda come piove …

Piove, senti come piove, ma guarda come piove, senti come viene giù!

Porca vacca che fine settimana autunnale, e oggi non è che sia iniziato molto meglio tanto che questa mattina ho inaugurato la stagione delle superpippo (nome in gergo per le magliette felpatine); spero non esca il sole in giornata altrimenti vado arrosto!

Però a dire il vero a me non è che dispiaccia più di tanto, ero un po’ stanco del caldo umido, la pioggia mi dà una sensazione di intimità, di pulizia, di ordine, di voglia di godermi la casa, di sedermi intorno ad un tavolo e chiacchierare, ma anche di rimettere in ordine un po’ le mie faccende, infatti il tavolo dello studio cominciava ad essere un po’ pieno di carte.

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