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Archive for the ‘mangiare bene’ Category

Ho appena terminato la prima parte del raccolto dalla mia pianta di cedri: 11 kg di profumatissimi cedri del Garda cresciuti solo a sole e acqua, oltre ogni bio.

Cedri del Garda

Sono contento perché dopo la forte gelata di due inverni fa avevo dovuto potare la pianta fino alla base nel disperato tentativo di salvarla. Pensavo fosse morta e invece la primavera successiva erano spuntati getti nuovi, da cui puntualmente dopo due anni sono nati questi bei cedri.

Come sempre preparerò un po’ di marmellata. Mi piacerebbe però fare anche qualcos’altro, visto che sono tanti e altri ne sono rimasti sulla pianta.

Accetto consigli e idee su nuove ricette!

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Una serata all’insegna della cucina marocchina, couscous di carne e verdure con pane arabo, msemen con marmellata ai mirtilli, e finale con tè alla menta.

Impasto dello msemen

Una bellissima iniziativa quella organizzata dal comitato Sopra la panca dell’accoglienza di Villanuova sul Clisi. Conoscere un po’ di più altre culture (Pakistana, Eritrea, Marocchina, Giapponese, Cilena) cucinando insieme i loro piatti occupando l’attesa chiacchierando, per poi infine gustarli tutti insieme in una grande tavolata.

Così ho potuto ammirare le gentili Fatima e Hanan preparare con incredibili cura, dolcezza, fatica e attenzione i loro gustosi piatti marocchini.

couscousmsemen e pane arabo
preparazione pane arabopreparazione pane arabo

Una serata molto piacevole che ci ha permesso, almeno per qualche ora, di godere della liberatoria sensazione di sentirci parte di un’unica comunità, al di là delle origini.

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Salamoia pronta, finalmente ho invasato le olive nere più belle delle mie piante.
Ora devono sono riposare per 40 giorni e poi sono pronte. Ottime come stuzzichini per aperitivi e/o per del buon paté. 😛

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Vista la bella stagione che continua a farci compagnia, non ricordavo più che siamo a fine ottobre, tempo in cui sul Garda si comincia a “góer” (la raccolta delle olive nel nostro dialetto). Sabato, durante il mio giretto in bici nei campi, me l’hanno ricordato i molti rumori di “pettini”, le reti a terra sotto gli ulivi, gli “scalì” (scala a pioli per la raccolta delle olive) incastrati tra i rami e la riapparizione di Panda bianche con incorporati anziani con larghi camicioni infeltriti a scacchi.
A dire il vero sarebbe un po’ in anticipo rispetto al detto della tradizione “A San Martì se alsa le scalì” (A San Martino, 11 novembre, si alza la scala).

Ieri ho comunque verificato anche le olive delle mie piante ed ho scoperto che quest’anno sono tutte particolarmente belle, sane e mature al punto giusto; la mosca olearia dopo alcuni anni ha finalmente risparmiato le nostre piante.
Ho quindi subito raccolto 4-5 kg delle olive migliori ed ho immediatamente iniziato la preparazione delle mie olive nere del Garda in salamoia mettendole a bagno in acqua fredda.

Fra un paio di mesi saranno pronte da gustare sul divano guardando un bel film. 😛

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Dolci dall’Iraq

Ieri sono arrivati in casa nostra direttamente dall’Iraq dei buonissimi datteri ripieni di frutta secca in una bella e originale confezione.

E’ una bella sensazione vedere segni di sana normalità dall’Iraq, un paese che nel mio immaginario è ciò che di più lontano c’è dalla nostra pacifica parte di mondo in cui viviamo.

Bene, spero verrà presto il tempo in cui ci si dirà con assoluta normalità: “cosa ne dici? quest’anno andiamo in vacanza in Iraq?“, sì, proprio così come ora si dice “andiamo a Sharm?“.

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Ah, avevo proprio voglia di una bella Pita Gyros con un goccio di retsina fresca, quindi ho fatto un salto in Grecia per pranzo …

… oppss, forse però ho un po’ sbagliato strada e l’ho presa un filo più lunga …

Vabbuò dai, ora è tempo di riprendere la strada di casa: κουήσου!
🙂

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Tallinn è una vera perla sul Mar Baltico, sono rimasto assolutamente folgorato dal suo fascino, la città vecchia (Old Town) è un autentico gioiello, perfettamente conservata e con una enorme vitalità, ragazzi ovunque e di tante nazionalità, una babele di lingue, locali per tutti i gusti e palati, energia.

Passeggiare poi di notte per le sue vie è un vero incanto, una splendida illuminazione ne esalta le atmosfere medievali …
(tutte le fotografie sono ingrandibili cliccandoci sopra)


… varcare poi la porta del ristorante Olde Hansa è un intenso tuffo nel Medioevo che mi ha emozionato …

… luce solo dalle candele, tavoloni in legno, decorazioni medievali, piatti e boccali di birra in terracotta smaltata, musica medievale dal vivo, personale in costume d’epoca, pietanze sostanziose e buonissime (si può mangiare a qualsiasi ora): io consiglio come antipasto le aringhe affumicate della casa, come piatto principale “Delicacy of Old Reval”, birra la estone “Saku Originaal” (lager), dolce “Rose pudding savoury, Velvet Delight of the Nobility”: consumati in quel magnifico locale magico ne sono uscito iper-sazzio ed estasiato, eccone alcune immagini …



… ed ecco anche un piccolo video (sorry per la qualità, ma l’ho ripreso con una piccola macchina fotografica compatta) delle tre suonatrici che allietano il pranzo, sempre con musica e strumenti medievali ..

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C’è differenza tra nutrirsi oppure farsi un rilassante massaggio dell’anima attraverso il cibo, in un luogo dall’eleganza semplice e raffinata, dal panorama unico sull’Egeo, con una dolce musica da viaggio della mente, con la brezza della sera che ti accarezza il viso: è questa la differenza tra i normali ristoranti greci e Agnadio (Αγνάντιο).

Lavoro, diletto, in questi anni sono tornato molte volte in Grecia, isole ed entroterra, e sono stato in decine di ristoranti. Non ho alcun dubbio nel dire che Agnadio è probabilmente il miglior ristorante che io ho trovato in Grecia.

Come l’ho scovato? Beh, casualmente.
È una giornata in cui ho fatto molto, sono decisamente soddisfatto e penso: “mi voglio premiare: cena nel miglior ristorante!
Sono di passaggio da Skiathos, cerco quindi su Tripadvisor i ristoranti nelle prime posizioni e poi d’istinto scelgo Agnadio.
Non è facile da raggiungere, si trova in collina sulla strada per il bellissimo Monastero di Evangelistria.

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Sono stati 4 giorni di festa di paese a San Felice, ogni sera un appuntamento dove piacevolmente incontrare tanta gente, fare le classiche quattro chiacchiere e degustare qualche buon prodotto locale.

Felixia con gusto30 giugno

Siamo partiti giovedì per il secondo anno consecutivo con la classica cena itinerante per i vicoli del paese assaggiando piatti e vini di tutte le oltre 20 postazioni gestite da ristoranti e produttori locali, ascoltando musica dal vivo e conversando piacevolmente con chi incontravamo. Ecco alcune foto scattate dal mio amico Marco, ehm, io infatti mi ero un po’ distratto …



Felixia nell’aia, tra olio e vino – 1 luglio

Il secondo giorno con Cami siamo andati rigorosamente in bicicletta nella splendida location della Cooperativa agricola di San Felice “La Verità” per una serata all’insegna dello spiedo con polenta, e delle danze con anche l’esibizione della scuola di ballo Cristian Dance: incantevole la ballerina con il vestito bianco, le bambine erano letteralmente estasiate nel vedere quei vestiti che a loro parevano da fate, ma anche i papà e in generale i maschietti 😛 …


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Incuriosito dal racconto di David  facciamo anche noi tappa a Cancale, un grazioso paese sulla costa bretone, famoso per le ostriche.

Ci dirigiamo al porticciolo con i banchetti dei pescatori che vendono ostriche appena pescate.

A dire il vero io non mangio solitamente pesce crudo, però dai, non mi capiterà un’altra volta e quindi confidando nell’assenza del vibrione in questo mare poco frequentato, mi butto ed ecco qui a destra il mio assaggio di ostriche!

Beh, dai, mettiamola così, posso dire di averle provate, ma sia per consistenza (ehm ehm, molto simile a … vabbé, se vi interessa ve lo dico in privato … 😛 ), sia per sapore (senza una bella e abbondante spruzzata di limone sono decisamente ostiche) non posso dire siano esattamente il mio cibo preferito, non parliamo poi di Paola che dopo averne assaggiata una ha addentato disperatamente il terribile panino di Camilla pur di “rifarsi” in qualche modo la bocca.

Ecco alcune immagini che abbiamo girato …

Beh, a pensarci bene più filiera corta e km 0 di così si muore: produzione, vendita, consumo e rifiuti in 4 step e massimo 50 metri! 🙂

Curiosa l’usanza di gettare le conchiglie sulla spiaggia una volta svuotate, simpatico anche vedere gente arrivare con baguette sotto braccio e bottiglia di vino bianco in mano, acquistare il proprio piatto di ostriche e mangiarle in compagnia seduti in terra sulla scalinata del porto.

Essendo zona di frutti di mare poi ne ho provati anche altri come si può vedere …

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Finalmente in Grecia, si pranza con tipici Pita Gyros e birra Mythos …

… seee, magari, però per un attimo questi sapori e profumi mi hanno evocato il bel viaggio in solitaria a zonzo per il Mar Egeo di qualche mese fa.

In realtà sono allo stand della Grecia del carinissimo Mercato Europeo che si tiene a Brescia ogni anno con venditori provenienti da vari paesi dell’Unione Europea e oltre. Prezzi molto alti, ma è comunque molto piacevole passeggiare tra le bancarelle, sentire i profumi e ascoltare le musiche delle varie nazioni…



Passeggiando ed ascoltando le diverse musiche tipiche stavo notando una contraddizione: i popoli del nord che lo stereotipo vuole seri, freddi e poco inclini al sorriso, in realtà hanno musiche spesso dai ritmi molto allegri, più invece si scende a sud verso terre baciate dal sole e con popoli che lo stereotipo vuole solari e caldi, le musiche sono molto melodiche e con sonorità e testi spesso molto malinconici e tristi.

Come (purtroppo per loro 🙂 ) sa chi mi sta vicino, io sono un estimatore della musica greca, oggi però mi sono fermato ad ascoltare un po’ di musica israeliana e devo dire che è molto piacevolmente malinconica. 🙂

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Sono troppo goloso di cozze e Luis mi ha dato un’ottima dritta dove mangiarle a poco prezzo a Parigi, meno di 14 euro compresi insalata, patate fritte senza limiti a volontà, pane, dolce abbondante e birra. Nella foto ecco il mio piatto.

E’ una catena di ristoranti specializzata in cozze (in francese “moules“, si pronuncia “mul“) che si chiama Léon de Bruxelles e sono sparsi in varie città di Francia. Nel centro di Parigi ce n’è uno quasi in ogni quartiere e ovviamente ne abbiamo approfittato, slurp. Da Léon cucinano le cozze in molte maniere, leggere per credere, ottime quelle al Roquefort!
Cozze associate alle patatine fritte fanno il cosiddetto “moules et frites” (si pronuncia “mul e frit“), un piatto molto frequente in Francia e Belgio.

Addirittura un giorno alla settimana c’è la formula “moules à volonté“, ovvero il classico eat-as-you-can, paghi un tot (poco) e puoi mangiare tutte le cozze che desideri senza limiti.

Grande dritta! 😛

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Lungolago di Salò, zona Carmine, immediato dopoguerra, anni ’50, un anziano signore straniero distinto ed elegante con la barba e un vistoso Panama bianco allestisce la propria postazione da artista (sedia e tavolino) con vista sul Golfo di Salò.
Sì, è un artista, ma non un pittore, realizza opere d’arte semplicemente ritagliando con le forbici cartoncini bianchi che poi sovrappone ad altri neri: ritratti, nature morte, paesaggi, scene di vita quotidiana.

Le immagini che riporto qui di seguito sono alcune sue opere e quello qui a destra è un suo autoritratto, ovviamente intagliato, con firma …

Chi sia quest’uomo è un mistero, nessuno lo sa, ma tutti sono incuriositi da questa presenza gentile e riservata. Chi dice che sia uno svizzero, chi un tedesco.

Il ricordo di quest’uomo da parte di mio papà, allora bambino, mi ha sempre molto incuriosito. Un personaggio d’altri tempi, quasi di un altro pianeta, romantico, da Gran Tour, un tocco di poesia in un paese come Salò (come del resto l’Italia) appena uscito dalla guerra, in cui la fame e la povertà erano ancora ben presenti e si faceva fatica a mettere in tavola un piatto.

Un giorno poi quest’uomo scomparve e nessuno seppe più nulla di lui.

In realtà nella mia famiglia è rimasta una traccia di quest’uomo, un piccolo libretto da cui ho preso queste opere, arrivato in casa nostra in modo misterioso visto che mio papà non si ricorda che qualcuno lo avesse acquistato, edito nel 1943, dal quale ho scoperto che il suo nome era Georg Herrmann (anche se si firmava Giorgio Herrmann), era un igienista, e che con tutta probabilità viveva o era solito alloggiare in Riviera Ligure nella zona di San Remo.

Il libretto si intitola “La piccola Cucina Vegetariana“, La cucina della salute, 100 ricette scelte per mangiar bene senza carne, razionalmente spendendo poco.
Da notare il prezzo: costava 7 lire!

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Gustose insalate greche

Come dicevo l’orto quest’anno sta producendo alla grande ed in questi giorni in particolare ci sta dando tanti buoni e sani pomodori e cetrioli.

Sulla nostra tavola quindi in questo periodo non mancano mai belle e gustose insalate greche fatte con i nostri prodotti.

Ecco ad esempio quella dell’altra sera, bella vero?

Sì, lo so, ci sono un po’ troppe cipolle, ma sono quelle rosse di tropea, sono dolci e leggere e non lasciano tracce importanti … ehm ehm … sull’alito.
😛

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Ne ho le prove, ieri sera io c’ero a Felixia con gusto, la prima delle quattro giornate di Felixia (17-20 giugno), la festa che animerà San Felice del Benaco fino a domenica.

La serata non era cominciata sotto i buoni auspici, il forte temporale e la bufera di vento del mattino, la temperatura a picco, la speranza di una piacevole serata tra assaggi e musica che si infrange prima di cena contro la risposta “spiacente, i coupon li abbiamo terminati ancora una settimana fa“!

Vabbé, quando invece triste e senza speranza 🙂 stavo legando i pomodori nell’orto ecco la telefonata che mi diceva “se vuoi ce n’è uno“: yesss!! 😛
Alle 20.30 eccoci quindi tra i primi a fare il tour assaggiando piatti e vini di tutte le 19 postazioni gestite da ristoranti e produttori con l’aiuto delle mie donne, ma anche conversando piacevolmente con chi incontravamo.


Di gente ce n’era “il giusto” e in paese ad ogni angolo c’erano gruppi musicali che suonavano generi diversi, a proposito, splendida la versione acustica (chitarra e voce) di “ain’t no sunshine” del sempre immenso Adelmo Bassi.


E anche alcuni negozietti erano aperti, in particolare molta curiosità ho visto ha attirato la bottega del nostro rigattiere del paese.

Insomma, una piacevole serata di cui ho scattato anche qualche altra immagine.

Ma non finisce qua!

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Finalmente i cedri (o limoni giganti) rigorosamente bio (anzi, naturali, non avendo fatto alcun trattamento) della nostra pianta sono pronti!
La scorsa primavera ho raccolto il coraggio a quattro mani ed ho provato per la prima volta a potare io ed evidentemente devo averla azzeccata considerato che non ho mai visto una produzione del genere, guardare per credere: la pianta è letteralmente stracolma di magnifici, grandi e buonissimi cedri!
Pazzesco, non solo i tanti che si vedono esternamente, ma basta spostare i rami che ne compaiono di nuovi in continuazione.

Basta, ho deciso che mi metto a vendere al miglior offerente queste autentiche rarità! 🙂


Però con questo freddo mi sa che è meglio che mi affretti a fare la casetta alla pianta.
😐

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Un ottimo Spiedo

Come tutti gli anni in autunno, indossato il mio immancabile grembiule blu “Uomo con Motosega cerca Donna con Bosco” (Mann mit Motorsäge sucht Frau mit Wald) sabato ho preparato un ottimo Spiedo (a parte le patate che si sono un filo seccate ai bordi per averlo dovuto tenere un po’ in caldo a seguito del colpevolissimo ritardo di Roby 😉 ); ovviamente anche Camilla come si vede ha voluto controllare di persona le varie fasi della cottura ed ha preparato i segnaposti per ognuno degli 11 invitati.

Polenta e Spiedo a tavola davanti a un caminetto acceso sono sempre una bella occasione per ritrovarsi con tutta la famiglia. 😛

E’ vero, il lavoro è tanto, però dai, un paio di volte all’anno si fa volentieri, ed è anche una bella occasione per una mattinata uggiosa autunnale dai ritmi lenti della cottura, trascorsa anche a chiacchierare con i vicini che vengono in processione attirati dal profumo di spiedo che si diffonde nell’aria.
🙂

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Quando mi capita di andare in Alto Adige prima di tornare a casa c’è un appuntamento fisso, quello con la forneria dove faccio incetta di buonissimo pane integrale ai semi di finocchio e papavero.
Sì, però mica vado tutti i giorni in Alto Adige e quel pane mi piace molto, quindi mi sono detto: “Ah sì? E allora lo faccio io in casa!

Sono partito da questa ricetta di Michele Castellano (che tra l’altro ha una ricca sezione dedicata alle ricette del pane fatto in casa) e dopo alcuni affinamenti della preparazione rispetto all’originale, finalmente mi è riuscito un pane buono e bello, guardare per credere (il colore rossiccio è dato molto dal sole che batteva):

Devo dire un’esperienza rilassante, se poi l’accompagnate con della buona musica direi quasi mistica.

Ecco quindi la ricetta con le mie modifiche (nella ricetta originale si possono vedere anche le foto con i risultati intermedi e finale).

La sera prima si prepara la biga (occhio alla consonante 🙂 ):
200 gr farina Manitoba
120 gr d’acqua
6 gr di lievito fresco fatto sciogliere nell’acqua tiepida
Si copre con una pellicola e si lascia lievitare per almeno 12 ore (io di solito metto la ciotola con la biga nel forno spento per evitare sbalzi di temperatura).

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Era una cosa che da tempo volevo fare e finalmente dalla scorsa settimana cassette di buonissima frutta e verdura bio rigorosamente di stagione arrivano settimanalmente direttamente a casa mia, eccole!

L’iniziativa è di Bioexpress (www.bioexpress.it), una azienda altoatesina di Lagundo, vicino a Merano, in provincia di Bolzano, della serie io ho sempre detto che gli altoatesini hanno una marcia in più!
Bioexpress riunisce un gruppo di agricoltori locali dell’Alto Adige che producono frutta, verdura e altri prodotti bio, i quali commercializzano in modo diretto e trasportano direttamente a domicilio (in Alto Adige, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e parti del Friuli-Venezia-Giulia), consentendo un vantaggio di prezzo per il consumatore ed un ricavo equo per il produttore.

Loro offrono 4 tipologie di cassette settimanali:

  • borsa single
    (per 1-2 persone, a scelta di frutta, di verdura o mista) a 15€
  • cassetta media
    (per 2-4 persone, a scelta di frutta, di verdura o mista) a 23€
  • cassetta grande
    (per 5 e più persone, a scelta di frutta, di verdura o mista) a 33€
  • cassetta d’ufficio
    (con frutta, pane croccante, biscotti, cioccolata, ecc.) a 18€, 28€, 38€

I prezzi sono “chiavi in mano” (vale a dire cassetta consegnata a casa), comprensivi di tutto, la fornitura è settimanale e il pagamento è mensile con invio di fattura e con varie modalità di pagamento, compreso RID in conto corrente.

Settimanalmente sul loro sito vengono pubblicati i prodotti che ci saranno nella cassetta e se si vuole cambiarne qualcuno basta telefonare al n.ro verde oppure inviare una email.
Insieme ai prodotti sul sito si possono trovare delle ricette per cucinarli, metti il caso che non si sia mai fatto uso ad esempio del sedano-rapa 🙂

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Da questa sera e per tutto il fine settimana a Cisano di San Felice c’è la festa del patrono San Giovanni Decollato.

Sarà per la splendida posizione di Cisano, balcone naturale sul Golfo di Salò, sarà per l’ottima gastronomia di questa sagra paesana, sarà per non perdermi l’occasione di degustare un bicchiere di chiaretto locale fresco, sarà per l’atmosfera di paese che si respira, ma per noi una tappa a Cisano è sempre d’obbligo.

Quest’anno in più non voglio perdermi l’occasione di una visita alla Fondazione Cominelli (nello splendido omonimo palazzo in centro a Cisano) e in particolare alle stampe d’arte della Raccolta Museale di Collezione Permanente di Grafica d’Arte Bartholomeo Zane De Portesio, un patrimonio del Comune di San Felice del Benaco che sinceramente non conosco per nulla e quindi vorrei provare in parte a colmare questa lacuna.

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