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Archive for the ‘Salute’ Category

Cittadini 10, istituzioni 3, è l’amaro esito della serata pubblica che si è tenuta ieri sera a San Felice del Benaco sul nuovo grave caso di inquinamento virale dell’acqua fornita dall’acquedotto, presenti il Sindaco Paolo Rosa, Fulgenzio Ferri di ATS Brescia (Direttore del Servizio Igiene e Sanità Pubblica), Paolo Saurgnani (Direttore generale di Acque Bresciane) accompagnato dai collaboratori Bozza, Scalmana e Sinatra.

seratapubblicaacqua-20180709

Pur con la tensione data dall’esasperazione per la situazione da terzo mondo che ci sta vedendo coinvolti, i Cittadini di San Felice hanno dato un’esemplare lezione di educazione, con interventi sempre pertinenti, sentiti, documentati e competenti.

Purtroppo per le istituzioni che dovrebbero governare il nostro bene acqua è stato un vero fallimento: dopo 12 giorni di silenzio dall’ordinanza di divieto di uso dell’acqua non sono stati in grado di fornire elementi utili, sia in merito alla problematica, sia di igiene e gestione quotidiana.

È emerso chiaramente quanto Comune, ATS, AATO (non presente all’incontro) e Acque Bresciane lavorino purtroppo a compartimenti stagni, non comunichino e neppure collaborino tra loro.
Sarebbe quindi auspicabile che istituzioni sovraordinate li obbligassero a lavorare insieme come team unico per l’acqua, ognuno con le proprie competenze, con conferenze di servizi frequenti (anziché non-parlarsi a carte “bollate” protocollate), con una comunicazione pubblica, continua, completa e trasparente ai cittadini per cui lavorano.
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San Felice ripiomba nuovamente nell’incubo del 2009, poco fa è stata emanata una ordinanza di divieto di uso dell’acqua pubblica a scopo alimentare.

Su campioni di acqua erogata dall’acquedotto prelevata in più punti il 18 giugno, l’Istituto Zooprofilattico ha rilevato la contaminazione con virus di tipo Norovirus GII.
A seguito dell’esito di queste analisi e delle indicazioni conseguenti di ATS Brescia, il Sindaco ha emanato quindi l’ordinanza.

autobotti

Purtroppo sono ricomparse anche le autobotti per la distribuzione dell’acqua alla popolazione che saranno presenti dalle ore 6 alle 24, tutti i giorni fino a revoca dell’ordinanza, ad ora non prevedibile.

Ebbene sì, ci risiamo, nuovamente a giugno, nuovamente all’inizio della stagione turistica. Pare che la gravità e le responsabilità accertate dei fatti del 2009, con la conseguente condanna in Cassazione dei responsabili, non abbiano insegnato nulla a chi dovrebbe gestire la nostra acqua.

E’ proprio triste …

 

 

 

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L’epidemia di gastroenterite che ha colpito migliaia di abitanti e turisti di San Felice del Benaco nel giugno del 2009 ha avuto conseguenze di lungo periodo o croniche sulla nostra salute?

La risposta è

acqua-ajgLo stabilisce la ricerca scientifica “Incidence of Post-Infectious Irritable Bowel Syndrome and Functional Intestinal Disorders Following a Water-Borne Viral Gastroenteritis Outbreak*1 (Incidenza della Sindrome dell’Intestino Irritabile post-infettiva e disturbi intestinali funzionali a seguito di una epidemia di gastroenterite virale trasmessa dall’acqua), pubblicata su The American Journal of Gastroenterology  107 (2012) a firma di Barbara Zanini, Chiara Ricci, Francesca Caselani, Alberto Magni, Anna Maria Laronga e Alberto Lanzini, dell’unità di Gastroenterologia di Università e Spedali Civili di Brescia, Floriana Bandera, Medicina Generale di ASL Brescia, oltre che di tutti i medici locali e dei vertici di ASL Brescia *2.

Premetto che non sono un medico, ma cerco semplicemente di riportare quanto ho compreso della ricerca.

La Sindrome dell’Intestino Irritabile post-infettiva (PI-IBS) è la comparsa di sintomi di Sindrome dell’Intestino Irritabile (IBS) a seguito di una malattia acuta caratterizzata da due o più tra febbre, vomito, diarrea, coprocoltura positiva.
PI-IBS è una condizione cronica che implica infiammazione cronica, aumento della permeabilità intestinale, variazione della flora intestinale, alterazione delle funzioni neuromuscolari.
L’incidenza di PI-IBS a seguito di una gastroenterite di origine batterica è stimata tra il 4% e il 31% della popolazione colpita.

Vi erano invece poche evidenze scientifiche sull’incidenza di PI-IBS a seguito di una gastroenterite di origine virale, come invece è stato il caso di quella di San Felice.

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bilanciaQuesta sera 8 febbraio ero presente nell’aula 28 del Tribunale di Brescia, quando poco prima delle 18 è stata emessa la sentenza di I grado che condanna per epidemia colposa a 1 anno e 4 mesi di reclusione (pena sospesa) il Direttore Generale di Garda Uno Franco Richetti, e il Responsabile del settore ciclo idrico integrato di Garda Uno Mario Giacomelli. I due sono stati condannati anche ad una serie di risarcimenti delle parti civili rimanenti, soprattutto attività ricettive e di ristorazione, per varie decine di migliaia di euro.
Assoluzione invece il Presidente di Garda Uno Mario Bocchio.

Finalmente un punto fermo ed una certezza nella grave epidemia di gastroenterite che ha colpito migliaia di abitatanti e turisti di San Felice del Benaco nel giugno 2009: la sentenza di I grado ha sancito che l’epidemia è stata causata dall’acqua infetta dell’acquedotto di San Felice, per una colposamente insufficiente attività di manutenzione da parte di Garda Uno.

E’ stata la mia prima volta in un’aula di tribunale, non avevo mai assistito ad un processo, e la mia prima sensazione è di sincero e umano dispiacere per le condanne.
waterIl giudice però, dopo una lunga e ampia fase dibattimentale, con questa sentenza ha dato un segnale importante: l’acqua è un bene comune primario che va gestito con la massima cura, attenzione e perizia, oltre che mettendo in atto agni azione possibile di prevenzione.

A mio personale avviso questa sentenza dovrebbe stimolare i Sindaci del basso Garda, “azionisti” unici di Garda Uno, a prendere politicamente atto che ora c’è bisogno di ridare fiducia nella nostra acqua pubblica a cittadini e operatori, con un deciso cambio di rotta che non può che passare dalla massima trasparenza e diffusione costante e puntuale di dati sull’acqua e informazioni di gestione, dalla interazione e coinvolgimento delle comunità di riferimento (applicando le Linee Guida per la Qualità dell’Acqua Potabile dell’OMS Organizzazione Mondiale della Sanità), ma anche aimé da una riflessione sulla necessità di rinnovo nella dirigenza deputata alla gestione della Nostra acqua pubblica.

P.S. – Si chiude finalmente il primo capitolo di questa spiacevole vicenda. Confesso di essere particolarmente esausto, ma sento di non aver sprecato le mie energie se questo lavoro sarà utile per avere un’acqua di ottima qualità per Camilla, per i nostri figli e per tutti noi.

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Notizia da Editoriale Bresciana:

Due anni e quattro mesi. Questa la condanna chiesta dal Pubblico Ministero Claudio Pinto per i vertici di Garda Uno. Per Mario Bocchio (Presidente), Romano Richetti (Direttore Generale) e Mario Giacomelli (Responsabile del settore ciclo idrico).

I tre imputati nel processo per l’epidemia provocata a San Felice del Benaco nell’estate del 2009 dall’acqua infetta. Più di 3500 le persone colpite dal virus. La sentenza è attesa il prossimo 8 febbraio.

Notizia da gruppo BresciaOggi:

Due anni e quattro mesi ciascuno. Queste le richieste di condanne avanzate oggi dal pubblico ministero durante il processo che vede sul banco degli imputati tre dirigenti dell’azienda “Garda Uno” accusati di epidemia colposa.

I fatti risalgono all’estate 2009 quando duemila persone, per lo piu’ residenti a San Felice, rimasero vittime di un’intossicazione causata da un mix di micidiali batteri. A provocarla, secondo l’accusa, fu l’acqua infetta sgorgata dall’acquedotto gestito da Garda Uno. Il processo è stato aggiornato all’8 febbraio, quando dovrebbe essere emessa la sentenza.

Per chi fosse interessato a tutta la vicenda della grave epidemia che ha colpito San Felice del Benaco nell’estate del 2009.

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Un paio giorni fa leggevo il resoconto da parte del Comitato Acqua Benaco dell’udienza del 13 dicembre, con cui si è chiusa la fase istruttoria del processo penale a carico dei vertici di Garda Uno imputati di epidemia colposa, per la grave epidemia di gastroenterite che ha colpito San Felice del Benaco nel giugno 2009.

Ritengo personalmente molto preoccupanti le deposizioni dei tre imputati di epidemia colposa Mario Bocchio (Presidente di Garda Uno), Franco Richetti (Direttore Generale di Garda Uno),  Mario Giacomelli (Responsabile del settore ciclo idrico integrato di Garda Uno).

In particolare nel resoconto leggo che l’Ing. Giacomelli alla domanda “Perché non avete mai fatto interventi sui filtri dal momento della presa in carico? (dell’acquedotto da parte di Garda Uno)” risponde che “non c’erano avvisaglie ed un intervento era già stato fatto nel 2006”, domanda “ma non dovrebbe essere un intervento annuale?” risposta “… ma … se non ci sono avvisaglie…”.

Ma dico io, si sta parlando di acqua potabile, la prevenzione e il controllo sono fondamentali!

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Nel 2011 l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha pubblicato la 4^ edizione delle Linee Guida per la Qualità dell’Acqua Potabile.
Sono linee guida rivolte ai Governi perchè migliorino la qualità dell’acqua potabile adottando un programma di sicurezza, obbligando a valutare il rischio di agenti contaminanti nella fornitura d’acqua.

Quando implementato dai singoli paesi, ”questo approccio – spiega l’OMS – potrà dare miglioramenti significativi e sostenibili della salute pubblica”. Le linee guida costringono infatti i fornitori d’acqua a valutare il potenziale rischio di contaminanti, dal bacino fino ai consumatori, prendere provvedimenti di conseguenza e documentare il processo.

Scusate, ma pensando alla grave epidemia che ha colpito San Felice nel 2009, quando leggo quanto scrive l’OMS, mi viene da sorridere pensando alle nostre autorità e a Garda Uno, e al fatto che ancora non abbiamo alcuna informazione sulla qualità dell’acqua che beviamo, e che neppure si degnano di rispondere alla proposta dell’Open Day del Comitato Acqua Benaco che andava proprio nella direzione auspicata dall’OMS.

Leggete per credere un paio di estratti (scusate eventuali imprecisioni nella mia traduzione fatta al volo):

4.6 Documentation and communication
……

The right of consumers to health-related information on the water supplied to them for domestic purposes is fundamental. However, in many communities, the simple right of access to information will not ensure that individuals are aware of the quality of the water supplied to them; furthermore, the probability of  consuming unsafe water may be relatively high. The agencies responsible for monitoring should therefore develop strategies for disseminating and explaining the significance of health-related information.

4.6 Documentazione e comunicazione
……

Il diritto dei consumatori ad avere informazioni sanitarie in merito all’acqua loro fornita per finalità domestiche è fondamentale. Ad ogni modo, in molte comunità, il semplice diritto di accesso alle informazioni non assicura che le persone siano pienamente coscienti della qualità dell’acqua loro fornita; inoltre la probabilità di consumare acqua non sicura può essere relativamente alta. Le agenzie responsabili del monitoraggio dovrebbero quindi sviluppare strategie per divulgare e spiegare il significato delle informazioni sanitarie.

oppure questa che è ancora più sconvolgente

5.5.1 Interaction with community and consumers
The right of consumers to information on the safety of the water supplied to them for domestic purposes is fundamental

Community participation is a desirable component of surveillance, particularly for community and household drinking-water supplies. As primary beneficiaries of improved drinking-water supplies, community members have a right to take part in decision-making. The community represents a resource that can be drawn upon for local knowledge and experience.

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Da tanto non provavo il piacere di un picnic disteso su un prato in compagnia di amici.
La splendida passeggiata organizzata domenica scorsa dalla nostra associazione San Felice più felice sul tema “Natura – Se la conosci la rispetti” è stata  l’occasione.

Al mattino numerosi abbiamo raggiunto a piedi la località Montiroli di San Felice in piena campagna, dove abbiamo posato i nostri plaid e zaini.

I bambini si sono dapprima divertiti un mondo correndo e giocando nei campi in lungo e in largo “allo stato brado“, poi hanno cominciato a preparare  il loro bellissimo erbario in legno.


Gli adulti invece sono rimasti serenamente distesi a chiacchierare al sole ed a mangiare e bere in compagnia.

Durante la giornata poi si sono alternate delle passeggiate nei campi con l’esperto botanico Roberto Sarasini il quale ci ha illustrato le particolarità delle nostre erbe spontanee che incontravamo passeggiando: melissa, rosa canina, biancospino, tarassaco, versulì, ortica, bardana, pimpinella, achillea, aglio selvatico, piantaggine lanceolata, ecc.
Sarasini inoltre ci ha detto che la nostra zona e in genere quella delle colline moreniche ha la particolarità eccezionale di avere contemporaneamente sia specie vegetali di montagna che di pianura.

Personalmente sono rimasto molto colpito dal tesoro che abbiamo sotto i piedi e di cui non siamo per nulla coscienti: i nostri campi infatti sono una dispensa naturale e spontanea di gustosi prodotti freschi durante tutto l’anno, inoltre sono una autentica farmacia naturale a cielo aperto.
Veramente incredibile!

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10 euro, è questo lo sconto-farsa per il disturbo sulle bollette riconosciuto da AATO e Garda Uno, dopo la grave epidemia di gastroenterite che nel giugno 2009 ha colpito San Felice.

Mi pare comprensibile e ovvio che debba prendere un grandissimo respiro per limitarmi a dire che tutti i cittadini la ritengono per vari motivi una grave presa in giro.

Il primo motivo è che nella lettera di accompagnamento alla prima bolletta Garda Uno scrive:

… Garda Uno procederà ad emettere una serie di bollette di acconto con cadenza bimestrale in modo da arrivare, entro il gennaio 2012, all’emissione della bolletta di conguaglio.

Ma possibile che nessuno di lor signori abbia pensato che per ogni bollettino postale è necessario pagare 1,20 euro alla Posta?
Solo con questi maggiori costi lo “sconto” viene mangiato!

Secondo motivo. Nella stessa lettera inoltre come motivazione del lauto indennizzo di ben 10 euro fanno riferimento al punto 4.3 della Carta del Servizio Idrico Integrato.
Sono andato a rileggermi questo punto e la cosa buffa è che nessuna delle motivazioni previste hanno in alcun modo a che fare con quanto successo a San Felice, leggere per credere:

4.3 Rimborso per il mancato rispetto degli Standard specifici

In caso di mancato rispetto degli standard specifici definiti nei paragrafi precedenti e di seguito riportati:

3.2.1  Tempo di preventivazione
3.2.2 Tempo di esecuzione dell’allacciamento di una nuova utenza idrica
3.2.3 Tempo per l’attivazione e riattivazione della fornitura idrica
3.2.4 Tempo per la cessazione della fornitura
3.2.5  Allaccio alla pubblica fognatura
3.2.6 Allaccio contestuale alla rete idrica ed alla pubblica fognatura

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Il Comitato Acqua Benaco si rende disponibile in un duplice appuntamento per qualunque cittadino volesse chiarimenti e informazioni  a seguito della recente consegna delle bollette dell’acqua alle famiglie di San Felice.

Ecco le date che si terranno a San Felice presso il Palazzo ex Monte di Pietà in Piazza Municipio 1:

  • venerdì 4 marzo dalle 15.30 alle 21.00
  • sabato 5 marzo dalle 10.00 alle 13.00

A seguito della grave epidemia di gastroenterite che ha colpito San Felice del Benaco nel giugno 2009, infatti in attesa dell’accertamento delle cause la bollettazione dell’acqua era stata sospesa, il Sindaco stesso in occasione di un incontro pubblico aveva detto che lo sarebbe stata sino all’accertamento delle cause.

Ovviamente le cause non sono ancora state accertate ma le bollette zitte zitte alla fine sono arrivate, con una beffa incredibile (di cui parlerò nelle prossime ora), senza che nessuno nell’Amministrazione abbia mosso un dito.

La gente in paese è confusa e non sa cosa  fare, molti mi fermano per strada e mi chiedono come devono comportarsi, visto che nessuno di quelli che istituzionalmente dovrebbe farlo dice loro niente.

Per fortuna c’è il Comitato.

L’Amministrazione rifletta su quanto NON sta facendo e su come la cosiddetta “società civile” stia di fatto da sola svolgendo un ruolo di difesa dei cittadini che spetterebbe prima di tutto all’Amministrazione stessa dato il suo ruolo e dovere di rappresentanza che non sta assolvendo.

No comment, soprattutto leggendo la lettera di Garda Uno qui a fianco … o meglio, qualche commento lo farò nelle prossime ore.

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Un nuovo colpo di scena nella vicenda della grave epidemia di gastroenterite che nel giugno 2009 ha colpito San Felice: mi giunge notizia (pubblicata anche qualche settimana fa dal Comitato Acqua Benaco) che il processo a carico dei vertici di Garda Uno è stato anticipato di quasi 1 anno, infatti inizierà il 14 giugno 2011.
Non sarà più inoltre davanti ad un tribunale monocratico (giudice unico), ma ad un tribunale collegiale (composto da un collegio di più giudici).

Il processo era infatti inizialmente previsto per  il 17 maggio 2012 ed io avevo nell’occasione espresso perplessità su una calendarizzazione così lontanta, sia a tutela nostra come cittadini che di Garda Uno.

Il cambio del tribunale in collegiale di solito, e immagino io anche in questo caso, sia dovuto alla eccezionalità del procedimento, sia per il numero di persone coinvolte, sia per le tipologie dei reati contestati.

Personalmente penso che ridurre i tempi per l’accertamento della verità, qualunque essa sia, sia assolutamente una buona notizia per tutti e quindi giudico positivamente questa decisione.

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Proprio perchè voglio sia chiaro che la nostra intenzione è solo quella di chiarire cause, responsabilità, oltre che avere certezza che dai nostri rubinetti scenda acqua buona, e che questa sia gestita da personale competente, mi pare doveroso riportare le dichiarazioni del Presidente di Garda Uno Mario Bocchio fatte alla stampa alcuni giorni fa dopo il rinvio a giudizio per la grave epidemia di gastroenterite che ha colpito San Felice del Benaco nel giugno 2009.

Solo un appello: Presidente non parli però solo con la stampa, venga a parlare anche con noi, è brutto dirlo, ma con tutto ciò che è successo le pare possibile che i cittadini non l’hanno mai mai vista a San Felice e ne potuta incontrare?

Mi perdoni ma a me non pare proprio normale …
😦

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E’ ufficiale: i vertici di Garda Uno sono formalmente imputati e andranno a processo per  la grave epidemia di gastroenterite che ha colpito migliaia di abitatanti e turisti di San Felice del Benaco nel giugno 2009.

Le accuse sono pesantissime: i reati contestati sono epidemia colposa, lesioni e distribuzione di alimenti adulterati.
La notizia meno positiva è che il dibattimento inizierà solo il 17 maggio 2012 (personalmente in tutta sincerità speravo molto prima, sia a tutela nostra che di Garda Uno).

Il giudice Francesco Nappo ha infatti disposto il processo per:

  • Mario Bocchio (Presidente di Garda Uno)
  • Franco Richetti (Direttore Generale di Garda Uno)
  • Mario Giacomelli (Responsabile del settore ciclo idrico integrato di Garda Uno)

Le accuse dei Pubblici Ministeri sono molto pesanti e le avevo riportate nel dettaglio in occasione dell’avvio dell’udienza preliminare.

La notizia è stata ripresa sui giornali locali:

La notizia è stata anche riportata da molteplici siti online come Il Giorno, BresciaPoint, quiBrescia, ecc.

Personalmente continuo a non capire il silenzio dei Sindaci dei comuni azionisti di Garda Uno e il loro apparente disinteresse verso questa grave vicenda.

Vera la presunzione di innocenza, ma a me sinceramente preoccupa non poco sapere che questi tre dirigenti su cui pendono accuse pesantissime da parte dei Pubblici Ministeri  che hanno svolto approfondite indagini, continuino a svolgere i rispettivi ruoli senza quantomeno un affiancamento con figure di garanzia, gestendo l’acqua che scende dal nostro rubinetto.

… e se preoccupano me, dovrebbero a maggior ragione preoccupare i Sindaci!

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Continua sulla stampa l’eco dell’avvio della fase giudiziaria con l’udienza preliminare del 16 dicembre scorso, in seguito alla grave epidemia del giugno 2009.

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Da un po’ non scrivo sulle conseguenze della gravissima epidemia di gastroenterite che nel giugno 2009 ha colpito abitanti e turisti di San Felice del Benaco, avevo infatti promesso di riportare esclusivamente fatti e di non farmi trascinare in polemiche o indiscrezioni, ed a questa promessa mi sono attenuto.

Da ieri c’è un nuovo fatto, è iniziata infatti la fase giudiziaria di questa triste e grave vicenda. E’ cominciata infatti al Tribunale di Brescia l’udienza preliminare davanti al giudice Francesco Nappo per i vertici di Garda Uno: il Presidente Mario Bocchio, il Direttore Generale e Procuratore Speciale Franco Richetti, il Dirigente Responsabile del ciclo idrico Mario Giacomelli.

Proprio oggi c’è un articolo molto completo ed esaustivo sul Bresciaoggi a firma di Wilma Petenzi. Vi invito sin da ora ad andare in edicola comunque ad acquistarlo in quanto è un documento molto importante in un momento cruciale sulla strada della chiarezza sulle cause.
Mi scuso sin da ora pubblicamente con Bresciaoggi per aver riportato l’articolo, non è mio costume farlo, ma lo faccio solo come contributo documentale di pubblica utilità.

Acqua infetta, in aula i vertici di Garda Uno

San Felice. E’ iniziata ieri l’udienza preliminare davanti al giudice Francesco Nappo per il presidente, il direttore generale e il responsabile del settore ciclo idrico.
Nel giugno 2009 maxi epidemia di gastroenterite. In quaranta, tra cui il Comune, hanno chiesto di costituirsi parte civile: il giudice aggiorna a gennaio.

La comunità scientifica non ha dubbi: l’epidemia di gastroenterite che nel giugno dello scorso anno colpì duemila persone a San Felice è conseguenza dell’acqua infetta sgorgata dall’aquedotto. L’epidemia per gli esperti, fu causata da costridium perfrigense e norovirus, microrganismi patogeni trovati nell’acqua dell’acquedotto.

La stessa certella ha portato la procura a chiedere il rinvio a giudizio dei vertici di Garda Uno, la società che gestisce l’acquedotto del paese gardesano. Per epidemia colposa, distribuzione di alimentari adulterati e per lesioni colpose chiede il processo per Mario Bocchio, 55 anni, Presidente di Garda Uno, Franco Richetti, 62 anni, Direttore Generale e Procuratore Speciale di Garda Uno, Mario Giacomelli, 56 anni, Dirigente Responsabile. E ieri, davanti al Gup Francesco Nappo è iniziata l’udienza preliminare. Pochi minuti per raccogliere la richiesta di costituzione di parte civile presentata da una quarantina di parti offese, tra cui i 23 cittadini che hanno sporto denuncia, assistiti dagli avvocati Gianluca Savoldi, Elena Scotuzzi e Lorenzo Valtorta, il Comune di San Felice, assistito dall’avvocato Luigi Frattini, altri cittadini che si sono presentati ieri in aula con il certificato medico e albergatori e ristoratori del paese.
Impossibile decidere subito sull’ammissibilità delle costituzioni di parte civile, il giudice ha aggiornato l’udienza al 13 gennaio, quando le parti torneranno in aula.

Per la procura, rappresentata in aula dal sostituto procuratore Leonardo Lesti (le indagini erano state coordinate dal PM Paolo Abritti) i batteri che portarono in pronto soccorso più di duemila persone potevano essere evitati, i responsabili dell’acquedotto comunale avrebbero dovuto prevedere quello che successe dal 9 giugno 2009 in poi. Ma i vertici di Garda Uno, secondo le accuse, non previdero l’epidemia perché agirono con negligenza, imperizia e imprudenza nella gestione della rete idrica comunale.

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A leggere le risposte delle Autorità (AATO, ASL, Comune di San Felice del Benaco, Garda Uno) sono dolente ammetterlo sembra di ascolatare un disco rotto: “bevete tranquilli“, “è tutto a posto“, “l’acqua di San Felice è a posto“, “i lavori sull’acquedotto sono praticamente ultimati“, “quanto siamo stati bravi“, ecc.

Sono molto contento che siate tutti così ottimisti e fiduciosi, ma piccolo particolare, in base a quali dati anche noi dovremmo nutrire altrettanta fiducia visto che in buona parte non ce li fornite?
Dove sono le analisi?
Perché vi ostinate a non renderle pubbliche?
Perché non vi siete mai presentati in occasioni pubbliche di confronto e contraddittorio anche tecnico?
Quali lavori sono stati fatti?
E’ possibile verificarli e monitorarli?
Su che basi insomma dovremmo stare tranquilli dopo quello che è successo?

Ripeto ciò che ho scritto due giorni fa: perché ad alcuna autorità importa che a San Felice nessuno stia più bevendo l’acqua?
La risposta è semplice, perché non c’è fiducia nella nostra acqua e nell’operato delle Autorità!
E sì, perché la fiducia si conquista innanzitutto con la trasparenza del proprio operato e soprattutto con tanta umiltà e un’informazione chiara e completa!

Mi chiedo, ma chi sta consigliando questi signori sulle scelte di comunicazione?
Credetemi, c’è solo un modo per recuperare la fiducia: bando agli slogan, ma dati, informazione puntuale completa e periodica, incontri pubblici dove vi presentate di persona con tanta umiltà a parlare e confrontarvi con la gente e con tecnici esterni ed a rispondere a tutte le loro domande.

Vi prego, se volete prendete me e vedrete che diamo una bella svolta una volta per tutte a questa vicenda.

Vi faccio solo un esempio di ciò che non va fatto. Prendiamo il finale dell’articolo di “spot” dell’AATO dal titolo emblematico “San Felice … un sorso in tutta sicurezza apparso sul Giornale di Brescia la scorsa domenica 1 agosto 2010 (con una tempistica quantomeno sospetta rispetto alle richieste di chiarimenti sui lavori fatti da parte del Comitato Acqua Benaco):

San Felice, quindi, può gustarsi … un sorso di sicurezza. Anche troppa, secondo l’Ato, che sottolinea come l’Asl faccia controlli giornalieri, con analisi virologiche e batteriologiche.

Per l’Autorità d’ambito si potrebbe anche ridurre il numero di verifiche, visto il funzionamento degli impianti.

Dico io, ma vi sembra il caso di dire una cosa del genere dopo tutto quello che è successo?
Non azzardatevi neppure a parlare di controlli eccessivi dopo la disastrosa epidemia dello scorso anno, toglietevelo dalla mente.
Non avete pensato che se probabilmente tutti questi controlli fossero stati fatti anche prima forse si sarebbe potuta evitare una delle più grandi epidemie del genere mai avvenute in Italia, con interesse anche a livello europeo?

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Mi ero ripromesso di non entrare più in polemica sul caso acqua a San Felice dopo la devastante epidemia dell’estate 2009.

La tristissima notizia che è però piombata ieri come un macigno su San Felice  mi ha messo in corpo tanta rabbia per l’impotenza umana, mi ha ricordato quanto la salute sia il bene più prezioso che abbiamo e che dobbiamo preservare con tutta la nostra forza, e mi rende insopportabile assistere ad aziende, persone e istituzioni che non fanno quanto in loro potere per proteggere la nostra salute.

Mi dispiace ma anche se non c’entra non riesco quindi a trattenermi dal denunciare un fatto che sta accadendo in questi giorni in merito ad interventi sull’acquedotto di San Felice del Benaco.

Qualche mattina fa stavo passando per andare al lavoro quando vedo nel terreno antistante l’acquedotto di via Zublino dei lavori di posa di condutture di grossa portata.

Gulp! Non è che stanno sostituendo solo ora, a ben 14 mesi di distanza dalla disastrosa epidemia, la condotta che porta dalla presa di captazione a lago in località Porticcioli fino all’impianto di filtrazione di via Zublino?

Non voglio crederci, quindi lascio perdere. Ieri invece passando per caso in una via secondaria nei pressi di Cisano ne ho avuto la prova e la mia incazzatura è risalita a mille!

Faccio notare il piccolo particolare (le foto sono tutte ingrandibili cliccandoci sopra) che ieri era il 1° agosto e sul cartello c’è scritto “Fine lavori 25/7/2010” e invece le condizioni del cantiere sono lì da vedere.
Ma soprattutto c’è chiaramente scritto che si tratta di lavori di “Manutenzione adduttrice da Porticcioli a Zublino“, committente Garda Uno SpA.

Pazzesco! Nell’incontro del 27 gennaio sull’Acquedotto Comunale, il Sindaco aveva elencato i lavori a breve termine da fare entro pochi giorni o settimane, e tra questi c’era anche la sostituzione integrale delle condutture (dichiarate in cattive condizioni) dalla presa a lago fino all’impianto di filtrazione di via Zublino.

Già era tardi allora, considerando che erano già trascorsi 6 mesi dall’epidemia senza di fatto alcun intervento e oltre 5 mesi da altri gravissimi rilievi su carenze strutturali dell’acquedotto fatti da ASL a Garda Uno (e per conoscenza al Sindaco di San Felice e all’AATO) in data 3 agosto 2009 con lettera Prot. 112744, contenente una richiesta perentoria di esecuzione di lavori entro 30 giorni (vale a dire il 2 settembre 2009), richiesta poi a quanto mi consta in parte disattesa quantomeno nelle tempistiche, a meno che ci siano state poi nuove ricontrattazioni tra le parti su lavori e tempistiche di cui non sono però informato: ecco l’importanza di una informazione chiara e completa.

Se poi considero che un lavoro del genere dichiarato dal Sindaco come urgente viene fatto a ben 14 mesi di distanza, sono scioccato, perché vuol dire che noi cittadini senza che nessuno ci informasse siamo stati lasciati in balìa di un acquedotto con carenze strutturali.

Ma dico io: chi comanda sull’acqua di San Felice del Benaco?

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Leggendo l’articolo di oggi sul BresciaOggi dopo gli articoli preoccupanti dei giorni scorsi ho provato una duplice sensazione di sollievo e soddisfazione ma anche di incavolatura perché evidentemente sono state pubblicate dai giornali notizie a questo punto sospetto senza averne verificato con i diretti interessati (vale a dire la direzione dell’hotel stesso oltre che le istituzioni competenti) la fondatezza.

E’ la prima volta che riporto nomi di strutture ricettive della zona che sono purtroppo state vittime dell’epidemia quanto i cittadini e i turisti di San Felice, ma lo faccio solo perché è contenuto esplicitamente nell’articolo il cui estratto che riporto qui sotto mi pare particolarmente significativo ed educativo:

Lo scorso giugno, ai tempi dell’epidemia attribuita a disfunzioni della rete idrica (ma un’inchiesta è ancora in corso), sempre al «Casimiro» furono superati senza problemi tutti i controlli sui cibi.

Furono esaminati nell’occasione risotto al radicchio, cozze gratinate, insalata di polpo, torta di panna e cioccolato, arrosto di maiale, crocchette di formaggio, pesce spada cotto alla piastra e bavarese al limone.

«Per quanto riguarda i fatti del 2009 – proseguono Risatti e gli altri rappresentanti del gruppo alberghiero -, la magistratura ha concluso le indagini, e provveduto a inviare gli avvisi di garanzia ai gestori della rete idrica. Ora partiamo con le azioni legali, e la richiesta di risarcimento danni, avendo subito una riduzione di fatturato di 300 mila euro.
Senza trascurare il danno di immagine. Anche stavolta i tour operator hanno cominciato a contattarci, per capire cosa stesse capitando. Risposta: niente. E i rapporti dell’Asl lo confermano».

Un’ultima rassicurazione: «Vogliamo precisare che noi stessi disponiamo di un sistema di controlli interni, che si avvale di consulenti e laboratori. Non possiamo permetterci di uscire dai binari, perché ne risentirebbe l’intero gruppo, con ripercussioni negative su un’ampia zona».

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Dopo il preoccupante articolo di ieri, questa mattina 16 aprile 2010 fortunatamente ho aperto sia il BresciaOggi che il Giornale di Brescia e leggo con sollievo:

Bene dai, pare facessi bene allora ieri a sforzarmi di pensare positivo.

Direi bene anche per i tempi solleciti di reazione di ASL e GardaUno che hanno disinnescato l’allarme.
Così si fa: risposte rapide, chiarezza e trasparenza.

Certo, io continuo personalmente a pensare che le analisi dell’acqua seppur complesse e molto tecniche dovrebbero essere rese pubbliche puntualmente e con continuità, questo sarebbe un segno di grande trasparenza e consentirebbe un controllo da parte di tutti evitando così le residue diffidenze verso le risposte delle autorità competenti.

Mi si consenta un piccolo appunto alle affermazioni del Presidente di Garda Uno Mario Bocchio:

«Non è possibile che al verificarsi a San Felice di qualche mal di pancia o casi di diarrea subito si corra ad accostare i guai a Garda Uno spa. Prima di ricorrere a collegamenti impropri sarebbe quantomeno opportuno avere delle certezze, attendere l’esito degli accertamenti da parte dell’Asl. Altrimenti si contribuisce solo a danneggiare la nostra immagine».

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Questa mattina 15 aprile 2010 apro il BresciaOggi e dopo la grave epidemia dello scorso giugno guarda un po’ che bell’articolo sorpresa trovo:

Subito il mio pensiero corre allo scorso fine settimana quando Paola non è stata bene con disturbi simili all’epidemia dello scorso giugno, e così anche Camilla si lamentava di qualche mal di pancia.
Il mio vicino Silvio invece è da Pasquetta che periodicamente non sta bene, e così anche una signora che abita vicino a me.
Già da questo mini-campione di casi evidentemente qualcosa c’è, ma ho dato colpa a qualche virus influenzale o agli sbalzi di temperatura.

Vi prego, non ditemi che ci risiamo!

ASL, non fate come lo scorso anno, subito trasparenza, presto, fuori subito le analisi delle ultime settimane, visto che dalla vostra comunicazione state eseguendo 2 analisi batteriologiche e 1 virologica a settimana.

Un appello al Sindaco:

Paolo, ti prego, non fare come lo scorso anno, in qualità di responsabile della salute pubblica datti subito da fare e rendi noto alla cittadinanza cosa sta succedendo, le analisi e gli interventi in atto.

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