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Cittadini 10, istituzioni 3, è l’amaro esito della serata pubblica che si è tenuta ieri sera a San Felice del Benaco sul nuovo grave caso di inquinamento virale dell’acqua fornita dall’acquedotto, presenti il Sindaco Paolo Rosa, Fulgenzio Ferri di ATS Brescia (Direttore del Servizio Igiene e Sanità Pubblica), Paolo Saurgnani (Direttore generale di Acque Bresciane) accompagnato dai collaboratori Bozza, Scalmana e Sinatra.
Pur con la tensione data dall’esasperazione per la situazione da terzo mondo che ci sta vedendo coinvolti, i Cittadini di San Felice hanno dato un’esemplare lezione di educazione, con interventi sempre pertinenti, sentiti, documentati e competenti.
Purtroppo per le istituzioni che dovrebbero governare il nostro bene acqua è stato un vero fallimento: dopo 12 giorni di silenzio dall’ordinanza di divieto di uso dell’acqua non sono stati in grado di fornire elementi utili, sia in merito alla problematica, sia di igiene e gestione quotidiana.
È emerso chiaramente quanto Comune, ATS, AATO (non presente all’incontro) e Acque Bresciane lavorino purtroppo a compartimenti stagni, non comunichino e neppure collaborino tra loro.
Sarebbe quindi auspicabile che istituzioni sovraordinate li obbligassero a lavorare insieme come team unico per l’acqua, ognuno con le proprie competenze, con conferenze di servizi frequenti (anziché non-parlarsi a carte “bollate” protocollate), con una comunicazione pubblica, continua, completa e trasparente ai cittadini per cui lavorano.
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San Felice ripiomba nuovamente nell’incubo del 2009, poco fa è stata emanata una ordinanza di divieto di uso dell’acqua pubblica a scopo alimentare.
Su campioni di acqua erogata dall’acquedotto prelevata in più punti il 18 giugno, l’Istituto Zooprofilattico ha rilevato la contaminazione con virus di tipo Norovirus GII.
A seguito dell’esito di queste analisi e delle indicazioni conseguenti di ATS Brescia, il Sindaco ha emanato quindi l’ordinanza.
Purtroppo sono ricomparse anche le autobotti per la distribuzione dell’acqua alla popolazione che saranno presenti dalle ore 6 alle 24, tutti i giorni fino a revoca dell’ordinanza, ad ora non prevedibile.
Ebbene sì, ci risiamo, nuovamente a giugno, nuovamente all’inizio della stagione turistica. Pare che la gravità e le responsabilità accertate dei fatti del 2009, con la conseguente condanna in Cassazione dei responsabili, non abbiano insegnato nulla a chi dovrebbe gestire la nostra acqua.
E’ proprio triste …
L’epidemia di gastroenterite che ha colpito migliaia di abitanti e turisti di San Felice del Benaco nel giugno del 2009 ha avuto conseguenze di lungo periodo o croniche sulla nostra salute?
La risposta è Sì
Lo stabilisce la ricerca scientifica “Incidence of Post-Infectious Irritable Bowel Syndrome and Functional Intestinal Disorders Following a Water-Borne Viral Gastroenteritis Outbreak” *1 (Incidenza della Sindrome dell’Intestino Irritabile post-infettiva e disturbi intestinali funzionali a seguito di una epidemia di gastroenterite virale trasmessa dall’acqua), pubblicata su The American Journal of Gastroenterology 107 (2012) a firma di Barbara Zanini, Chiara Ricci, Francesca Caselani, Alberto Magni, Anna Maria Laronga e Alberto Lanzini, dell’unità di Gastroenterologia di Università e Spedali Civili di Brescia, Floriana Bandera, Medicina Generale di ASL Brescia, oltre che di tutti i medici locali e dei vertici di ASL Brescia *2.
Premetto che non sono un medico, ma cerco semplicemente di riportare quanto ho compreso della ricerca.
La Sindrome dell’Intestino Irritabile post-infettiva (PI-IBS) è la comparsa di sintomi di Sindrome dell’Intestino Irritabile (IBS) a seguito di una malattia acuta caratterizzata da due o più tra febbre, vomito, diarrea, coprocoltura positiva.
PI-IBS è una condizione cronica che implica infiammazione cronica, aumento della permeabilità intestinale, variazione della flora intestinale, alterazione delle funzioni neuromuscolari.
L’incidenza di PI-IBS a seguito di una gastroenterite di origine batterica è stimata tra il 4% e il 31% della popolazione colpita.
Vi erano invece poche evidenze scientifiche sull’incidenza di PI-IBS a seguito di una gastroenterite di origine virale, come invece è stato il caso di quella di San Felice.
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Lo scorso 14 dicembre 2015 si è chiuso il Processo d’Appello per la grave epidemia di gastroenterite che ha colpito migliaia di abitanti e turisti di San Felice del Benaco nel giugno del 2009.
Confermata la condanna penale per Mario Giacomelli, Responsabile del settore ciclo idrico integrato di Garda Uno, con pena ridotta a 1 anno e 1 mese per la concessione dell’attenuante del risarcimento danni.
Per il Direttore Generale di Garda Uno Franco Richetti è stato invece deciso il non luogo a procedere per estinzione del reato, a seguito del suo decesso.
Anche l’Appello ha quindi confermato che l’epidemia è stata causata dall’acqua infetta dell’acquedotto di San Felice, a causa di una colposa insufficiente manutenzione da parte di Garda Uno.
Questa è la “verità” giudiziaria che continua la sua strada.
Ma la “verità” sanitaria invece?
Le autorità preposte hanno approfondito o stanno approfondendo scientificamente possibili effetti di lungo periodo sulla nostra salute a seguito dell’epidemia del 2009?
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Io sono bicicletta, questa è la mia natura, qual’è quindi un buon motivo per farsi 90 km in bicicletta dal lago di Garda a Mantova e ritorno?
Ma ovvio, il piacere di un buon piatto di tortelli di zucca, quelli con tanto burro e formaggio, quelli che poi la “scarpetta” è d’obbligo, gustati nella splendida Piazza Sordello a Mantova con il sole in fronte!
Ho percorso la ciclabile da Peschiera a Mantova in solitaria ed ora ne sono certo: è solo per filosofi, ma il perché lo vediamo in seguito.
Andata e ritorno in mountain bike, circa 90 km (43,5 km per tratta) di pista ciclabile asfaltata e piana, senza difficoltà, adatta a tutti, costeggiando il fiume Mincio, i laghi di Mantova e campi coltivati a perdita d’occhio.
Consiglio di non farla in piena estate, la seconda parte è completamente esposta al sole e rischiate di andare arrosto.
Partenza di prima mattina dalla fortezza veneziana di Peschiera, dove parte la ciclabile per il primo tratto sterrata e dove nelle vicinanze ho parcheggiato l’auto.
Passato il cavalcavia dell’autostrada si costeggia il fiume Mincio sulla sponda destra, ammirando le decine di pescatori sulla sponda opposta. In questo tratto il fiume è piatto e tranquillo, fino alla diga di Salionze che regola i livelli del lago di Garda e che si raggiunge dopo circa 5 km. Qui si passa sulla sponda sinistra, che si tiene poi praticamente fino a Mantova.
I successivi 10 km sono forse i più suggestivi e minimamente variegati di tutta la ciclabile. Lungo il tragitto si può ammirare la suggestiva chiesa di Monzambano, per arrivare poi alla splendida Borghetto, uno dei borghi più belli d’Italia, con le sue fondamenta piantate letteralmente nel fiume Mincio. Qui una tappa è d’obbligo per fare fotografie e rilassarsi e rifocillarsi in uno dei barettini del borgo.
Da qui e fino ai laghi di Mantova, a parte un bello scorcio sul castello di Valeggio sul Mincio (qui a destra), devo confessare che la ciclabile è una vera noia, “pallosissima”, almeno 20-25 km di un “piattume” noioso e per di più esposto al sole. Campagna, campagna, solo campagna, tanto che il mio unico pensiero era di trovare un mezzo alternativo per il ritorno una volta giunto a Mantova, perché non avevo intenzione di “ri-pipparmela” in bici per tornare a Peschiera.
I panorami per oltre 20 km sono stati come questi …
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Il prossimo martedì 29 aprile 2014 alle ore 20.45, al Palazzo ex Monte di Pietà di San Felice del Benaco terrò una serata dedicata alla nostra acqua potabile e a quali iniziative provare a mettere in campo per ritornare ad avere fiducia dopo l’epidemia di gastroenterite dell’estate 2009.
Ripercorreremo brevemente le note vicende che ci hanno colpito, per comprendere l’origine e la fondatezza di questa mancanza di fiducia nella nostra acqua diffusa tra i cittadini di San Felice. Lo faremo però per guardare finalmente avanti e capire cosa fare.
Il Prof. Gianluigi Fondra, Assessore all’Ambiente, Verde, Cave e Protezione Civile del Comune di Brescia, verrà ad illustrarci l’esperienza del loro Osservatorio “Acqua bene comune”, una risposta meritoria, oltre che una responsabile cooperazione interistituzionale tra tutti i soggetti preposti al controllo e gestione dell’acqua pubblica (Comune, ASL, A2A), insieme a cittadini, scuole e mondo della ricerca.
Tutti insieme per rispondere in modo efficace alla crescente preoccupazione dei cittadini bresciani a seguito della diffusione di notizie sulla contaminazione delle falde acquifere, e alla conseguente pressante domanda alle istituzioni “che acqua beviamo a Brescia?“, facendolo però in modo semplice e comprensibile a chiunque.
Già, perché è proprio la trasparenza dell’informazione sulla qualità dell’acqua che scende dai nostri rubinetti la condizione imprescindibile per il ritorno della fiducia, mi verrebbe da dire non solo nell’acqua, ma in generale nelle nostre istituzioni.
Ciò non lo dico solo io, ma l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) che nelle sue Linee Guida per la Qualità dell’Acqua Potabile, in un paio di punti importanti invita alla trasparenza dell’informazione sulla qualità dell’acqua. Ecco un mio estratto:
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Ti piacerebbe se qualcun’altro decidesse per te come, quando e cosa puoi fare e vedere in Internet?
Questo però è il pericolo se passerà la proposta di regolamento europeo sul mercato unico delle comunicazioni elettroniche presentata dal Commissario europeo Neelie Kroes, che mette a rischio la Neutralità della rete (Net Neutrality) e quindi Internet “aperta” in Europa.
La neutralità della rete è il principio in base al quale operatori di reti di telecomunicazioni, internet service provider (ISP) e governi sono tenuti a trattare in modo “uguale” tutto il traffico Internet, non discriminando o differenziando per origine, destinazione, contenuto, tipologia, modalità.
La neutralità della rete ci riguarda quindi tutti, in quanto alla base di Internet “aperta” come noi la conosciamo, e strettamente connessa a nostre libertà fondamentali come quelle di informazione e di autodeterminazione della persona, ma con effetti anche sui processi democratici, della libertà d’impresa e della concorrenza.
Cosa possiamo fare?
Seguendo il dibattito in atto ho voluto approfondire l’argomento, anche analizzando cosa accade in Europa e nel mondo, per capire cosa può fare ognuno di noi.
Per iniziare a comprendere cosa potrebbe significare mettere a rischio il principio di neutralità della rete, vi suggerisco questo video che lo spiega con ironia ma in modo efficace …
La Net Neutrality è un argomento che non si può esaurire in poche righe, se quindi masticate un po’ di inglese vi consiglio anche di guardarvi What is Net Neutrality and why is it important? e Net Neutrality (Hungry Beast).
Qual’è il rischio in Europa?
Il Commissario europeo per l’agenda digitale Neelie Kroes ha presentato una proposta di regolamento europeo sul mercato unico europeo delle comunicazioni elettroniche e per realizzare un continente connesso.
Tale regolamento presenta in particolare due articoli che mettono a rischio la neutralità della rete:
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Ma quanta neve c’è in montagna? Sembra di essere immersi nella panna!
Un po’ di freddo …
… ma niente paura e via, mi fiondo giù bello deciso! 😀
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Mi hanno sempre incuriosito e divertito le copertine dei cd con le foto dei cantanti greci (ho una debolezza, lo ammetto, mi piace la musica greca, per quel suo mix malinconico-fatalista-oblio “λησμονιά”), ma più in generale del sud-Europa, specie orientale, medio oriente, paesi arabi e nord-Africa.
Per me sono un vero spasso, ma è anche curioso quanto siano simili in tutta la fascia mediterranea.
Per me andrebbe fatto uno studio antropologico-sociologico. 😀
Le versioni delle foto sono due:
- Il sofferente: posizione leggermente di lato, viso sofferente, molto sofferente, stra-sofferente, anzi di più, spesso barba incolta, sguardo sfuggente, talvolta occhiali scuri, espressione affranta, distrutta, da cane bastonato, tanto che il mio primo pensiero è: “azz, ci credo che la tipa ti ha mollato, con quella faccia lì non è che sei esattamente uno spasso …”.
- Il languido: posizione plastica, occhio umido, sguardo diretto “se ti pìio te sdrumo …” 😀
Basta guardare copertine a caso di Μιχάλης Χατζηγιάννης, Γιάννης Πλούταρχος, Θάνος Πετρέλης, Νίνο Ξυπολητάς, e altri, e il tenore è questo …
Vabbé dai, ecco almeno un brano da ascoltare …
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Ho appena terminato la prima parte del raccolto dalla mia pianta di cedri: 11 kg di profumatissimi cedri del Garda cresciuti solo a sole e acqua, oltre ogni bio.
Sono contento perché dopo la forte gelata di due inverni fa avevo dovuto potare la pianta fino alla base nel disperato tentativo di salvarla. Pensavo fosse morta e invece la primavera successiva erano spuntati getti nuovi, da cui puntualmente dopo due anni sono nati questi bei cedri.
Come sempre preparerò un po’ di marmellata. Mi piacerebbe però fare anche qualcos’altro, visto che sono tanti e altri ne sono rimasti sulla pianta.
Accetto consigli e idee su nuove ricette!
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La notte del 31 dicembre se n’è andato Roberto Ciotti.
La musica della chitarra di Roberto per me è da sempre indissolubilmente associata al viaggio, quello serio, quello romantico e poetico, quello che sai quando parti ma non sai se e quando tornerai.
I suoi suoni evocano le emozioni di “quell’età in cui non hai ancora deciso se mettere su famiglia o perderti per il mondo” (cit. Mediterraneo), lo stato d’animo e il conflitto interno di qualunque ragazzo o ragazza nella transizione verso l’età adulta, quando non hai ancora capito che il segreto per la serenità è non vivere questa dicotomia, ma bensì decidere di mettere su famiglia e contemporaneamente continuare ad avere voglia e continuamente perderti per il mondo, o per i mondi, reali o virtuali o umani.
Roberto è l’autore delle colonne sonore dei primi due film della “trilogia della fuga” di Gabriele Salvatores: Marrakesh Express (1989), Turné (1990) e si conclude infine con il premio Oscar Mediterraneo (1991).
Marrakesh Express è uno dei miei film del cuore, anche per la musica di Roberto Ciotti che è veramente perfetta, calzante, sublime ed emozionante, toccando l’apice con la stupenda “No More Blue” …
Bluesman raffinato dai suoni inconfondibilmente “morbidi”, asciutti, con una interpretazione che trasmette passione e dolcezza.
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In questi giorni di festività natalizie mi capita di partecipare a concerti e rappresentazioni in vari paesi del lago.
In tutti assisto all’odioso costume di riservare i posti migliori delle prime file alle “autorità”: sindaci, assessori, comandanti dei Carabinieri, della Guardia di Finanzia, rappresentanti dei Beni Culturali, degli imprenditori, e altri, arrivano bellamente all’ultimo minuto e prendono posto con grande eleganza in pole position, magari ancor più odiosamente accompagnati dai rispettivi compagni/e e figli/e, in barba alle povere persone arrivate un’ora prima per prendere il posto.
Una brutto e antipatico costume che nei miei viaggi in Europa ho personalmente incontrato solo nei paesi della fascia mediterranea, Italia, Spagna, Grecia, guarda caso anche i paesi più in crisi e peggio piazzati in tutte le classifiche internazionali.
Lo so, può sembrare piccola cosa, ma per me è indice e sintomo di una infondata presunzione di superiorità da parte delle “autorità”, origine di molti dei nostri mali e delle corruttele, anche solo morali, delle nostre istituzioni.
Quindi cari sindaci, assessori, comandanti dei Carabinieri, della Guardia di Finanzia, rappresentanti dei Beni Culturali, degli imprenditori, e altri, nessuno di noi nega che siate delle autorità nel vostro settore, e nessuno nega il vostro importante ruolo, ma siete pur sempre normali persone che svolgono un lavoro remunerato, molto spesso con soldi pubblici.
Questa autorità non vi dà però alcuna patente di superiorità rispetto ai normali cittadini e non vi autorizza in alcun modo ad occupare i posti migliori a dispetto delle persone che hanno fatto lo sforzo di arrivare prima e per questo ne avrebbero diritto più di voi.
Quindi un invito: eliminate per favore gli antipatici posti riservati alle autorità, o quantomeno care autorità rifiutatevi di sedervi in quei posti!
Anche questi sono piccoli segnali di cambiamento.
Se sentiste gli unanimi velenosi e rabbiosi commenti della gente che ho ascoltato in queste sere capireste cosa intendo …
P.S. – Perché invece non mi segnalate casi virtuosi? Grazie!
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Holocene di Bon Iver, una canzone calda che dà la sensazione di una morbida coperta di lana in cui immergersi, ad alto volume, distesi sul divano …
Holocene by Bon Iver, a warm soft wool blanket song to immerse into, at high volume, laid down on the sofa …
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Ieri sera ero alla prima dell’opera Henry ha un’idea, una interessante ed emozionante produzione della Scuola di Musica del Garda dedicata a Henry Dunant.
Non conoscete Henry Dunant?!?!?
Beh, nessuno problema, fino a ieri sera neppure io sapevo bene chi fosse esattamente, e così anche il restante centinaio di partecipanti presenti a Selva Capuzza.
Henry Dunant, con ancora negli occhi la carneficina di decine di migliaia di uomini della battaglia di Solferino del 24 giugno 1859, una delle battaglie più imponenti e cruente della storia dell’umanità di cui fu casuale testimone, dà il via alla fondazione della Croce Rossa internazionale, ed è l’artefice dell’adozione della prima Convenzione di Ginevra del 1864. Dunant è stato anche il primo Premio Nobel per la pace della storia.
Fa impressione pensare che la neutralità del personale sanitario e degli abitanti che soccorrono feriti di guerra, che l’umanità considera ormai unanimemente imprescindibile e quasi parte della propria stessa natura, sia invece una conquista piuttosto recente, ha solo 150 anni, e colpisce che l’ispirazione sia venuta da un luogo a pochi chilometri da casa mia.
L’opera si sviluppa in cinque quadri sulla vita di Dunant ed ha la forma di un melologo, ovvero un testo (letto da Fausto Ghirardini) commentato dalla musica orginale scritta da componenti della Scuola di Musica del Garda.
Voglio ringraziare la Scuola di Musica del Garda e Gigi non solo per la valenza artistica della loro produzione, non solo per l’emozione dell’esecuzione da parte dei maestri, ma anche per la rilevanza didattica nel far conoscere la figura di Henry Dunant: molto bravi, da conoscere!
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Impegno civico, quante definizioni noiose, quante descrizioni inutilmente leziose, quante bocche inette ne parlano in modo repellente.
Qualche sera fa stavo guardando Il Testimone e Pif è riuscito nell’impresa di parlarne in modo leggero, intenso ed emozionante, guardare per credere: bravissimo Pif!
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Che bella atmosfera c’era ieri in Valtenesi. Scorrazzando per i campi con la mia bicicletta era tutto un movimento pacioso di gente intenta a “góer” (raccogliere le olive in dialetto), molti rumori di “pettini”, reti a terra sotto gli ulivi, “scalì” (scala a pioli per la raccolta delle olive) incastrati tra i rami, Panda bianche riesumate con incorporati anziani con larghi camicioni infeltriti a scacchi, cappelli di paglia, bambini, famiglie, cani che correvano.
Poi animali, tanti animali in libertà, fagiani, lepri, pecore, tante pecore, a un certo punto sono stato circondato da centinaia di pecore, con molti simpatici agnellini incuriositi da me e dalla bicicletta …
… e ancora, cavalli, tanti, tantissimi cavalli e cavalieri a passeggio con i Cavalieri del Garda …
… un’atmosfera immensamente rilassante!
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Non avevo mai assistito ai match di improvvisazione teatrale. Qualche tempo fa ho partecipato ad un match evento al Teatro di Botticino ed è stato strepitosamente divertente! All’ingresso vieni fornito di:
- un foglietto su cui proporre un personale tema di improvvisazione;
- un cartoncino bi-colore per le votazioni;
- una ciabatta per, ehm ehm, dimostrare la propria eventuale disapprovazione con un lancio teso verso il palco. A dire il vero molti del pubblico non avevano un gran mira visto che mi sono beccato qualche ciabattata sul “coppino” (per fortuna erano di stoffa), ma in questo modo ho potuto recuperare altre “munizioni”. 😀
Sul palco ci sono due squadre. L’arbitro sceglie un tema tra quelli proposti dal pubblico e lancia la sfida di improvvisazione dando titolo, categoria (lo stile, ad esempio, alla 007, alla Bollywood, cantata, in rima, stile Vecchio Testamento, film horror, e chi più ne ha …), durata (di solito di pochi minuti).
Al fischio dell’arbitro le squadre hanno il disumano tempo di 20 secondi per un veloce briefing e poi si parte e inizia il divertimento, con le assurde impreviste situazioni e le geniali trovate improvvisate dagli attori.
La cosa folle è che le storie hanno un senso e gli attori non mostrano il minimo imbarazzo, riuscendo sempre a trovare soluzioni di improvvisazione imprevedibili e divertentissime: ma dico io, come fai al volo dal tema “Sovversivo” in stile “Antico Testamento” a inventarti di essere un antico romano che si presenta in romanesco “Sò VVersivo“, e gli altri al volo che lo salutano con un “Oooh Versivo“.
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Il brano del duo fiammingo Ozark Henry e Amaryllis Uitterlinden è senza dubbio la più bella novità musicale di quest’autunno.
Evocative suggestioni di passi a piedi nudi su un caldo pavimento in legno, a braccia aperte, fingendo di avanzare in equilibrio su una linea immaginaria, davanti a una grande vetrata sulla campagna inglese, o di un caffé solitario da Sturbucks in una città americana, seduto su un alto sgabello al banco fronte vetrina, con lo sguardo “sfocato” sulla gente che passa la fuori, lasciando che i pensieri scorrano in libertà … enjoy it!
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