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Archive for the ‘politica’ Category

Cittadini 10, istituzioni 3, è l’amaro esito della serata pubblica che si è tenuta ieri sera a San Felice del Benaco sul nuovo grave caso di inquinamento virale dell’acqua fornita dall’acquedotto, presenti il Sindaco Paolo Rosa, Fulgenzio Ferri di ATS Brescia (Direttore del Servizio Igiene e Sanità Pubblica), Paolo Saurgnani (Direttore generale di Acque Bresciane) accompagnato dai collaboratori Bozza, Scalmana e Sinatra.

seratapubblicaacqua-20180709

Pur con la tensione data dall’esasperazione per la situazione da terzo mondo che ci sta vedendo coinvolti, i Cittadini di San Felice hanno dato un’esemplare lezione di educazione, con interventi sempre pertinenti, sentiti, documentati e competenti.

Purtroppo per le istituzioni che dovrebbero governare il nostro bene acqua è stato un vero fallimento: dopo 12 giorni di silenzio dall’ordinanza di divieto di uso dell’acqua non sono stati in grado di fornire elementi utili, sia in merito alla problematica, sia di igiene e gestione quotidiana.

È emerso chiaramente quanto Comune, ATS, AATO (non presente all’incontro) e Acque Bresciane lavorino purtroppo a compartimenti stagni, non comunichino e neppure collaborino tra loro.
Sarebbe quindi auspicabile che istituzioni sovraordinate li obbligassero a lavorare insieme come team unico per l’acqua, ognuno con le proprie competenze, con conferenze di servizi frequenti (anziché non-parlarsi a carte “bollate” protocollate), con una comunicazione pubblica, continua, completa e trasparente ai cittadini per cui lavorano.
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In questi giorni di festività natalizie mi capita di partecipare a concerti e rappresentazioni in vari paesi del lago.

Reserved

In tutti assisto all’odioso costume di riservare i posti migliori delle prime file alle “autorità”: sindaci, assessori, comandanti dei Carabinieri, della Guardia di Finanzia, rappresentanti dei Beni Culturali, degli imprenditori, e altri, arrivano bellamente all’ultimo minuto e prendono posto con grande eleganza in pole position, magari ancor più odiosamente accompagnati dai rispettivi compagni/e e figli/e, in barba alle povere persone arrivate un’ora prima per prendere il posto.

Una brutto e antipatico costume che nei miei viaggi in Europa ho personalmente incontrato solo nei paesi della fascia mediterranea, Italia, Spagna, Grecia, guarda caso anche i paesi più in crisi e peggio piazzati in tutte le classifiche internazionali.

Lo so, può sembrare piccola cosa, ma per me è indice e sintomo di una infondata presunzione di superiorità da parte delle “autorità”, origine di molti dei nostri mali e delle corruttele, anche solo morali, delle nostre istituzioni.

Quindi cari sindaci, assessori, comandanti dei Carabinieri, della Guardia di Finanzia, rappresentanti dei Beni Culturali, degli imprenditori, e altri, nessuno di noi nega che siate delle autorità nel vostro settore, e nessuno nega il vostro importante ruolo, ma siete pur sempre normali persone che svolgono un lavoro remunerato, molto spesso con soldi pubblici.
Questa autorità non vi dà però alcuna patente di superiorità rispetto ai normali cittadini e non vi autorizza in alcun modo ad occupare i posti migliori a dispetto delle persone che hanno fatto lo sforzo di arrivare prima e per questo ne avrebbero diritto più di voi.

Quindi un invito: eliminate per favore gli antipatici posti riservati alle autorità, o quantomeno care autorità rifiutatevi di sedervi in quei posti!

Anche questi sono piccoli segnali di cambiamento.

Se sentiste gli unanimi velenosi e rabbiosi commenti della gente che ho ascoltato in queste sere capireste cosa intendo …

P.S.Perché invece non mi segnalate casi virtuosi? Grazie!

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Non riuscivo a dare forma testuale sintetica e consistente a come immagino il turismo presente e sempre più del futuro.
Ci hanno pensato Carlin Petrini e gli ICT days:

Il turismo del futuro?

Parte dai cittadini residenti,
dalla loro qualità della vita,
dalla capacità di essere felici,
dalla loro cura verso la terra che abitano.
I turisti arriveranno di conseguenza.

(Carlin Petrini)

Uomo disteso su un muretto in riva al lagoIo penso che il successo di ogni luogo parta dalla sua felicità e dall’energia che trasmette con il proprio vissuto.

Già, perché se ognuno di noi riflette sul proprio essere viaggiatore, si accorge in realtà di voler soprattutto vivere i luoghi e non solo attraversarli.
Quindi è necessario sempre più far parlare il vissuto del posto. Far diventare il proprio territorio il set vivente in cui le persone abbiano voglia di ambientare un breve pezzo della loro vita.

Ecco perché c’è bisogno di un’ottima politica locale, per la felicità dei propri cittadini.
Ecco perché la promozione turistica deve puntare sempre più sul racconto collaborativo e “social” del territorio.
Un cambio di paradigma che sono certo può dare frutti importanti.

Mammamia che discorsi importanti, non ci sono abituato, sono troppo stanco, meglio che mi stenda un po’ a “cazzeggiare“.
🙂

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statuinaNei giorni di campagna elettorale sono stato invitato a relazionare in alcune occasioni, principalmente su due temi: il caso acqua San Felice del Benaco (vicenda e proposte), promozione turistica online.

Questi incontri erano spesso preparati inviando per tempo ai candidati dei brevi testi su ciò che si sarebbe detto.

Devo ammettere aimé che in nessuno di questi incontri ho mai avuto riscontri sui problemi e le soluzioni concrete e talvolta forti da me proposte.
La cosa a mio avviso ancor più grave è l’evidenza che nessuno si era neppure degnato di leggere i testi e le proposte inviate. La mia presenza, come quella di altri, aveva quindi evidentemente la sola funzione di dare una parvenza “civica”, tanto di moda in questi tempi.

Osservando i candidati, ho notato che tutti adottavano la medesima tecnica oratoria.

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bilanciaQuesta sera 8 febbraio ero presente nell’aula 28 del Tribunale di Brescia, quando poco prima delle 18 è stata emessa la sentenza di I grado che condanna per epidemia colposa a 1 anno e 4 mesi di reclusione (pena sospesa) il Direttore Generale di Garda Uno Franco Richetti, e il Responsabile del settore ciclo idrico integrato di Garda Uno Mario Giacomelli. I due sono stati condannati anche ad una serie di risarcimenti delle parti civili rimanenti, soprattutto attività ricettive e di ristorazione, per varie decine di migliaia di euro.
Assoluzione invece il Presidente di Garda Uno Mario Bocchio.

Finalmente un punto fermo ed una certezza nella grave epidemia di gastroenterite che ha colpito migliaia di abitatanti e turisti di San Felice del Benaco nel giugno 2009: la sentenza di I grado ha sancito che l’epidemia è stata causata dall’acqua infetta dell’acquedotto di San Felice, per una colposamente insufficiente attività di manutenzione da parte di Garda Uno.

E’ stata la mia prima volta in un’aula di tribunale, non avevo mai assistito ad un processo, e la mia prima sensazione è di sincero e umano dispiacere per le condanne.
waterIl giudice però, dopo una lunga e ampia fase dibattimentale, con questa sentenza ha dato un segnale importante: l’acqua è un bene comune primario che va gestito con la massima cura, attenzione e perizia, oltre che mettendo in atto agni azione possibile di prevenzione.

A mio personale avviso questa sentenza dovrebbe stimolare i Sindaci del basso Garda, “azionisti” unici di Garda Uno, a prendere politicamente atto che ora c’è bisogno di ridare fiducia nella nostra acqua pubblica a cittadini e operatori, con un deciso cambio di rotta che non può che passare dalla massima trasparenza e diffusione costante e puntuale di dati sull’acqua e informazioni di gestione, dalla interazione e coinvolgimento delle comunità di riferimento (applicando le Linee Guida per la Qualità dell’Acqua Potabile dell’OMS Organizzazione Mondiale della Sanità), ma anche aimé da una riflessione sulla necessità di rinnovo nella dirigenza deputata alla gestione della Nostra acqua pubblica.

P.S. – Si chiude finalmente il primo capitolo di questa spiacevole vicenda. Confesso di essere particolarmente esausto, ma sento di non aver sprecato le mie energie se questo lavoro sarà utile per avere un’acqua di ottima qualità per Camilla, per i nostri figli e per tutti noi.

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In questi giorni sto seguendo la campagna elettorale in vista delle prossime elezioni sia della Regione Lombardia, sia nazionali.

Tralasciando le sterili polemiche, rilevo purtroppo come nei programmi elettorali di tutti gli schieramenti, lo sviluppo di Internet e delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione non trovi una posizione di primo piano, non solo per l’economia della Lombardia e dell’Italia, ma anche per una diffusione della cultura democratica e della partecipazione.

In quasi tutti si parla genericamente di una propria Agenda Digitale, così come si rilevano tracce generiche relative alla diffusione della banda larga, ma sembrano temi “piazzati” senza convinzione.
Quelli poi che una Agenda ce l’hanno, mi lasciano spesso sbalordito dalla quantità e complessità di cose che propongono, come se volessero cambiare il mondo in una sola legislatura. La mia forma mentis mi porta infatti, per ogni proposta, a stimare automaticamente la quantità di energie necessarie per la realizzazione, ed a giungere alla conclusione che sono proposte irrealizzabili, screditando così ai miei occhi quel candidato o forza politica che evidentemente non conoscono ciò che stanno proponendo.

Lo sviluppo di Internet e delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione deve essere una priorità assoluta.
Io lo sto ripetendo da oramai quasi quattro anni.
Pochi giorni fa però, il 18 dicembre 2012 l’ha detto con forza anche la Commissione Europea nella sua comunicazione “Le tecnologie digitali come motore della crescita europea” a Parlamento Europeo, Consiglio d’Europa, Comitato Economico e Sociale Europeo, Comitato delle Regioni.
Una lettura che consiglio.

Prima di indicare quelle che ritengo dovrebbero essere le poche grandi priorità delle agende politiche in tema di digitale, voglio riportare qui sotto qualche estratto emblematico dalla nota della Commissione Europea.

L’inizio è già un programma:
La crescita sostenibile e la competitività future dell’Europa dipendono in larga misura dalla sua capacità di accettare la trasformazione digitale in tutta la sua complessità. Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) hanno un impatto crescente su tutti i segmenti della società e dell’economia. Si stima che la metà della crescita complessiva della produttività dipenda dagli investimenti nelle TIC.

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Notizia da Editoriale Bresciana:

Due anni e quattro mesi. Questa la condanna chiesta dal Pubblico Ministero Claudio Pinto per i vertici di Garda Uno. Per Mario Bocchio (Presidente), Romano Richetti (Direttore Generale) e Mario Giacomelli (Responsabile del settore ciclo idrico).

I tre imputati nel processo per l’epidemia provocata a San Felice del Benaco nell’estate del 2009 dall’acqua infetta. Più di 3500 le persone colpite dal virus. La sentenza è attesa il prossimo 8 febbraio.

Notizia da gruppo BresciaOggi:

Due anni e quattro mesi ciascuno. Queste le richieste di condanne avanzate oggi dal pubblico ministero durante il processo che vede sul banco degli imputati tre dirigenti dell’azienda “Garda Uno” accusati di epidemia colposa.

I fatti risalgono all’estate 2009 quando duemila persone, per lo piu’ residenti a San Felice, rimasero vittime di un’intossicazione causata da un mix di micidiali batteri. A provocarla, secondo l’accusa, fu l’acqua infetta sgorgata dall’acquedotto gestito da Garda Uno. Il processo è stato aggiornato all’8 febbraio, quando dovrebbe essere emessa la sentenza.

Per chi fosse interessato a tutta la vicenda della grave epidemia che ha colpito San Felice del Benaco nell’estate del 2009.

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Un paio giorni fa leggevo il resoconto da parte del Comitato Acqua Benaco dell’udienza del 13 dicembre, con cui si è chiusa la fase istruttoria del processo penale a carico dei vertici di Garda Uno imputati di epidemia colposa, per la grave epidemia di gastroenterite che ha colpito San Felice del Benaco nel giugno 2009.

Ritengo personalmente molto preoccupanti le deposizioni dei tre imputati di epidemia colposa Mario Bocchio (Presidente di Garda Uno), Franco Richetti (Direttore Generale di Garda Uno),  Mario Giacomelli (Responsabile del settore ciclo idrico integrato di Garda Uno).

In particolare nel resoconto leggo che l’Ing. Giacomelli alla domanda “Perché non avete mai fatto interventi sui filtri dal momento della presa in carico? (dell’acquedotto da parte di Garda Uno)” risponde che “non c’erano avvisaglie ed un intervento era già stato fatto nel 2006”, domanda “ma non dovrebbe essere un intervento annuale?” risposta “… ma … se non ci sono avvisaglie…”.

Ma dico io, si sta parlando di acqua potabile, la prevenzione e il controllo sono fondamentali!

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Qualche giorno fa, in una delle mie saltuarie corsette serali stavo come al solito percorrendo la ciclabile di San Felice; all’altezza del cimitero mi sono fermato ad ammirare la bellezza del terreno di fronte, con le spighe in piena vegetazione: una meraviglia, non ho potuto non scattare qualche immagine …

… anzi, già che c’ero ho realizzato due suggestive panoramiche da diverse prospettive:

Clicca per ingrandire

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Purtroppo questo suggestivo terreno è stato individuato dall’Amministrazione comunale di San Felice, presieduta dal Sindaco Paolo Rosa, come luogo dove far sorgere un centro sportivo, con campetti da calcio e una notevole colata di cemento per servizi accessori.

Io non sono d’accordo con questa decisione per vari motivi:

  • Morale: i luoghi intorno ad un cimitero dovrebbero essere il più possibile oasi di pace, silenzio e bellezza, tali da garantire ai parenti dei defunti la giusta intimità, il rispetto del loro dolore e un ambiente che li aiuti ad alleviare e conciliarsi con la sofferenza nella commemorazione dei propri cari.
    Purtroppo questo terreno si trova a poche decine di metri dal cimitero; posso solo immaginare lo sgradevole contrasto che si creerebbe con le urla festanti dei tifosi dopo un goal, mentre a pochi metri persone piangono i propri cari defunti. (altro…)

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Poveri Greci, povera Grecia

È con un grande tonfo al cuore che in queste settimane assisto alle vicende della Grecia, ma soprattutto dei greci.
Mi affanno ad informarmi, leggo giornali, seguo programmi tv, chiedo ad amici greci com’è la situazione.

Sono combattuto: da una parte il mio cuore e l’amore per la Grecia in cui torno almeno una volta all’anno mi spinge a sentire che è una ingiustizia, dall’altra la ragione mi dice che è il risultato della follia diffusa del nostro tempo di vivere al di sopra delle proprie possibilità contraendo debiti, dimenticando che prima o poi bisogna pure pagarli.

Mi spiace dirlo ma in questi giorni prevale la ragione. Non riesco a non pensare che se la Grecia avesse vissuto in base alle proprie possibilità non avrebbe ora tutto quel debito e quindi non sarebbe così sotto ricatto, e purtroppo sotto scacco internazionale.

Certo è che i greci stanno pagando un prezzo altissimo a causa di una classe dirigente nella migliore delle ipotesi incompetente, ma che i cittadini hanno pur sempre eletto.
Altrettanto certo però che, assodati gli errori, è accettabile affamare così i cittadini di una nazione europea?
Io sinceramente non ho risposte ne certezze, solo la storia penso ce ne darà.

Se penso poi alla follia delle Olimpiadi del 2004: ma che senso avevano in un paese già in gravi difficoltà economiche che pare provato aver “truccato” i bilanci per riuscire ad entrare nell’euro? Dove pensavano di andare?
Io in quei giorni di fine inverno e inizio primavera del 2004 mi trovavo ad Atene e mi impressionano ancora le parole del vice ministro della cultura con delega all’organizzazione delle Olimpiadi Fani Palli-Petralia (nominata dall’allora premier Kostas Karamanlis) candidamente ammettere che rispetto ai 4,6 miliardi di euro le Olimpiadi stavano costando alle casse greche 13 miliardi di euro.
Hai detto niente!

Vabbé, comunque ricordo l’effervescenza di quei giorni ad Atene, lavori, maquillage e orgoglio nazionale la facevano da padroni …

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Politico – Venditore

Passeggio in Grecia, vedo intorno a me molti cartelli πωλειται (che si pronuncia “polite”, vendesi), mi viene spontaneo pensare che la radice è la stessa di “politica” e “politico”.

So bene che dal punto di vista etimologico il termine “politica” deriva dal greco polis “πόλις”, città.
Ma questa è l’origine nobile, che i politici e la politica di oggi hanno purtroppo svuotato di significato.

Oggi forse l’etimologia che più si addice è quella dei cartelli, ovvero politici oramai come venditori (quando va bene di fumo, quando va male di beni e valori pubblici), oppure in vendita, in Italia ne abbiamo casi eclatanti.

Anche però nella nostra piccola realtà di San Felice del Benaco ad esempio possiamo vedere politici e amministratori come venditori, anzi, s-venditori, nel nostro caso di territorio (l’unico nostro valore), con l’aggravante anche dell’arroganza, scollegati e oramai totalmente arroccati nel “palazzo”, chiusi in un bozzolo di incomunicabilità e sordi nei confronti del sentire comune della popolazione, che dovrebbe essere il loro unico punto di riferimento, (altro…)

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Ai referendum del 12 e 13 giugno io voterò 4 Sì.

La vera battaglia però ritengo sarà il raggiungimento del quorum del 50% più uno degli aventi diritto al voto.
Un invito quindi personale: andate a votare, qualunque voto vogliate dare! 

Penso non faccia anche male ripassare i temi dei 4 referendum popolari:

  • 1° quesito (Acqua)
    Colore scheda: rosso
    Titolo: Modalità di affdamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Abrogazione.
    Descrizione: Il quesito prevede l’abrogazione delle norme che attualmente consentono di affidare la gestione dei servizi pubblici locali a operatori privati.
  • 2° quesito (Acqua)
    Colore scheda: giallo
    Titolo: Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. Abrogazione parziale di norma.
    Descrizione: Il quesito propone l’abrogazione della norma che stabilisce la determinazione della tariffa per l’erogazione dell’acqua, il cui importo prevede attualmente anche la remunerazione per il capitale investito dal gestore.
  • 3° quesito (Nucleare)
    Colore scheda: grigio
    Titolo: Nuove centrali per la produzione di energia nucleare. Abrogazione parziale di norme.
    Descrizione: Il quesito propone l’abrogazione delle norme che prevedono la realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare.
  • 4° quesito (Legittimo impedimento)
    Colore scheda: verde chiaro
    Titolo: Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010, n. 51, in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza n. 23 del 2011 della Corte Costituzionale.
    Descrizione: Il quesito propone l’abrogazione di norme in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza n. 23 del 2011 della Corte Costituzionale.

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Venendo al lavoro a Brescia incontro persone di San Felice, Manerba e in generale della Valtenesi che potrebbero usare i mezzi pubblici risparmiando traffico e inquinamento ad una città con l’aria già molto malata.

Io vengo in moto e stamattina stavo riflettendo sul vero motivo: i tempi effettivi di percorrenza.
Ad esempio San Felice – Brescia (circa 35 km) con vari mezzi che ho sperimentato:

  • Moto: 25 minuti
  • Auto: 55 minuti
  • Autobus: 1 ora e 20 minuti, con un percorso a dir poco “fantozziano”

Direi che non c’è altro da dire, no?

Inutile fare sterili campagne di promozione del trasporto pubblico: sino a quando l’autobus non avrà tempi di percorrenza paragonabili se non più veloci di quelli dell’auto sarà una battaglia persa, li useranno solo quei pochi che non hanno alternativa.

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San Felice del Benaco è oramai diventato un simbolo per tutti per la difesa dell’Acqua quale Bene Comune non mercificabile che deve rimanere quindi a gestione pubblica e Diritto Umano Fondamentale.

Il prossimo 10 aprile 2010 la Rete dei Comitati del Benaco per l’Acqua Pubblica (ReBeCAP) che riunisce varie associazioni gardesane che operano sul territorio e che si oppongono alla privatizzazione dell’acqua organizzano, organizzano a San Felice del Benaco una grande manifestazione articolata in tre momenti:

  • Corteo
  • Convegno
  • Concerto

La locandina (PDF)

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Cresce sempre più il fronte della meritoria protesta contro la cosiddetta Legge “Ronchi” (166/2009) che introduce di fatto la privatizzazione dell’acqua pubblica.
La cosa che mi fa molto piacere è che il fronte è assolutamente bipartisan segno che il buon senso come sempre non ha colore.

Qualche giorno fa il Consiglio Comunale di Rezzato ha meritoriamente approvato una mozione che impegna il Sindaco e la Giunta «a contrastare ogni tentativo di privatizzazione dell’acqua, a riconoscere che il servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica essenziale per garantire pari dignità a tutti i cittadini, a continuare l’impegno per una gestione improntata a criteri di efficienza, di tutela della proprietà pubblica del bene e delle infrastrutture, di universalità nell’accesso e tutela delle persone più deboli».

Due giorni fa la mossa dell’Amministrazione Comunale di Sirmione che ha deciso di dichiarare guerra alla Regione Lombardia con un ricorso al TAR sul commissariamento della gestione dell’acqua, al fine di mantenere la gestione dell’acqua pubblica in mani comunali, al grido «giù le mani dall’acqua dei Sindaci».

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Lo ammetto, giovedì sera a Salò alla serata Vivere il Garda, il privilegio della bellezza, ne siamo consapevoli? sono andato più per onorare l’invito del mio amico Davide che per convinzione, infatti questo tipo di serate si rivelano spesso una “pizza” colossale di noiosi parrucconi che rievocano la solita “solfa” della bellezza del Garda nella letteratura, di Goethe, del Grand Tour, di D.H. Lawrence, come se sul Garda ci fossero passati solo loro negli ultimi secoli.

Invece questi decisi signori un po’ attempati, Vittorio Messori (scrittore), Attilio Mazza (giornalista) e Don Gabriele Scalmana (responsabile Diocesano della Pastorale del Creato) hanno dato a tutti noi una bella lezione di coraggio e immediatezza chiamando da subito e senza mezzi termini l’imputato con il suo nome: cemento sul Garda.

Non hanno usato giri di parole ed hanno chiamato le questioni con il loro nome, raccontando del possibile scempio dell’area intorno all’Abbazia di Maguzzano, probabilmente l’ultima area che fino ad ora si è salvata nel basso Garda, del Comune di Puegnago che pare essere il prossimo destinato a capitolare sotto un’ondata di cemento prevista, del ventilato spostamento e immensa cementificazione dell’area Tavina a Salò, di Pratomaggiore, della disumana e insipiente devastazione del territorio lungo tutta la statale da Cunettone di Salò a Desenzano, di una mega lottizzazione a Tremosine ora bloccata dalla magistratura in cui è stato asportato addirittura un pezzo di montagna, della scelta di edificare l’ex Campo Sportivo Amadei a Salò invece di farne un parco, dei residence alveari con mini-appartamenti che restano disabitati per 350 giorni all’anno, delle infiltrazioni della criminalità organizzata, degli oltre 1.000 appartamenti invenduti solo nel Comune di Salò, ecc.

Vittorio Messori, scrittore di successo e gardesano di adozione, non ha usato mezzi termini ed ha parlato nella migliore delle ipotesi di insipienza di Sindaci e Amministratori Comunali, di mancanza assoluta di cultura, di una deriva che favorisce solo l’inutile turismo “fagottaro” che non dà alcun vantaggio, tipo quello che nel fine settimana sommerge paesi come Desenzano di auto e persone che nella migliore delle ipotesi comprano solo un gelato o una bottiglietta d’acqua, e del fatto che oramai si tratta di una questione etica.

Messori, essendo i suoi libri tradotti in tutto il mondo, ci ha raccontato che spesso riceve visite da parte di colleghi o editori stranieri, i quali esprimono il desiderio di visitare Salò, sia per il suo passato di capitale della Magnifica Patria, sia per le ben tristi vicende di capitale della omonima Repubblica di Salò durante la II guerra mondiale.
Ci ha raccontato che nel tragitto da Desenzano (dove Messori abita) a Salò si vergogna a transitare lungo la statale e quindi prendendo tutte le scuse possibili percorre le stradine secondarie che attraversano tutti i paesini, e se siamo ridotti a questo vuol dire che siamo prossimi alla frutta!

Don Gabriele Scalmana ha usato parole chiare e importanti per tutti i credenti, dicendo che c’è un legame stretto tra fede cristiana ed ecologia, che vuol dire rispetto del creato, legame che tutti i fedeli che vanno in chiesa devono rispettare.

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Mentre noi in Italia stiamo ancora “a pettinare le bambole” sulla banda larga,  c’è una notizia che non ha trovato spazio sui media ma che a mio avviso è veramente di portata storica:

In Finlandia l’accesso ad internet a 1Mbps è diventato un diritto fondamentale dei cittadini

La Finlandia è la prima nazione al mondo a garantire per legge ad ogni cittadino il diritto ad una connessione a Internet a larga banda da 1 Mb (Megabit).
Il governo finlandese ha anche deciso che entro la fine del 2015 diventerà diritto per ogni cittadino una connessione a 100 Mb.

Complimenti Finlandia!

A dire il vero io mi sono sempre a mio modo dato da fare per sensibilizzare la classe politica sia locale che nazionale sull’urgenza di dotare i cittadini di connettività a Internet a larga banda, purtroppo però devo ammettere totalmente senza successo.

Non avrei però immaginato che una nazione l’avrebbe riconosciuto come un diritto fondamentale dei cittadini, anche se l’ONU l’aveva suggerito.

Bene! 🙂

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In rete ho trovato un documento interessante della Comunità del Garda risalente al 30 giugno scorso sul caso acqua di San Felice e mi ha colpito in particolare un passaggio in cui esprime tutte le perplessità proprie e di molti Sindaci sull’operato di Garda Uno (gestore del nostro acquedotto comunale):

SI FA INTERPRETE

del pensiero di numerosi Sindaci affinché la società Garda Uno S.p.A., costituita oltre trent’anni fa ad iniziativa della Comunità del Garda, ritorni ad essere un sicuro punto di riferimento delle amministrazioni comunali benacensi per la
gestione in forma associata di importanti e strategici servizi, ma anche consapevole che sulla gestione privatistica di una società per azioni, deve prevalere l’interesse collettivo che ne motivò la costituzione, il ruolo, le finalità ed il volontaristico impegno della sua dirigenza.

Interessante no come sia perfettamente coincidente con il sentimento di tutti?

Quindi, se Sindaci (che sono i proprietari) e cittadini (che sono i committenti, co-proprietari, datori di lavoro, clienti e destinatari) sono tutti d’accordo, cosa manca per cambiare decisamente rotta nella gestione?

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Eccovi la risposta della Giunta della Regione Lombardia (e in particolare dell’Assessore Giovani Sport Turismo e Sicurezza Dr. Prosperini), alla interrogazione del Consigliere Regionale Osvaldo Squassina del 18 giugno 2009, in merito ai gravi fatti riguardanti l’acqua di San Felice del Benaco.

Riassumendo le prime due richieste dell’interrogazione hanno avuto qualche risposta e sostanzialmente sarà principalmente compito del Comune e delle imprese attivarsi per i finanziamenti.
Nessuna risposta invece in merito alla terza richiesta su provvedimenti nei confronti di Garda Uno, probabilmente sospesa in attesa dell’esito delle indagini sulle responsabilità.

Un solo commento personale: e i cittadini dove sono? I danni ad essi causati non vengono tenuti in alcuna considerazione? La perdita di fiducia nella cosa pubblica? L’aumento di rifiuti a causa dell’acquisto di acqua in bottiglia per i prossimi anni?
Certamente le attività turistiche sono importantissime, però signori, qui ci vivono persone.

Inoltre la più bella campagna di immagine che si potrebbe fare è far funzionare alla perfezione l’acquedotto e dare tutte le informazioni ai cittadini con la massima trasparenza e senza reticenze, altrimenti sono come quelli che infilano lo sporco sotto il tappeto dimenticando che prima o poi il tappeto si sposta e tutta la monnezza torna fuori.

il Consigliere Regionale Osvaldo Squassina

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Come vi avevo già anticipato qualche giorno fa il caso acqua dopo i fatti gravi di San Felice “fa paura” a sempre più paesi del Garda e dopo Salò, la notizia qui sotto (cliccare sull’articolo per leggerlo) apparsa sul Bresciaoggi di oggi è che anche a Desenzano il caso è aperto e vengono chieste alle autorità spiegazioni sulla situazione degli acquedotti e dell’acqua.

Cliccare sullimmagine per leggere larticolo

Bene dai, se anche centri così grandi cominciano a muoversi forse avremo più peso e le autorità e gli enti si smuoveranno da questo immobilismo che li sta caratterizzando in questa vicenda:

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