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bilanciaLo scorso 14 dicembre 2015 si è chiuso il Processo d’Appello per la grave epidemia di gastroenterite che ha colpito migliaia di abitanti e turisti di San Felice del Benaco nel giugno del 2009.

Confermata la condanna penale per Mario GiacomelliResponsabile del settore ciclo idrico integrato di Garda Uno, con pena ridotta a 1 anno e 1 mese per la concessione dell’attenuante del risarcimento danni.

Per il Direttore Generale di Garda Uno Franco Richetti è stato invece deciso il non luogo a procedere per estinzione del reato, a seguito del suo decesso.

Anche l’Appello ha quindi confermato che l’epidemia è stata causata dall’acqua infetta dell’acquedotto di San Felice, a causa di una colposa insufficiente manutenzione da parte di Garda Uno.

Questa è la “verità” giudiziaria che continua la sua strada.

Ma la “verità” sanitaria invece?
Le autorità preposte hanno approfondito o stanno approfondendo scientificamente possibili effetti di lungo periodo sulla nostra salute a seguito dell’epidemia del 2009?

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E’ ufficiale: i vertici di Garda Uno sono formalmente imputati e andranno a processo per  la grave epidemia di gastroenterite che ha colpito migliaia di abitatanti e turisti di San Felice del Benaco nel giugno 2009.

Le accuse sono pesantissime: i reati contestati sono epidemia colposa, lesioni e distribuzione di alimenti adulterati.
La notizia meno positiva è che il dibattimento inizierà solo il 17 maggio 2012 (personalmente in tutta sincerità speravo molto prima, sia a tutela nostra che di Garda Uno).

Il giudice Francesco Nappo ha infatti disposto il processo per:

  • Mario Bocchio (Presidente di Garda Uno)
  • Franco Richetti (Direttore Generale di Garda Uno)
  • Mario Giacomelli (Responsabile del settore ciclo idrico integrato di Garda Uno)

Le accuse dei Pubblici Ministeri sono molto pesanti e le avevo riportate nel dettaglio in occasione dell’avvio dell’udienza preliminare.

La notizia è stata ripresa sui giornali locali:

La notizia è stata anche riportata da molteplici siti online come Il Giorno, BresciaPoint, quiBrescia, ecc.

Personalmente continuo a non capire il silenzio dei Sindaci dei comuni azionisti di Garda Uno e il loro apparente disinteresse verso questa grave vicenda.

Vera la presunzione di innocenza, ma a me sinceramente preoccupa non poco sapere che questi tre dirigenti su cui pendono accuse pesantissime da parte dei Pubblici Ministeri  che hanno svolto approfondite indagini, continuino a svolgere i rispettivi ruoli senza quantomeno un affiancamento con figure di garanzia, gestendo l’acqua che scende dal nostro rubinetto.

… e se preoccupano me, dovrebbero a maggior ragione preoccupare i Sindaci!

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Da un po’ non scrivo sulle conseguenze della gravissima epidemia di gastroenterite che nel giugno 2009 ha colpito abitanti e turisti di San Felice del Benaco, avevo infatti promesso di riportare esclusivamente fatti e di non farmi trascinare in polemiche o indiscrezioni, ed a questa promessa mi sono attenuto.

Da ieri c’è un nuovo fatto, è iniziata infatti la fase giudiziaria di questa triste e grave vicenda. E’ cominciata infatti al Tribunale di Brescia l’udienza preliminare davanti al giudice Francesco Nappo per i vertici di Garda Uno: il Presidente Mario Bocchio, il Direttore Generale e Procuratore Speciale Franco Richetti, il Dirigente Responsabile del ciclo idrico Mario Giacomelli.

Proprio oggi c’è un articolo molto completo ed esaustivo sul Bresciaoggi a firma di Wilma Petenzi. Vi invito sin da ora ad andare in edicola comunque ad acquistarlo in quanto è un documento molto importante in un momento cruciale sulla strada della chiarezza sulle cause.
Mi scuso sin da ora pubblicamente con Bresciaoggi per aver riportato l’articolo, non è mio costume farlo, ma lo faccio solo come contributo documentale di pubblica utilità.

Acqua infetta, in aula i vertici di Garda Uno

San Felice. E’ iniziata ieri l’udienza preliminare davanti al giudice Francesco Nappo per il presidente, il direttore generale e il responsabile del settore ciclo idrico.
Nel giugno 2009 maxi epidemia di gastroenterite. In quaranta, tra cui il Comune, hanno chiesto di costituirsi parte civile: il giudice aggiorna a gennaio.

La comunità scientifica non ha dubbi: l’epidemia di gastroenterite che nel giugno dello scorso anno colpì duemila persone a San Felice è conseguenza dell’acqua infetta sgorgata dall’aquedotto. L’epidemia per gli esperti, fu causata da costridium perfrigense e norovirus, microrganismi patogeni trovati nell’acqua dell’acquedotto.

La stessa certella ha portato la procura a chiedere il rinvio a giudizio dei vertici di Garda Uno, la società che gestisce l’acquedotto del paese gardesano. Per epidemia colposa, distribuzione di alimentari adulterati e per lesioni colpose chiede il processo per Mario Bocchio, 55 anni, Presidente di Garda Uno, Franco Richetti, 62 anni, Direttore Generale e Procuratore Speciale di Garda Uno, Mario Giacomelli, 56 anni, Dirigente Responsabile. E ieri, davanti al Gup Francesco Nappo è iniziata l’udienza preliminare. Pochi minuti per raccogliere la richiesta di costituzione di parte civile presentata da una quarantina di parti offese, tra cui i 23 cittadini che hanno sporto denuncia, assistiti dagli avvocati Gianluca Savoldi, Elena Scotuzzi e Lorenzo Valtorta, il Comune di San Felice, assistito dall’avvocato Luigi Frattini, altri cittadini che si sono presentati ieri in aula con il certificato medico e albergatori e ristoratori del paese.
Impossibile decidere subito sull’ammissibilità delle costituzioni di parte civile, il giudice ha aggiornato l’udienza al 13 gennaio, quando le parti torneranno in aula.

Per la procura, rappresentata in aula dal sostituto procuratore Leonardo Lesti (le indagini erano state coordinate dal PM Paolo Abritti) i batteri che portarono in pronto soccorso più di duemila persone potevano essere evitati, i responsabili dell’acquedotto comunale avrebbero dovuto prevedere quello che successe dal 9 giugno 2009 in poi. Ma i vertici di Garda Uno, secondo le accuse, non previdero l’epidemia perché agirono con negligenza, imperizia e imprudenza nella gestione della rete idrica comunale.

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