Il forno di Kastelorizo si trova dietro il piazzale principale (come indicato nella foto) da dove parte la strada che sale verso l’aeroporto.
Per raggiungerlo passi in mezzo a ruderi di case crollate, e la prima domanda che ti fai è: “ma dove sto andando?”.
Seguendo poi i cartelli arrivi in questa piccola bottega che a quanto ho capito è una “iniziativa” pubblica dell’amministrazione locale, dove (a parte il fornaio) a turno lavorano anche ragazzi del paese che poi vedi in giro, imparando così un mestiere, tenendo allenato l’inglese (visto che vi si riforniscono molti velisti), e offrendo un servizio vitale per la comunità: il pane.
In realtà questo piccolo forno è un vero tesoro nascosto di delizie meravigliose:
il pane tradizionale (horiatiko psomi, mangiato insieme a pomodori freschi e a pezzi di feta, come si dice in questi casi “è la morte sua”, e devo dire che ci ho pranzato più volte in terra seduto con i piedi a mollo nel mare ammirando il paese), i tortini di pasta sfoglia ripieni al formaggio di capra (tiropita, all’inizio solo all’idea rabbrividivo, ma bisogna provarli per credere), i tortini con spinaci (spanakòpita), dei fantastici biscottini friabili ricoperti con semi di sesamo, una torta all’arancio (tipo plum cake), e molte altre produzioni, tra cui l’immancabile baklava forse il dolce greco più famoso, strati di sfoglia sottile con noci o mandorle tostate.
Prima di partire ho letteralmente riempito il mio storico (letteralmente in quanto ha fatto la I guerra mondiale) zaino da alpino (che porto sempre con me in quanto è molto capiente ed essendo di tela, vuoto ci sta in pochissimo spazio) di un sacco di pane e di delizie del forno di Kastelorizo pensando che avrei speso un’enormità, quando mi ha detto “12 euro” le ho detto che probabilmente aveva sbagliato, invece quello era il prezzo giusto.
… non ho potuto fare a meno di pensare ai prezzi “folli” di alcune fornerie sul Lago di Garda tra Salò e la Valtenesi; a volte a fronte di più di 4 euro mi capita di uscire solo con qualche misero panino e penso ai poveri pensionati da 400 euro al mese. 😦
Come vi dicevo Kastelorizo ha qualcosa da insegnarci …
ho letto con interesse le tue informazioni ed il tuo entusiasmo per il pane e la cucina di Castellorizo. Mi hai ricordato la cucina greca, somì e rezina, yoghurt meli, e tante altre tipiche pietanze delle quali non ricordo il nome greco, come il divino
capretto girato alla griglia verticale. Nelle dodici volte che sono
andato con barche in Grecia, (purtroppo mai nella “tua isola”,
ho visto anche prezzi in feriori , ma di pochissimo, a quelli praticati dai nostri fornai: vedi Mikonos, Santorini , Creta.Queste mete erano scelte non da me, solo skipper, ma dall’armatore.
La tua osservazione sul prezzo modico della fornaia di cui parli, mi ha ricordato il tempo passato in cui i milanesi ridevano alla presentazione del conto del ristorante in certi posti delle campagne lombarde per il basso prezzo: allora i ristoratori cominciarono ad alzare il prezzo. Ovviamente non è il tuo caso.
Magari la fornaia avra pensato che lo ritenevi caro.
A proposito di pane, non ho mai comprato il pane dal fornaiodi San Felice, ma so che è molto scadente. Ho la fortuna di avere
mia moglie che fa da anni il pane in casa. Sarei lieto di invitarti a casa mia, magari una Domenica per farti assaggiare il pane , ma non di solo pane sarai saziato. Sono migliorato dalla gastrite e sarò lieto di bere un Pirlo assieme. Fissami una ora in cui possiamo gustarlo e di chiacchierare di viaggi, senza mai , lo giuro, chiederti informazioni informatiche. Bruno
Ma dai, che pazienza tua moglie a fare il pane, noi a casa abbiamo comperato la macchina per farlo ma l’abbiamo abbandonata dopo poco: troppo comoda la forneria!
Vada per il pirlo, magari nel prossimo fine settimana ci organizziamo.
ciao
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