“Se vuoi andare in un posto dove non sei mai stato, devi percorrere una strada che non hai mai preso“.
Ho appena terminato di leggere “L’imprevedibile viaggio di Harold Fry” di Rachel Joyce (Sperling & Kupfer) e questa frase che ho letto in un negozio di Salò mi pare catturi alla perfezione l’anima di questo romanzo.
Un libro toccante ed emozionante. Un romanzo scorrevole e ben scritto, talvolta pare di sentire persino i profumi dell’erba bagnata della campagna inglese. Impossibile resistergli, l’ho divorato in soli due giorni.
Quando viene a sapere che una sua vecchia amica sta morendo in un paesino ai confini con la Scozia, Harold Fry, tranquillo pensionato inglese, esce di casa per spedirle una lettera. E invece, arrivato alla prima buca, spinto da un impulso improvviso, comincia a camminare, incurante dell’età, della stanchezza e delle scarpe troppo leggere.
Ha deciso: finché lui camminerà, la sua amica continuerà a vivere.Inizia così per Harold un imprevedibile viaggio dal sud al nord dell’Inghilterra, ma anche dentro se stesso: mille chilometri di cammino e di incontri con tante persone …
Una splendida storia a suo modo anche carica di ottimismo. Due frasi su tutte:
… bisogna fidarsi di ciò che non si conosce e buttarsi. Credere di poter fare la differenza …
A volte ci vuole un milione di passi per ritrovare se stessi. A volte basta un incontro per trasformare una vita.
Valentina (Malapuella) una blogger italiana, sta addirittura ripercorrendo il viaggio di Harold Fry a piedi e si può seguire il suo viaggio attraverso il suo blog.
Interessante anche la pagina FB di Sperling & Kupfer dedicata al romanzo.
Per certi versi la storia di Harold mi ricorda quella del film Una storia vera di David Lynch.
Dopo “la prima sorsata di birra” (che ho comprato dopo aver letto il tuo post qui sul blog e finito piano piano) adesso credo mi comprerò anche questo libro e appena avrò tempo lo leggerò sicuramente. Seguo volentieri i tuoi consigli letterari e ti dirò che, de “la prima sorsata di birra”, il mio racconto preferito è stato “si potrebbe quasi mangiare fuori”. Sono un tipo molto malinconico e quel libro (fatta eccezione per alcuni racconti) mi evoca belle sensazioni. un saluto.
@MatteoRosina: ciao Matteo, sono contento che ti sia piaciuto “la prima sorsata di birra”. Effettivamente L’imprevedibile viaggio di Harold Fry è un po’ malinconico, ma è anche un invito a rompere gli schemi predefiniti dalle convenzioni sociali, e ciò porta sempre molta energia.
io questo libro l’ho letto, devo dire che all’inizio non mi interessava molto e credevo sarebbe andato avanti sempre uguale, passando ogni citta e raccontandone i particolari, poi pero mi sono lasciata prendere dalla curiosita e ho continuato a leggere scoprendo un libro incredibile e con un significato molto profondo. credo che guardero piu spesso il tuo blog
buona serata e buona lettura a chiunque volesse leggerlo