Sabato mattina presto non riuscivo a dormire, quindi complice il tempo un po’ coperto, senza timori riverenziali dopo anni ho “attaccato” l’ascesa verso San Michele, salendo però da Salò invece che da Gardone Riviera come al solito, e ce l’ho fatta senza grossi problemi!
La salita da Salò verso San Michele è una delle più dure che io conosca, non so bene il perché, in fondo non ci sono grandi pendenze, e sono solamente 4 o 5 km in tutto, ma “tira” continuamente e non ha punti in cui ti lascia respirare e quindi a me risulta essere particolarmente faticosa.
Dalla salita ho imparato quindi qualche lezione:
- non devi aver paura di affrontare alcuna salita;
- devi conoscere quali sono le tue forze;
- devi salire con il tuo passo dosando le forze, non importa quanto ci metti;
- non devi essere mai al limite dello sforzo, se non nello sprint finale;
- se senti una piccola crisi, devi rimodulare lo sforzo e soprattutto non guardare mai a campo lungo (vedendo quanta strada manca ti demoralizzeresti), ma a 1 metro davanti alla tua ruota, quando poi ti riprenderai potrai ricominciare a guardare lontano;
- ma soprattutto, se dopo averle provate tutte ad un certo punto non ce la fai più, non aver paura di gettare la spugna, fermarti, sederti e ridiscendere, perché …
… Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore
non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore,
un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia
(Francesco De Gregori, La leva calcistica della classe ’68)
Fiii, so tròp filosofo!
… però ho pensato davvero a tutte queste cose.
😛