Interessante articolo sul Giornale di Brescia (che tra l’altro con oggi inaugura la sua nuova molto piacevole veste grafica, cartacea e online) di oggi con le osservazioni dell’Associazione San Felice più Felice alla bozza di Piano di Governo del Territorio (PGT) di San Felice del Benaco presentata al pubblico nei mesi scorsi.
Cheddire, si può sempre fare di più e speriamo proprio che ci siano i margini per qualche sforzo ancora nella direzione di un minor consumo di territorio.
Ed ecco anche il testo dell’articolo:
San Felice «Troppo consumo di territorio»
Nelle osservazioni al Pgt di un’associazione la difficile sostenibilità ambientale della crescita demograficaSAN FELICE – Consumo eccessivo del territorio, troppe cubature rispetto alla domanda, distribuzione disordinata degli interventi.
Sono le cose che non vanno,secondo l’associazione «San Felice più felice», nel Piano di governo del territorio in fase di predisposizione nel Comune della Valtenesi.
Il sodalizio (che si occupa di sostenibilità ambientale, ma anche economica e sociale) ha consegnato al sindaco alcune osservazioni in proposito, chiedendo all’ Amministrazione di riconsiderare certe previsioni.«Se una volta – sostiene l’associazione – a San Felice ci si poteva gloriare di una certa moderazione nel consumo del territorio, soprattutto rispetto ad altri centri della Valtenesi, oggi tale moderazione non è più sufficiente. Anzi ci sembra molto difficile riconoscerla in questo Pgt».
La superficie terrestre del Comune è di 690 ettari; tolti l’abitato storico e la sua espansione moderna, le zone artigianali, i campeggi, le serre, i boschi e i declivi non edificabili, restano poco più di 300 ettari agricoli.
«Nei Piani attuativi residenziali proposti dal Pgt – afferma l’associazione – si prevede un consumo di 16 ettari, più altri 4 per le espansioni alberghiere. Il totale del patrimonio agricolo e non urbanizzato».
I soci di «San Felice più felice» si chiedono se siano sostenibili nel medio e lungo periodo la crescita demografica e il consumo del territorio attivati dal Pgt.
Negli ultimi quindici anni la crescita residenziale in Valtenesi è stata del 43% (del 33% a San Felice) a fronte di un 5% in Lombardia.«Qui – sostiene l’associazione – non è l’esigenza di abitazioni che sta alla base del costruire, ma è la continua offerta abitativa che genera i flussi di immigrazione».
È insomma una crescita di tipo esogeno, legata al flusso migratorio determinato dall’enorme offerta di case, mentre il Pgt dovrebbe «legittimamente rispondere alle necessità della crescita endogena (incremento demografico delle famiglie locali) con edilizia, nella maggiore proporzione economicamente possibile, a prezzo convenzionato, senza contribuire ad alimentare l’immigrazione e le seconde case».La nuova cubatura residenziale prevista dal Pgt (56mila mc) corrisponde a 370 abitanti equivalenti, ossia una crescita demografica di un altro 11% nei prossimi 5 anni.
I piani attuativi turistici promettono altri 32mila mc che portano il totale previsto a 88mila mc.
«Questo è sviluppo moderato e sostenibile?», si domanda l’associazione, che chiede al Comune di ripensare anche la distribuzione sparsa degli interventi, per «mantenere l’identità e la distanza fisica tra San Felice, Portese e Cisano, evitando il continuo urbanizzato tra i tre nuclei storici».Nell’osservazione vengono tra l’altro segnalati alcuni casi specifici, come gli interventi nei pressi del Santuario del Carmine o il piano residenziale sulla strada per la Baia del Vento, che apre il varco all’edificazione a sud della via stessa, in una delle aree più pregiate del territorio.
Simone Bottura
Non so se sono l’unico lettore del tuo blog (non credo proprio!!!) certamente sono un tuo fedele commentatore.
Uso il tuo spaziio per dire il mio “Bravi” ai componenti dell’associazione che hanno voluto scrivere in modo chiaro ed inequivocabile il loro pensiero e quello dell’associazione.
Ti faccio un solo piccolissimo appunto, che è sicuramente un peccato veniale. Quello che è stato esaminato non è una “bozza di PGT” ma è una “proposta di PGT”, ovvero una proposta di piano che è stata portata in conferenza di valutazione con Provincia, Asl, Arpa, ecc.
Una bozza è quando dico: “cosa ne pensi se dovessi fare così?”, una proposta è dire: “io ho deciso di fare così”.
Effettivamente hai ragione, non è il linguaggio corretto, il senso era che non è ancora definitivo e approvato, ma il processo di approvazione è ancora in corso.
Grazie per la precisazione.
🙂
Non per fare il “precisino” sui termini, ma …
Dal dizionario
pro|pó|sta
s.f.
CO
1a il proporre e ciò che viene proposto all’attenzione, alla valutazione, alla considerazione di qcn.: fare, avanzare, accettare una p., p. di matrimonio, di alleanza, p. seria, vaga; fare delle proposte: fare delle avances
1b ipotesi, suggerimento avanzato in ambito di ricerca proprio di una disciplina scientifica: p. per una nuova classificazione dei Lepidotteri
2 TS sport, nella scherma, invito rivolto all’avversario senza scoprirsi, perché risponda all’azione
3 TS mus., in composizioni contrappuntistiche, esposizione del soggetto che verrà riproposto in altre voci
4 LE intenzione, proposito: e per novi pensier cangia p. (Dante)
5 LE tema, argomento: e pregavanlo che mutasse la p. già detta (Boccaccio) [quadro 19]
Per “Proposta” io intendo: “io ho pensato di fare così. Cosa ne pensi?”.
Sta di fatto che sono stati ascoltati cittadini, associazioni, istituzioni varie. Le norme tecniche di attuazione sono state Modificate a seguito delle osservazioni giunte dalla Conferenza finale VAS.
Mi sono fatto portatore per l’associazione San Felice più Felice di alcune proposte che sono state inserite nel piano di servizio e nelle piano delle regole già in fase di stesura.
Direi quindi che la proposta non significa “Io ho deciso di fare così!”.
Personalmente ho incontrato associazioni e cittadini. Ho incontrato gli elettori e i gruppi politici a cui faccio riferimento.
Ogni amministratore, di maggioranza e di minoranza, ha avuto modo di farsi una idea del PGT. Magari ha avuto modo di cambiare alcune sue idee o posizioni. La proposta intesa come “Io ho deciso di fare così!” ci sarà al momento dell’adozione con il voto in consiglio comunale. Tutto il resto è faziosità, che a San Felice non manca!
Anch’io trovo interessante la nota dell’associazione. Trovo interessante il fatto che si discuta, seriamente. Non sopporto più la faziosità e le prese di posizioni preconcette che invadono pagine e pagine di blog (non il tuo Maurizio!).
e degli orti abusivi non ne parla nessuno ???
Io di orti abusivi ne so poco, ma sarei interessato a saperne di più.
So invece di giardini pubblici diventati privati per “errori” ti tracciatura dei confini… 😉
@ Sara: anch’io non ne so niente di orti abusivi, riesci a darci qualche elemento in più anche in privato?
@ David: errori di tracciatura? Gulp! Hai qualche elemento in più che proviamo a dare la cosa in pasto a Guido perché la approfondisca?