Ieri sera a San Felice io e Camilla siamo andati al concerto di musica classica dell’Orchestra Amadeus composta da giapponesi e italiani.
Devo ammettere che questa è forse la seconda o terza volta in vita mia che assisto ad un concerto di musica classica, di cui peraltro non conosco praticamente nulla.
E’ sempre però molto piacevole ascoltare la morbidezza del suono degli archi dal vivo.
Personalmente mi sono piaciute le due danze per arpa e archi di Debussi, inoltre l’arpista Francesca Tirale e le due violiniste erano molto carine e quindi erano proprio una bella immagine da vedere.
E va bene, lo ammetto, durante l’inchino di ringraziamento dell’arpista l’occhio mi è caduto più volte sul decoltè diciamo così molto generoso, mmmhhh, generosissimo, però ho notato che non ero l’unico. 😛
Tra l’altro, della serie San Felice è l’ombelico del mondo, ho scoperto questa sera che a San Felice abitano i discendenti di una importante arpista francese vissuta a cavallo tra ‘800 e ‘900, Caline Tardieu, i quali hanno promosso insieme all’Assessorato al Turismo la serata.
[…] di musica classica Archiviato in: Midi — Agosto 18, 2008 @ 5:08 pm morenafanti: Devo ammettere che questa è forse la seconda o terza volta in vita mia che assisto ad un concerto […]
Questa è una bella notizia: in primo luogo perchè è la conferma che, in fondo, con un po’ di pazienza, possiamo trovare ottime occasioni per passare una serata piacevole e di qualità anche nei paesi intorno a noi.
Ma credo sia una buona notizia soprattutto perchè ascoltare musica dal vivo (chiamiamola classica per adesso) aiuta il cervello, le orecchie e tutti gli organi di senso a nuove esperienze ma a superare i preconcetti: la musica classica non esiste, è una definizione che ha per un certo tempo ghettizzato un certo tipo di musica ma, come disse Danilo Rossi, prima viola dell’orchestra della Scala in un brllissimo concerto in cui mescolò Beatles, Pink Floyd e Mozart, c’è musica bella e musica brutta.
Se ti piacciono gli impressionisti non può non piacerti Debussy, come non si può restare insensibili ascoltando un’orchestra d’archi dal vivo, la vibrazione di quelle corde è talmente fisica e naturale che è ovvio vibrare con loro.
Sono legni (le casse armoniche), crini di cavallo (gli archetti) e corde metalliche (anticamente di budella di gatto) che vibrano da millenni, legno carne e ferro che si mescolano.
Nella foto non vedo i contrabbassi e credo siano lo strumento principe per sentire la fisicità della musica ma, se posso permettermi un consiglio, adesso che l’hai provata non smettere, continua ad ascoltarla: cose semplici, guidato dal solo “mi piace/non mi piace” e lasciata in sottofondo mentre fai altre cose, in particolare mentre lavori nell’orto o se scrivi una relazione.
Mi raccomando, mescola liberamente: ascolta Debussy, il Claire de Lune, per esempio e poi Michelle dei Beatles o la Sinfonia numero 9 di Schubert e poi gli Aerosmith entrambe a tutta canna.
Evviva il decolté delle arpiste se ti ha fatto fare un passodi avvicinamento a una “nuova” musica.
P.S. Chiedi pure se ti serve una discografia
[…] e tre i concerti hanno fatto il pieno di pubblico e di critica. Se devo essere sincero il concerto che ho preferito è stato l’ultimo. Vuoi per […]